La scorsa settimana abbiamo parlato del caso del suprematista bianco nord-americano che rifiutò il dato scientifico del risultato del suo DNA, adducendo come giustificazione che il risultato era monopolizzato da un’ideologia multiculturalista. Questa è una reazione preoccupante e interessante: è capitato anche a me parlare di temi legati alle migrazioni e alla scienza che spiega come noi siamo un’unica specie, non divisa in razze. C’è una sorta di contrasto tra le evidenze scientifiche e la percezione pubblica. Indipendentemente dalle opinioni (politiche e non solo) le evidenze della scienza hanno spesso un grande rilievo culturale che deve essere ascoltato: noi sappiamo che i “bianchi” non esistono, men che meno possiamo commentare sul fatto che “i bianchi siano superiori”. E anche sulla questione dei “prima i bianchi a casa nostra” c’è un perché: l’evoluzione spiega che nessuno è proprio “a casa sua”. Scopriremmo che c’è sempre qualcuno di più autoctono di noi. Noi europei non siamo autoctoni, così come lo stesso esempio si potrebbe fare per altre e numerose aree geografiche.