CULTURA

Atelier d'artista: Lucia Veronesi

"Ogni tanto sento la necessità di uscire dal mio studio, poi però mi piace tornarci. Ho fatto molte residenze all'estero, sono esperienze stimolanti, ma il mio spazio resta fondamentale perché questo è il mio mondo". Protagonista del trentaseiesimo episodio di Atelier d'artista, Lucia Veronesi è nata a Mantova negli anni Settanta e da oltre vent'anni vive e lavora a Venezia. L’abbiamo incontrata nel suo atelier nell’area delle ex birrerie della Giudecca: "Un posto magico, raro, che non è facile trovare: c'è luce, c’è spazio e tanti studi d'artista si affacciano su un giardino. Ci sono anche una galleria e due spazi no profit. Siamo una comunità di artisti diventata una sorta di famiglia: anche se ognuno porta avanti il proprio lavoro, possiamo contare sulle persone che abbiamo intorno" (qui si trova anche lo studio di Carolina Raquel Antich, protagonista del venticinquesimo episodio della nostra serie).

"Sono arrivata a Venezia un po' per caso, dopo aver studiato all'Accademia di Brera di Milano. Mi sono diplomata in pittura e poi ho fatto un master per curatela: non sapevo da che parte stare, se fare l'artista oppure occuparmi della parte più teorica e progettuale. Concluso il master ho fatto il tirocinio all'ufficio stampa della Biennale di Venezia di Francesco Bonami, una edizione memorabile in una delle prime estati caldissime". Alla proposta di restare in laguna Veronesi risponde positivamente e accetta, soprattutto per rimanere nel contesto artistico veneziano che, da sempre, offre molteplici stimoli e opportunità: "Ho colto l'occasione perché Venezia mi aveva già catturata: quello alla Biennale è stato un momento importante anche per la mia formazione artistica. Nei primi anni alla Biennale lavoravo solo con il video perché non avevo uno studio, poi ho ripreso a dipingere. Oggi la pittura è presente nel mio lavoro ma declinata in altri modi: non dipingo più olio su tela, ma il processo pittorico viene applicato al collage, al video in stop motion, nei tessuti”.

Qui c'è luce, c’è spazio e tanti studi d'artista si affacciano su un giardino [...] Siamo una comunità di artisti diventata una sorta di famiglia: anche se ognuno porta avanti il proprio lavoro, possiamo contare sulle persone che abbiamo intorno Lucia Veronesi

Servizio di Francesca Boccaletto e Massimo Pistore

“Il mio processo creativo funziona come un collage: è una stratificazione di concetti, storie, materia, carta e fili. Dall’esterno può essere visto come un lavoro molto eterogeneo ma alla fine i diversi media che utilizzo si uniscono”.  Sfruttando diverse tecniche, Veronesi si immerge in molteplici territori artistici con lo spirito e lo sguardo curioso dell’esploratrice. Le sue indagini si muovono tra arte e scienza: “Ho iniziato a lavorare con figure esterne al mondo dell’arte: ho realizzato documentari sperimentali con immagini in presa diretta e in stop motion, collaborando con antropologi. In particolare con Valentina Bonifacio, antropologa visiva che insegna a Ca’ Foscari: il suo sguardo ha arricchito la mia ricerca”. Tra intuizioni e approfondimenti, in ambito anche scientifico, il percorso è vivace, ricco, molto personale: “Per La distanza dell’eterno ho lavorato con le biografie di astronome. Spesso alcune letture mi offrono lo spunto per affrontare i miei lavori”. 

Con La desinenza estinta si è aggiudicata il premio Italian Council per la nuova produzione e oggi è in esposizione permanente a Ca’ Pesaro. “È un progetto complesso che parte dalla relazione tra la scomparsa delle lingue indigene e le piante medicinali. Si sviluppa su tre livelli, arrivando a esplorare storie di donne botaniche, scienziate e illustratrici, dal Settecento al Novecento, con un focus legato alla tessitura dedicato ad Hannah Ryggen. Grazie a questo lavoro ho potuto fare ricerca all’estero, negli orti botanici, nelle biblioteche e negli archivi di Londra, Trondheim e Zurigo. Ho raccolto dati storici e scientifici che ho rielaborato attraverso uno sguardo d’artista”.

Il mio processo creativo funziona come un collage: è una stratificazione di concetti, storie, materia, carta e fili Lucia Veronesi

I lavori sui tessuti nascono “dall’esigenza di allargare il collage, per realizzare il quale io lavoro con immagini di carta originali potendo raggiungere, al massimo, la dimensione di un A3. Il tessuto invece mi permette di fare pezzi più grandi e in libertà. Li realizzo mettendoli in relazione con l’architettura: non sempre vengono esposti a parete, a volte sono appesi al soffitto, spesso vengono concepiti come sculture, perché puoi girarci intorno, e possono presentare parti trasparenti creando un contatto con lo spazio circostante. Durante l’installazione, l’opera assume una forma ogni volta diversa”. 

Il sogno (che sembra essere un obiettivo concreto, considerando le indiscutibili qualità dell’artista) è quello di riuscire a creare arazzi di grandi dimensioni lavorando “nei laboratori del Museo Tessile di Tilburg, dove vengono messe a disposizione tecniche molto innovative”.


Al minuto 00:18:08 Veronesi fa riferimento alla mostra Forse domani, allestita con Laura Pugno alla galleria Simóndi di Torino, conclusa a luglio 2025. Abbiamo scelto di citarla, nonostante si tratti di una esposizione non più visitabile, perché il tema ambientale, esplorato attraverso la ricerca svolta negli erbari, definisce pienamente il lavoro dell'artista.


Atelier d'artista 

Una serie ideata e realizzata da Francesca Boccaletto e Massimo Pistore 

Intervista di Francesca Boccaletto, riprese e montaggio di Massimo Pistore 

Con la consulenza artistica di Giulia Granzotto 

Si ringrazia per la collaborazione Maria Rita Cerilli 


Tutti gli episodi della serie Atelier d'artista sono QUI

© 2025 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012