Pare che le prime piante siano apparse sulla terraferma all’incirca 450 milioni di anni fa, quando la vita sul pianeta esisteva da tempo (almeno da 3,5 miliardi di anni) e quando anche la vita animale era nata (introno a 530 milioni di anni fa).
Ma per vivere sulla terraferma le piante, che presto si trasformeranno in alberi e gli alberi daranno vita alle foreste, hanno “imparato” a sottrarre il calcio e il magnesio (sotto forma ionica) dal granito e altre rocce silicatiche. Ma quei minerali non bastavano: per crescere gli alberi si sono riforniti di anidride carbonica prelevandola dall’atmosfera. Il che ha modificato il clima terrestre: si calcola che l’arrivo degli alberi sulla terraferma abbia fatto abbassare la concentrazione di CO2 in atmosfera tanto da determinare un brusco calo della temperatura media del pianeta di 5 °C.
Nel contempo le piante hanno “nutrito” il terreno, soprattutto con composti di fosforo. Piogge e fiumi hanno portato questi “nutrienti” negli oceani determinando un aumento delle popolazioni di viventi che, per crescere, hanno sottratto altra anidride carbonica all’atmosfera, facendo abbassare di altri 2 o 3 °C la temperatura media alla superficie del pianeta.
Insomma, gli alberi raffreddano (contribuiscono a raffreddare) la Terra.
Ma ora non ce la fanno più a contrastare l’immissione in atmosfera di CO2 da parte dell’uomo. E qualcuno si arrende, come gli alberi ritratti da Roberto Besana in riva al lago ai margini del boschetto.
In ogni caso dobbiamo a loro tutta la nostra riconoscenza. E tutta la nostra meraviglia, come fa Federico Garcia Lorca in questa poesia.
Alberi! Frecce voi siete dall’azzurro cadute? Quali tremendi guerrieri vi scagliarono? Sono state le stelle? Vengon le vostre musiche dall’anima degli uccelli, dagli occhi di Dio.