Quasi diecimila persone in più rispetto ai posti disponibili, istituti che si ritrovano anche con oltre 400 detenuti in eccesso rispetto a quelli che potrebbero avere ed un numero di suicidi deve far riflettere. La situazione delle carceri italiane è complessa, da più punti di vista. Quello che vogliamo analizzare è solamente l’aspetto quantitativo, consapevoli che quando si parla di limitazioni della libertà questa non può e non dev’essere un’analisi esaustiva. Conoscere a fondo la fotografia attuale delle carceri italiane però è utile per avere una base solida su cui costruire un ragionamento più profondo e lungimirante.
I detenuti in Italia
Partiamo dai macro dati e vediamo come in Italia i detenuti, al 31 gennaio 2024, erano 60.637, mentre i posti a disposizione nelle nostre carceri solamente 51.347. Già questo dato fotografa una situazione di sovrabbondanza che va a totale discapito di chi ogni giorno deve vivere all’interno degli istituti di pena e delle case circondariali. Di questi 60.637 detenuti gli stranieri sono poco più del 30% (18.985). Il dato aggiornato a gennaio 2024 poi, è tra i più alti degli ultimi dieci anni. Solamente nel periodo che va dal 2009 al 2013 la popolazione detenuta superava l’attuale
Le nazionalità dei detenuti
I condannati con sentenza passata in giudicato sono la maggioranza, precisamente 44.555, contro i 6.346 detenuti con sentenza non definitiva.
Andando a vedere le serie storiche invece emerge come dal 2007 al 2023 marocchini e altri cittadini europei fossero le due nazionalità più presenti nelle nostre carceri. Entrambe seguono la curva dei detenuti totali ma c’è una particolare zona che negli ultimi due anni ha visto aumentare in modo vertiginoso la sua popolazione nelle carceri. Sono le persone provenienti dal medio oriente che nel 2022 sono passate da 176 a 1.211 detenuti in un solo anno.
L'età dei detenuti
Passando ai dati anagrafici invece, e rifacendoci sempre ai dati rilasciati dal Ministero della Giustizia, vediamo come più del 37% della popolazione detenuta ha tra i 25 ed i 40 anni. Un dato che rispecchia anche in questo caso, l’andamento generale. C’è da segnalare però, che dal 2020 in poi l’intera popolazione carceraria è stata in crescita con la fascia d’età tra i 50 ed i 59 anni che è aumentata del’11% in soli tre anni, passando da 9.504 detenuti a 11.485.
Il sovraffollamento
Tornando invece alla questione principale del sovraffollamento, analizziamo nel dettaglio i dati forniti dal Ministero della Giustizia. La situazione più precaria dal punto di vista prettamente quantitativo, a fine gennaio 2024, la si stava vivendo nella Casa Circondariale “Regina Coeli” di Roma, dove i detenuti erano 1.099 per 611 posti disponibili. Quella di Roma purtroppo non è un unicum per quanto riguarda le carceri italiane. Situazioni di sovraffollamento analoghe le troviamo anche al “San Vittore” di Milano nel carcere di Lecce ed in quello di Taranto, dove i detenuti in eccesso rispetto ai posti disponibili sono sempre più di 400.
Insomma la fotografia che emerge da questi dati delle carceri italiane è quella di luoghi in cui le persone sono ammassate. La conferma arriva anche dal report dell’Associazione Antigone che parla di istituti “fatiscenti e condizioni degradate di vita per detenuti e personale”. 60.637 persone per 51.347 posti significa che le carceri italiane sono piene quasi al 120% e gli istituti più affollati sono Brescia "Canton Monbello" (218,1%), Grosseto (200%), Lodi (200%), Foggia (189%), Taranto (182,2%) e Brindisi (181,51%).
“In queste condizioni - avverte l’Associazione Antigone - non è possibile alcuna attività tesa al reinserimento sociale del detenuto, non si può studiare, non si può lavorare, non sì è adeguatamente seguiti da medici e psicologi. Del resto lo stesso personale di supporto previsto dalla legge e dai regolamenti è gravemente sotto organico, il che significa un sostanziale abbandono di qualsiasi prospettiva rieducativa”.
I suicidi in carcere
La situazione delle carceri italiane, tra strutture non adeguate e sovraffollamento, assume dei contorni ancora più preoccupanti se ai dati che abbiamo visto fino ad ora aggiungiamo quello dei suicidi all’interno dei penitenziari. Il primo dato su questo tema che balza all’occhio è proprio quello del 2024. Da inizio anno le persone che si sono suicidate all’interno delle nostre carceri sono state 19. A questo poi bisogna aggiungerne altre 24 decedute in stato di detenzione.
“Questi suicidi - riporta ancora l'Associazione Antigone -, sono maggiori di oltre 10 volte rispetto al tasso medio di suicidi nella società dei “liberi”, e nascono spesso da uno stato di disperazione indotto dalle miserevoli condizioni di vita cui sono soggetti i detenuti. E spesso si tratta di soggetti giovani, che devono scontare condanne non lunghe o addirittura prossimi alla scarcerazione”.
19 suicidi in meno di due mesi significa più di un atto estremo ogni due giorni. Dati allarmanti che significano anche più del triplo rispetto al gennaio del 2023. Secondo i dati raccolti da Ristretti Orizzonti, dal 1992 ad oggi in carcere si sono suicidate 1.744 persone.