SOCIETÀ

Dal Rapporto annuale UIF 2021 un campanello d'allarme sul riciclaggio in Italia

Quasi 140 mila operazioni sospette analizzate, 99 milioni di euro di transazioni esaminate e 225 miliardi di euro di importo complessivo delle comunicazioni oggettive di operazioni in contanti. Prima di capire a fondo questi dati però è bene fare un passo indietro. Gran parte del sistema di prevenzione nazionale in materia di antiriciclaggio deriva da una legge del 1991. Nel 2007 però, il decreto legislativo numero 231 del 21 novembre, ha di fatto attuato la terza direttiva europea antiriciclaggio. Si deve a questo decreto la nascita della UIF, cioè l’unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia che annualmente rilascia un report sulle operazioni sospette o sulle comunicazioni oggettive. 

Le prime si rifanno all’articolo 35 del decreto legislativo 231/2007 e di fatto obbligano una grande platea di soggetti a segnalare tutte quelle operazioni per le quali "sanno, sospettano o hanno motivi ragionevoli per sospettare che siano in corso o che siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo o che comunque i fondi, indipendentemente dalla loro entità, provengano da attività criminosa". Questi soggetti possono essere intermediari bancari e finanziari, altri operatori finanziari, professionisti nell'esercizio della professione in forma individuale, associata o societaria, altri operatori non finanziari, prestatori di servizi di gioco, società di gestione accentrata di strumenti finanziari e di gestione dei mercati regolamentati di strumenti finanziari (l’elenco completo è all’articolo 3 del suddetto decreto legislativo).

All’articolo 6, il decreto legislativo individua alcune caratteristiche di modelli e schemi  rappresentativi di comportamenti che possono essere definiti anomali sul piano economico e finanziario e quindi riferibili a possibili attività di riciclaggio. Visti questo modelli i “soggetti obbligati” cioè coloro che hanno l’obbligo di effettuare la segnalazione devono farlo attraverso un portale, INFOSTAT-UIF, messo a disposizione dalla Banca d'Italia. 

Le segnalazioni di operazioni sospette

Nel 2021 le segnalazioni di operazioni sospette (SOS) sono state 139.000 con un incremento di 26.000 unità rispetto all’anno precedente. Ulteriori dati preliminari inoltre, mostrano anche come nei primi sei mesi del 2022 le segnalazioni siano state 61.412 con un incremento del +4,9% rispetto a quelle dello stesso periodo dell’anno scorso.

Il 2021 quindi ha registrato un incremento delle segnalazioni del 23,3% rispetto all’anno precedente ed è il tasso di crescita più alto mai registrato dal 2012, il cui valore supera con ampio margine quello complessivamente riferito al triennio precedente (+20,6%). La maggior parte delle segnalazioni (55,2%) arriva dalle Banche e Poste che hanno visto un incremento in termini assoluti dell’1,6% rispetto al 2020 ma una riduzione del loro peso relativo (67,0% nel 2020). Il motivo è stata la crescita delle segnalazioni inviate dai prestatori di servizi di gioco (+32,7%, +1.887 unità rispetto al 2020), dagli operatori non finanziari (+160,0%, +1.786 unità) e dai professionisti, (+40,4%, +1.473 unità), con un’incidenza rispettivamente del 5,5%, 2,1% e 3,7% sul totale. 

C’è un dato che, seppur in crescita, è bene scorporare e mettere in luce. Parliamo delle segnalazioni arrivate direttamente dalla pubblica amministrazione. Sebbene l’incremento dal 2020 al 2021 sia stato del 172%, in termini assoluti le segnalazioni sono state solamente 128 (contro le 47 del 2020).

“Nonostante le pubbliche amministrazioni siano incluse nel novero dei soggetti destinatari della normativa antiriciclaggio fin dalla sua introduzione - si legge nel rapporto dell’UIF -, il contributo da loro offerto alla collaborazione attiva è rimasto nel tempo limitato, lasciando aperti ampi margini di miglioramento nell’intercettare fenomeni e attività che possono sfuggire ai soggetti obbligati privati e che permetterebbero di innalzare ulteriormente i meccanismi di tutela dell’economia dall’infiltrazione criminale.

A fine 2021 risultavano iscritti al sistema Infostat-UIF solo 152 uffici della Pubblica amministrazione. Gli uffici pubblici che hanno inviato almeno una comunicazione alla UIF sono 35 (circa il 23% del totale), di cui 13 attivi nel Centro Italia, nove nel Nord Est, nove nel Nord Ovest e quattro nel Sud. Roma è la città che conta il maggior numero di uffici attivi, pari a dieci unità”.

Dalla nascita dell’UIF, quindi a partire dal 2007 e fino al 2016, il contributo al flusso segnaletico delle Pubbliche amministrazioni è stato molto limitato, attestandosi in media a 11 comunicazioni all’anno. Negli anni successivi, in concomitanza con gli interventi regolamentari del 2017 (D.lgs. 90/2017) e del 2018 (Istruzioni e indicatori emanati dalla UIF) è stato registrato un progressivo incremento del flusso segnaletico che ha raggiunto il suo picco nel 2021 con 128 comunicazioni, di cui il 95,3% è stato trasmesso da enti nazionali o società a partecipazione pubblica di rilievo nazionale, il 3,9% da enti territoriali e lo 0,8% da Camere di Commercio.

Il PNRR ed i fondi in arrivo necessitano delle azioni per sensibilizzare le pubbliche amministrazioni sul tema e metterle a conoscenza di questo servizio utile a prevenire azioni di riciclaggio di denaro.

Ritornando invece a vedere l’aspetto territoriale delle segnalazioni, si nota che quanto riguarda i nuovi iscritti al portale Infostat-UIF, la regione che ha avuto un incremento maggiore è stata la Lombardia con 124 nuovi iscritti, seguita da Lazio (44), Veneto (27) ed Emilia-Romagna (26).

La Lombardia è anche la prima regione per segnalazioni, in continuità con gli anni precedenti (18,2% sul totale) Al secondo posto troviamo il Lazio (12,4%) e la Campania (11,3%) e il Veneto (7,3%). In rapporto alla popolazione residente, invece, il maggior contributo in termini di collaborazione attiva proviene, nell’ordine, da Lazio, Campania e Lombardia. 

Fra le principali regioni per numero di SOS, quelle che hanno registrato i maggiori incrementi sono sempre la Lombardia (+29,6%), Lazio (+20,3%), Piemonte (+29,6%), Veneto (+22,4%), Emilia-Romagna (+22,5%) e Toscana (+22,6%). Seppur più limitati in valore assoluto, si rilevano aumenti percentuali degni di nota da parte di Abruzzo (+28,6%), Trentino-Alto Adige (+27,2%) e Umbria (+24,3%). 

Milano, Prato, Roma e Napoli si confermano come le principali province di localizzazione delle segnalazioni per 100.000 abitanti, così come stabile all’estremo opposto è la posizione delle province del Sud Sardegna, Nuoro e Oristano, con flussi segnaletici fra 50 e 90 unità per 100.000 abitanti. 

Le segnalazioni pervenute nel 2021 hanno riguardato operazioni eseguite per un importo totale di 83,7 miliardi di euro a fronte degli 85,0 dell’anno precedente. La maggior parte delle segnalazioni arrivano per importi inferiori ai 50 mila euro ma non mancano 5.165 segnalazioni per valori inseriti tra i 5 ed i 100 milioni di euro.

Infine, analizzando le tipologie di operazioni segnalate, vediamo come nel 2021 ci sia stato un forte incremento delle rimesse di pagamento che compongono il 33,4% dell’aggregato. Al pari di quanto riscontrato nel 2020 si registra la flessione dei bonifici, sia nella componente nazionale (dal 27,7% al 22,5%) sia in quella estera (dal 5,6% al 4,6%). Il contante è la forma tecnica che segna in termini relativi la diminuzione più marcata (dall’11,0% al 4,8%).

 Ci sono poi le comunicazioni oggettive, cioè quell’obbligo introdotto con le modifiche apportate dal D.lgs. 90/2017 alla normativa antiriciclaggio di trasmettere alla UIF, con cadenza periodica, dati e informazioni individuati in base a criteri oggettivi, concernenti operazioni a rischio di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo. 

L’obbligo di comunicazione interessa banche, istituti di pagamento e istituti di moneta elettronica (incluse le succursali e i punti di contatto comunitari) e riguarda tutte le operazioni in contante di importo pari o superiore a 10.000 euro eseguite nel corso del mese solare a valere su rapporti ovvero mediante operazioni occasionali, anche se realizzate con singole transazioni di importo pari o superiore a 1.000 euro. Tali comunicazioni devono essere trasmesse alla UIF con cadenza mensile attraverso il portale Infostat-UIF, entro il giorno 15 del secondo mese successivo al mese di riferimento. 

In questo caso il valore complessivo delle operazioni è stato più elevato in Lombardia, Veneto, Lazio, Campania e Sicilia, che insieme costituiscono il 57,5% degli importi complessivi. Rapportando tale valore al PIL nominale del 2020, le regioni che hanno registrato gli importi maggiori sono invece Veneto, Puglia, Campania, Calabria e Sicilia. Importi che sono cresciuti in termini assoluti di operazioni per la classe 2.000 - 4.999 euro e degli importi nella classe 10.000-99.999 euro, con percentuali non molto diverse da quelle rilevate per il 2020. Le operazioni di importo superiore ai 100.000 euro sono state infine 30.979 nel periodo, per un ammontare complessivo di circa 8,1 miliardi di euro. 

È bene ribadire che queste sono comunicazioni oggettive obbligatorie e non significa che siano tutte operazioni illegali. Lo stesso ragionamento dev’essere fatto anche per le segnalazioni di operazioni sospette che devono poi essere analizzate dagli organi competenti. L’andamento di queste operazioni però, serve per capire, soprattutto a livello territoriale, il movimento di denaro e le “minacce” di riciclaggio.

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