SOCIETÀ

L’effetto Ikea e i contenuti multimediali

All’inizio del XX secolo le aziende americane iniziarono varie sperimentazioni per produrre un busta già pronta per torte che diminuisse i tempi di preparazione.  

Alla fine degli anni Quaranta General & Mills arrivò al giusto dosaggio degli ingredienti perché la combinazione potesse soddisfare i palati dei consumatori e quindi essere immessa sul mercato. Il tempo di preparazione della torta veniva drasticamente ridotto e il cliente/consumatore doveva solo aggiungere acqua. 

Le vendite furono in un primo momento molto promettenti ma, alla metà degli anni Cinquanta, ebbero un progressivo rallentamento fino a ristagnare e nessuno capì esattamente perché. L’azienda commissionò quindi una ricerca allo psicologo Hernest Dichter (colui che coniò la terminologia “focus group”). Dopo alcune analisi Dichter scoprì che la torta era troppo facile da preparare e non c’era nessun investimento emotivo o soddisfazione da parte dei clienti. Così la soluzione proposta fu quella di coinvolgere maggiormente i cake makers richiedendo di rompere due uova e aggiungerle al preparato. In poco tempo le vendite risalirono vertiginosamente. Dichter consigliò anche di coinvolgere ulteriormente i cake makers nel processo di glassatura. 

E questo produsse tre effetti diversi:

  • Aumento della creatività e della personalizzazione.

  • Modifica del bilanciamento del gusto della torta tramite la glassatura.

  • Ulteriore incremento delle vendite.

Dallo studio si scoprì che l’atto di essere coinvolto nel processo aumentava il valore percepito dal creatore del prodotto. Questo vale anche se il prodotto è già stato progettato e si deve semplicemente assemblare come un mobile dell’Ikea. Le persone valutano di più i prodotti che hanno contribuito a creare rispetto a quelli dei professionisti.

In generale il livello con cui si è contribuito alla creazione corrisponde al livello di soddisfazione. Ma se lo sforzo per il contributo è troppo alto si tende a lasciare incompleto il lavoro. Se lo sforzo è minimo, invece, si tende a non essere soddisfatti.

Pensiamo ora alle caratteristiche della maggior parte dei contenuti che vengono creati nei social:

  • Generalmente non prevedono progettazione, si ripetono in forme/formati standard. 

  • Non richiedono particolare sforzo nella creazione. Tutto, comprese le impostazioni della fotocamera, è in modalità automatica o semiautomatica per dare il miglior risultato possibile con relativo impegno.

  • La “glassatura” che richiedono (filtri, tool interattivi, scritte) aumenta il grado di coinvolgimento e la personalizzazione.

Sin dalla nascita dei social l’evoluzione dei contenuti è in continua progressione seguendo la direttrice evolutiva della multimedialità. Dai primi post di solo testo, è stata data la possibilità, in maniera relativamente semplice, di aggiungere man mano foto, video, filtri, scritte sovrimposte e strumenti interattivi. Questo ha sicuramente arricchito la personalizzazione, ravvivato l’interesse e aumentato il traffico della rete. Allo stesso tempo il numero di strumenti e le combinazioni vengono perlopiù utilizzati in maniera basilare, generando molti post simili per formato ed estetica, facendo nascere il bisogno di nuovi aggiornamenti. Quale sarà dunque lo scenario futuro? Avremo tools sempre più personalizzati che aumenteranno il coinvolgimento (e forse l’illusione) di creare contenuti originali?

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