SCIENZA E RICERCA

Aspettando JWST: Hubble il telescopio spaziale dei record

Da quando Galileo, più 400 anni fa, puntò il suo telescopio verso il cielo, osservando stelle, pianeti, la Luna, e molto altro, l’astronomia ha fatto molta strada e il progresso tecnologico non solo ha aumentato la grandezza delle lenti dei telescopi, ma ha anche permesso di posizionarne alcuni direttamente nello spazio. Posizionarli lì, fuori dalla nostra atmosfera, permette di ridurre il disturbo del contesto che interessa, invece, quelli posizionati a terra.

Di telescopi in osservazione dallo spazio ne sono stati progettati e messi in opera molti, alcuni per missioni specifiche, altri per osservazioni a largo spettro. Dall’inizio del 2022 gli astronomi potranno contare su un nuovo e potente telescopio spaziale con cui osservare il cosmo. Il 22 dicembre 2021, infatti, il James Webb Space Telescope verrà lanciato da Terra e ciò si prospetta come una lunga carriera a caccia di galassie, stelle primordiali ed esopianeti. 

Webb viene considerato come l’erede di un altro telescopio spaziale, che con poca approssimazione può essere considerato il più famoso della categoria, l’Hubble Space Telescope.  Hubble ha da poco spento le trenta candeline, infatti  è stato lanciato nell’orbita terrestre bassa nell’aprile del 1990 ed è ancora oggi operativo. Non è stato il primo telescopio spaziale in assoluto - il primato spetta a IRAS, Satellite Astronomico Infrarosso, lanciato dalle agenzie spaziali degli Stati Uniti, Regno Unito e Paesi Bassi nel 1983 - ma ha segnato una pietra miliare nell’astronomia moderna, un progresso scientifico paragonabile al cannocchiale di Galileo nel suo contesto.

Riprese e montaggio di Elisa Speronello - immagini credit: NASA/ESA

Costruito dalla Nasa, con il contributo dell’Esa, è dotato di uno specchio con un diametro di 2,4 metri. Si tratta di uno specchio non eccessivamente grande, infatti alcuni suoi predecessori ne montavano di ben più estesi. Inoltre, grazie ad alcuni strumenti scientifici, riesce a scrutare lo spazio nell’ultravioletto, nel visibile e anche nel vicino infrarosso. Sebbene non avesse una missione specifica, ma sia stato lanciato in orbita con l’obiettivo di registrare ogni tipo di osservazione astronomica, “Ha potuto rivoluzionare tutte le nostre conoscenze dell'astronomia e per certi versi ha fatto tantissime scoperte che erano assolutamente inattese” afferma il professor Roberto Ragazzoni, direttore dell’Osservatorio astronomico di Padova (Inaf). Per esempio attraverso le  sue osservazioni gli scienziati hanno potuto calcolare il tasso di espansione dell’Universo, trovando poi riscontro nell’astrofisica successivamente. 

Oltre ai successi scientifici riportati, Hubble ha un’altra particolarità: è stato progettato per poter essere modificato e riparato in orbita dagli astronauti. “All'inizio si scoprì che aveva un difetto nello specchio principale” ricorda il professor Ragazzoni, “,un difetto di fabbricazione per cui era affetto da una aberrazione detta "aberrazione sferica"; è stato possibile correggerla tramite la prima di una serie di missioni di servizio, in cui il telescopio spaziale è stato avvicinato in orbita terrestre dalle missioni dello Space Shuttle. Gli astronauti lo agganciano e possono quindi fare manutenzione, cambiare dei componenti, o cambiare addirittura gli strumenti”.

I dati di Hubble venivano inizialmente archiviati a bordo, poi, grazie alle missioni di servizio, i registratori a nastro sono stati abbandonati in favore di attrezzature più moderne a stato solido. Ogni giorno i dati accumulati dal telescopio vengono inviati a un satellite che li rimanda a Terra verso il Goddard Space Flight Center, quindi archiviati allo Space Telescope Science Institute. Si pensa che il telescopio, dopo le ultime manutenzioni svolte nel 2009, possa continuare a funzionare correttamente fino al 2040.

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