Greta Thunberg
Come osate!
Mentre i contagiati dal coronavirus aumentano senza pietà e questa tendenza incombe non poco sulla riapertura delle scuole - sul quando e sul come - dobbiamo ricordare una data importante: il 20 agosto sono stati due anni esatti dallo sciopero delle scuole contro il cambiamento del clima. Protagonista la quindicenne svedese Greta Thunberg,
Sono dunque trascorsi due anni da quando la giovane Greta ha dato inizio ad una rivoluzione non certo silenziosa, ma pacifica e non violenta, sedendosi davanti al Parlamento di Stoccolma con il cartello Skolstrejk för klimatet, sciopero scolastico per il clima. Da quel 20 agosto 2018 la “rivoluzione” di cui è stata protagonista è stata di parole (e che parole) rivolte ai governanti, come si potrebbe dire, di ogni ordine e grado per chiedergli di cominciare a saldare il debito contratto da decenni con le generazioni future. Generazioni che ci hanno dato in prestito la Terra sulla quale viviamo in circa otto miliardi e che anno dopo anno stiamo riducendo in condizioni sempre peggiori di come l’abbiamo avuta.
L’avanzante mutamento climatico ne è l’esempio più evidente e drammatico.
Il movimento nato e guidato da Greta Thunberg ha anche il merito di invitare i responsabili della cosa pubblica Terra a intervenire prima che sia troppo tardi.
Ha cominciato il 16 dicembre 2018 sul palco della COP24, la conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, a Katowice, in Polonia. E lo ha fatto dando seguito ad altre personali manifestazioni quando a settembre dello stesso 2018 per tre settimane era rimasta per due giorni a settimana di fronte al parlamento di Stoccolma dichiarando: ‘‘Lo faccio perché gli adulti stanno sgretolando il nostro futuro’’. Un mese dopo aveva parlato ad Helsinki davanti a 10mila persone, durante una protesta sui cambiamenti climatici, affermando che ‘‘Invece di preoccuparci del nostro futuro dovremmo pensare a cambiarlo, finché siamo in tempo’’.
Ma è soprattutto a Katowice che ha cominciato, con un intervento fatto giusto tre anni dopo la firma dell’accordo di Parigi col quale le delegazioni di 196 Paesi avevano firmato un’intesa mirante a stabilire che andavano compiuti tutti gli sforzi per ottenere il contenimento dell’aumento delle temperature planetarie in non più di due gradi centigradi. Meglio ancora se in 1,5.
Ma allora, cominciavano a chiedersi negazionisti di vario tipo e colore, che va cercando questa bambina ribelle? Irritati dal fatto che aveva semplicemente spiegato di aver capito che tre anni erano passati inutilmente. Cioè senza realizzare alcuno, o quasi, degli impegni sottoscritti. Dando in tal modo ragione alle preoccupazioni e proteste di chi già criticava il modo in cui quell’accordo era stato sottoscritto.
Nel frattempo, al susseguirsi degli eventi estremi, si è aggiunta, come altra calamità, l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Stato che, essendo il maggior inquinatore della Terra e avendo con Europa, Cina e India, le maggiori responsabilità nel riscaldamento globale, ha ritenuto economicamente più conveniente ritirare la firma posta da Obama a quell’accordo.
Dall’intervento a Katowice ad oggi la presenza di Greta e del proselitismo materializzatosi nel 2019 nel movimento Fridays for Future è stata sempre più fastidiosa per molti raggiungendo il “massimo” nel discorso alle Nazioni Unite il cui esordio è già tutto un programma: “È tutto sbagliato. Io non dovrei essere qui di fronte a voi. Dovrei essere a scuola dall’altra parte dell’oceano. Eppure, venite tutti da me per avere speranza? Ma come osate! Voi avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre vuote parole. Eppure, io sono una persona fortunata.
Le persone soffrono. Le persone stanno morendo. Interi ecosistemi stanno crollando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa. E tutto ciò di cui riuscite a parlare sono i soldi e le favole della crescita economica infinita. Come osate!”.
Da agosto 2018 sono solo due anni ma ce ne sarebbe da raccontare. Tuttavia, secondo me, è bello. utile e significativo ricordare soprattutto l’esordio a Katowice:
“Il mio nome è Greta Thunberg, ho quindici anni e vengo dalla Svezia. Molte persone dicono che la Svezia sia solo un piccolo Paese e a loro non importa cosa facciamo. Ma io ho imparato che non sei mai troppo piccolo per fare la differenza. Se alcuni ragazzi decidono di manifestare dopo la scuola, immaginate cosa potremmo fare tutti insieme, se solo lo volessimo veramente.
Ma per fare ciò dobbiamo parlare chiaramente, non importa quanto questo possa risultare scomodo. Voi parlate solo di una crescita senza fine in riferimento alla green economy, perché avete paura di diventare impopolari. Parlate solo di andare avanti con le stesse idee sbagliate che ci hanno messo in questo casino. Ma non mi importa risultare impopolare, mi importa della giustizia climatica e di un pianeta vivibile. La civiltà viene sacrificata per dare la possibilità a una piccola cerchia di persone di continuare a fare profitti. La nostra biosfera viene sacrificata per far sì che le persone ricche in Paesi come il mio possano vivere nel lusso. Molti soffrono per garantire a pochi di vivere nel lusso.
Finché non vi fermerete a focalizzare cosa deve essere fatto anziché su cosa sia politicamente meglio fare, non c’è alcuna speranza. Non possiamo risolvere una crisi senza trattarla come tale. Noi dobbiamo lasciare i combustibili fossili sottoterra e dobbiamo focalizzarci sull’uguaglianza e se le soluzioni sono impossibili da trovare in questo sistema significa che dobbiamo cambiarlo. Non siamo venuti qui per pregare i leader a occuparsene. Tanto ci avete ignorato in passato e continuerete a ignorarci. Voi non avete più scuse e noi abbiamo poco tempo. Noi siamo qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no. Il vero potere appartiene al popolo. Grazie”.
Questo è il messaggio mandato da Greta dicendoci che quello che fa “Lo sto facendo perché voi adulti consideriate il mio futuro” e aggiungendo “Voglio che i politici diano priorità alla questione climatica, concentrandosi sul clima e trattandolo come una crisi. Ho i miei libri qui ma penso: Cosa mi manca? Cosa ho intenzione di imparare a scuola? I fatti non contano più, i politici non ascoltano gli scienziati, quindi perché dovrei imparare?”.
Magari Greta non aveva da imparare, ma aveva molto da insegnare: “La gente pensa che si possa risolvere la crisi senza sforzo, senza sacrificio. Io credo che una persona possa fare la differenza”. “Nel 2078 - ha ancora aggiunto Greta - festeggerò il mio 75° compleanno. Se avrò dei bambini probabilmente un giorno mi faranno domande su di voi, forse mi chiederanno come mai non avete fatto niente quando era ancora tempo di agire, voi dite di amare i vostri gli sopra ogni cosa, ma state rubando loro il futuro davanti agli occhi”.
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È adorabile questa grande ragazzina. Se l’avesse vista Vermeer le avrebbe messo un orecchino e l’avrebbe fatta protagonista di un quadro famoso.