SCIENZA E RICERCA

L'editoriale. La morale del pangolino

Il pangolino è un mammifero che vive in Asia e in Africa, principalmente. Ha una sorta di corazza, per difendersi ed è famoso per il suo appallottolarsi. È un animale molto simpatico, ma al di là di questo aspetto, è prezioso perché in via di estinzione o fortemente vulnerabile. 

Parlo del pangolino perché nei giorni scorsi è stato detto – anche se la questione è ancora aperta e il dibattito scientifico pure – che forse questo animale ha qualche ruolo nel salto di specie che ha portato Sars-Cov-2 ad attaccare l’uomo. Ma è importante parlare di pangolini perché in questi giorni, nonostante il dibattito sia giustamente incentrato sulle cause prossime del passaggio del virus all’uomo, non si parla di quelle remote: cosa ha portato a questo salto di specie? Ne ho parlato già in un intervento precedente, di poche settimane fa: la prima causa è la distruzione degli ecosistemi in cui questi animali vivono, la seconda è che il contatto con questi animali è reso più probabile dal fatto che noi li cacciamo e poi li portiamo in questi mercati in cui li vendiamo anche in condizioni igieniche pessime.


LEGGI ANCHE: 


Perché cacciamo queste specie, anche se è illegale? Lo facciamo per diverse ragioni: una è quella alimentare, l’altra è quella di presunto uso medico. In molti ritengono che alcuni di questi animali abbiano dei poteri medicamentosi, anche il pangolino. Tantissime specie sono a rischio estinzione a causa di pura superstizione umana. Pensiamo alle pinne degli squali, ai corni dei rinoceronti e via dicendo. 

Non sono nemmeno d’accordo con l’argomento delle culture millenarie. In molti dicono che alcune tradizioni sono così importanti in determinate culture che devono essere rispettate. No, in passato abbiamo visto tradizioni millenarie che andavano contro diritti inalienabili e che sono state modificate. Bisogna andare oltre a queste superstizioni. 

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012