CULTURA

Autofiction vol.6: Sara Gamberini e i suoi mondi sottili

Quando mi scrivo con Sara Gamberini per concordare una presentazione online del suo nuovo romanzo, l’autrice chiude la conversazione dicendo: “Inviteremo gli ascoltatori a un viaggio nei mondi sottili”. Ecco: come può essere autobiografico un romanzo per il quale è possibile invitare i lettori ad entrare in dei mondi paralleli, non universalmente conosciuti e, anche per questo, sottili?

Eppure, mentre leggo il romanzo, sento nitidamente che la storia e le connessioni che l’autrice fa attraverso i suoi personaggi sono tanto più sue quanto sento che mi appartiene quello che racconta. Perciò mi viene voglia di chiederglielo. E scopro che, come la protagonista, Teresa della Via Lattea, ha vissuto a lungo da sola con la figlia, che hanno abitato proprio vicino a un bosco, che anche l’ex compagno della scrittrice era nigeriano come il Moussa del libro. E quale donna, poi, non ha incontrato un uomo come il Giovanni del libro, cioè un amante disattento, che finisce con il lasciare perché non è capace di restare?

Infinito Moonlit (NNEdizioni, 2022) di Sara Gamberini è un romanzo paradossalmente tanto autobiografico quanto non può esserlo per definizione: esistono forse i Moonlit, creature dei boschi che tutto sanno e tutto capiscono, che danno voce ai capitoli in corsivo del libro e di cui intravediamo (ma mai fino in fondo) la funzione solo andando avanti con la lettura?

Maria, la figlia bambina di Teresa, sa di loro come loro sanno di lei, e si capiscono perché né loro né lei stabiliscono una rigida divisione tra i diversi elementi del creato. Maria è, come suo padre, animista.

Sara Gamberini, dopo Maestoso è l’abbandono (Hacca) con cui nel 2018 esordiva raggiungendo un grande successo di critica e di pubblico, scrive un romanzo sull’amore (e non d’amore) in cui non racconta (solo) una storia, non impone un’interpretazione dell’universo, non suggerisce una gradazione di valori, ma estrinseca una sensibilità che può risiedere nel lettore come per nulla, ma che certamente fa di Teresa e di Maria due esseri speciali, un po’ come quei Moonlit, abitanti dei mondi invisibili e sottili (che loro chiamano così nel tentativo, all’interno loro dialogo affettuoso, di dare un nome a quel che non ce l’ha) da cui sono silenziosamente circondate, come forse noi tutti.

“Avevo sentito dire che le rivelazioni sono pensieri comuni che però possiedono una determinazione particolare, incessante, non è possibile arginarla, è pertinenza dell’invisibile” scrive Gamberini. Ecco: il suo romanzo è una rivelazione.

L’abbiamo intervistata.

Avevo sentito dire che le rivelazioni sono pensieri comuni che però possiedono una determinazione particolare, incessante, non è possibile arginarla, è pertinenza dell’invisibile Sara Gamberini

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