Torniamo a parlare di didattica a distanza, e lo facciamo considerando i punti di forza che sono emersi durante l’utilizzo degli strumenti digitali, per fare lezione online, in questi mesi. Nonostante la storia della didattica a distanza, in Italia, affondi le sue radici a quarant’anni fa, sottolinea la professoressa Raffaella Rumiati della Sissa di Trieste, l’impatto all’inizio della pandemia è avvenuto in modo piuttosto violento, “alcuni di noi”, ironizza la Rumiati, “hanno dovuto fare i corsi di recupero”. La didattica a distanza è rimasta fuori dai grandi atenei e confinata in quelli telematici. Sul tema continua il professor Massimiliano Barolo, del dipartimento di ingegneria industriale di Padova, che sostiene che, se i docenti vedranno nella tecnologia una serie di strumenti a propria disposizione, la tecnologia può favorire l’apprendimento e a “mettere gli studenti e le studentesse al centro della propria azione didattica”.
Servizio di Elisa Speronello
Così facendo si aprono nuovi canali e nuovi tempi di comunicazione tra e con gli studenti, anche fuori dagli spazi fisici dell’aula. Inoltre, la didattica a distanza può essere la chiave per avvicinare alla formazione universitaria anche quelle persone che al momento sono impossibilitate a frequentare le lezioni in presenza fisica. I professori concludono le loro riflessioni guardando al futuro. Secondo Barolo in questo modo saranno formate generazioni di giovani che attueranno l’agilizzazione dei processi amministrativi e delle modalità di lavoro; secondo Rumiati occorre ripensare alla didattica, tenendo conto che il potenziamento della dad è oramai un processo irreversibile.
I professori hanno preso parte alla giornata di studi Le ragioni dell’emergenza, le ragioni della didattica, che è disponibile in forma integrale sul canale Youtube dell’università di Padova (prima e seconda parte).