CULTURA
Graduatorie e classifiche: l'impero della competizione nel giudicare il cinema (e non solo)
Graduatorie, classifiche, liste di priorità, confronti: qualsiasi trasmissione televisiva guardiate o qualsiasi carta stampata leggiate non riuscirete a sottrarvi all’impero della competizione. Se poi andate su internet avrete la possibilità di allargare le informazioni e magari di divertirvi. Il cinema la fa da padrone, evidentemente si presta. Quali i migliori film della sua storia?
La scelta è ampia, da Casablanca a Il Padrino e via elencando, seconda della giuria (degli “spettatori” o degli “esperti”). Ci sono anche pareri autorevoli; la rivista inglese Sight and Sound fa periodicamente il suo censimento, consultando critici, selezionatori di festival e alcuni registi. Questa volta, “dopo sessanta anni di dominio di Citizen Kane di Orson Welles” ha vinto La donna che visse due volte di Hitchcock. Siamo sempre ad alti livelli.
Una volta, interpellato, mi dichiarai impotente di fronte a paragoni che, nonostante le buone intenzioni, sapevano tanto di scommessa a premi.
Per curiosità si potrà anche sapere che in una inchiesta della stessa rivista con 358 registi ha avuto la meglio Viaggio a Tokio di Ozu, davanti a Odissea nello spazio di Kubrick. Per quanto si tratti di capolavori il gioco è sempre quello, una gara tra quelle che una volta si definivano opere dell’ingegno. Ci sono poi in rete le classifiche più varie e variamente motivate, una dà anche indicazioni di metodo per intendere bene un film, con una premessa generale, che “da Molière a oggi il cinema è stato anche considerato opera d’arte”. I fratelli Lumière, cui credo ci si riferisca, devono retrodatare la propria invenzione. Scherzi del computer?
“ Qualsiasi trasmissione televisiva guardiate o qualsiasi carta stampata leggiate non riuscirete a sottrarvi all’impero della competizione
Ma se il cinema occupa la parte più ampia di queste indagini, non manca la musica classica (Beethoven su Mozart, qualcuno ci mette anche Bach), e i dipinti (quelli più belli, “che illuminano l’anima”, Masaccio prevale su Botticelli). E i libri? Mondadori Store afferma che ci sono almeno cento autori da leggere o rileggere “almeno una volta prima di morire”. Avrei preferito dire che servono a vivere meglio.
Adesso ci si mette anche un quotidiano di opinione come Repubblica, che ha appena indetto un referendum tra i lettori su una lista di libri già definita, messi in gara a eliminazione tra coppie: come il vecchio gioco della torre, buttare giù Moravia o la Morante, Carlo Levi o la Ortese, Pavese o Parise, e via discorrendo (sono 32 in tutto)?
Certo, la premessa è che questo torneo è un gioco, ma anche i giochi possono essere male intesi . Uno scrittore e drammaturgo importante come Stefano Massini, ci ricorda duelli storici, diatribe ben note, Virginia Woolf contro Joyce o Pirandello versus D’Annunzio, traendo la conclusione che in fondo queste polemiche hanno giovato a tutti. Erano però scambi motivati di opinioni, anche pesanti, tra vivi; e non partite postume di un torneo. Questo è un divertissiment, e così va preso.
C’è però un rischio; perché si inserisce in un contesto generale in cui alle classifiche si attribuisce quasi sempre un giudizio di qualità. Non si penserà (pochi o tanti non importa) che alla fine Fenoglio è meglio di Tondelli, che Camilleri è meglio di Sciascia, e che qualcuno sarà il meglio di tutti ?