CULTURA
Il fantasma dei fatti, quattro storie che hanno cambiato l'Italia per sempre
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Nell’Italia dei primi anni Sessanta ci sono quattro personaggi che hanno le carte in regola per elevare il Paese al rango di super potenza mondiale. Ma qualcosa va storto: Mario Tchou ed Enrico Mattei muoiono, in circostanze misteriose, proprio prima di fare il passo che avrebbe portato le loro aziende, la Olivetti e l’Eni, alla svolta; Felice Ippolito e Domenico Marotta, invece, vengono fatti fuori, pur non fisicamente, rispettivamente dal Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare e dall’Istituto Superiore di Sanità. Su di loro accuse pesanti che li costringono a dimettersi dalle loro cariche.Il tutto avviene nel giro di pochissimi anni, e l’Italia si avvia verso il suo posto in panchina tra le potenze del mondo. Ma se su queste quattro storie avesse agito qualcosa di diverso dal “destino cinico e baro”? Se ci fosse un piano, un ordine, una ragione? O magari una “lunghissima mano americana”? Da questa ipotesi parte e si sviluppa l’ultima fatica letteraria di Bruno Arpaia, Il fantasma dei fatti, nelle librerie dal 27 febbraio, per i tipi di Guanda. La mano lunghissima è, nell’artificio del romanzo, quella di Thomas Karamessines: un americano di origini greche, un personaggio oscuro, di cui si sa molto poco, da bravo professionista della CIA. Un romanzo che intreccia finzione e storia, che entra nel profondo di quegli anni così importanti per il nostro Paese, che intriga e coinvolge. Nell’intervista lo scrittore e giornalista Bruno Arpaia ci ha parlato del libro, dei fantasmi dei fatti, delle quattro storie e di Thomas Karamessines.
Intervista all'autore Bruno Arpaia. Servizio di Elisa Speronello