SOCIETÀ

L'Intelligenza artificiale ora si insegna (anche) a scuola

Un’ora di inglese, sei di italiano, tre di matematica e poi educazione fisica, arte e così via, settimana in settimana. Sembra il classico programma che da qui a settembre attenderà le studentesse a scuola, che si tratti (al netto dell’italiano, ovviamente) di classi in Europa, Stati Uniti, Sudamerica ecc. Ma non è propriamente così, non dappertutto perlomeno.

In Cina, da settembre, a matematica, scienze, storia sarà affiancata per la prima volta una materia nuova, una di quelle diventata ormai di uso comune in tutto il mondo. Il programma scolastico cinese prevede, ufficialmente, l’inserimento di lezioni sull’intelligenza artificiale. Al ritorno sui banchi, la Cina – dalle scuole elementari fino alle superiori – sarà la prima nazione al mondo a inserire, ufficialmente, gli studi sull’AI nel suo sistema educativo. Certo, in altre parti del mondo ci sono già realtà che portano in classe temi di questo tipo, ma non in modo strutturale e per precisa scelta governativa. 

L’avvento dell’AI literacy

L’informazione, di per sé, potrebbe sembrare non propriamente importante. In realtà, l’accelerazione nello sviluppo di intelligenze artificiali e del loro utilizzo ormai permeato anche al di fuori degli ambiti di ricerca, pone dei problemi di non poco conto e la necessità di educare non solo gli addetti ai lavori, ma anche le persone comuni, con in testa le nuove generazioni, all’uso di questa nuova tecnologia in forte espansione.

Da questo punto di vista, molti Paesi stanno sviluppando programmi di studio basati sull’AI literacy. Il termine, in inglese, rischia di dire poco. Letteralmente, AI literacy significa alfabetizzazione all’intelligenza artificiale. È l’insieme delle competenze cognitive, pratiche, tecniche e sociali che permettono – a ogni età – di interagire con i sistemi di intelligenza artificiale, capendone il funzionamento, le implicazioni e i potenziali rischi. La sua importanza è stata sottolineata, di recente, anche dall’UNESCO che mette in guardia sulla necessità di aumentare le conoscenze base della popolazione sull’IA per evitare che si formi un pericoloso gap tecnologico. L’organizzazione dell’ONU per l’educazione, la scienza e la cultura sottolinea la rapidità con cui i decisori politici, assieme al sistema scolastico e universitario (e con le stesse aziende IT) debbano trovare un fronte comune per alfabetizzare gli abitanti. 

La svolta cinese

Nero su bianco, lo certifica il ministero dell’Educazione della Repubblica popolare cinese: dall’avvio del prossimo anno scolastico, gli studenti cinesi, a partire dalle elementari e fino alle scuole superiori, troveranno integrate – tra le altre consuete materie – lezioni sull’AI. Le ore previste non saranno comunque moltissime: otto lungo tutto il corso dell’anno. Il numero può sembrare esiguo, ma quello che è davvero interessante è il cambio di passo, dalla teoria alla pratica, e il concetto che sottende all’introduzione di questi corsi. Lo scopo è quello di far sviluppare alle nuove generazioni competenze digitali innovative e basate sul problem solving, suddividendo gli obiettivi di apprendimento in base alle classi scolastiche. Nelle classi primarie si tratterà di dare un’introduzione all’AI, mentre per i gradi superiori ci saranno attività pratiche con progettazione e attività più avanzate. Il governo cinese prevede di implementare, di anno in anno, il numero di ore totali da qui al 2030. 

In parallelo, le università cinesi stanno aumentando i percorsi di studio sull’Intelligenza artificiale e, di questo passo, la Cina potrebbe essere il paese più avanzato al mondo nell’AI literacy.

D’altra parte, il passaggio “educational” della Cina suona come un passo obbligato. Il Paese ha infatti messo a bilancio una voce di spesa di oltre 550 miliardi di dollari nel settore ricerca e sviluppo (+10% rispetto al 2024 con una fetta sostanziosa proprio per l’intelligenza artificiale).

La rincorsa lenta del resto del mondo

Con investimenti di questo genere, la Cina, oltre a educare i giovani all’uso dell’AI, mira ad avere il predominio mondiale sugli altri Paesi, Stati Uniti in primis. 

Tornando strettamente all’AI literacy, dall’Europa agli Stati Uniti, si registrano molte iniziative a macchia di leopardo, tanti programmi sulla carta ma ancora poche azioni realmente concrete.

L’AI Act e l’Unione Europea

L’UE, nel 2024, ha approvato in via definitiva l’AI Act, il regolamento che stabilisce norme armonizzate sull’intelligenza artificiale per promuoverne un uso affidabile in Europa. L’articolo 4 è dedicato all’AI literacy e recita in questo modo: “I fornitori e i deployer dei sistemi di IA adottano misure per garantire nella misura del possibile un livello sufficiente di alfabetizzazione in materia di IA del loro personale nonché di qualsiasi altra persona che si occupa del funzionamento e dell'utilizzo dei sistemi di IA per loro conto, prendendo in considerazione le loro conoscenze tecniche, la loro esperienza, istruzione e formazione, nonché il contesto in cui i sistemi di IA devono essere utilizzati, e tenendo conto delle persone o dei gruppi di persone su cui i sistemi di IA devono essere utilizzati”. Non c’è alcun riferimento diretto al sistema scolastico, ma la speranza è che sia una base di partenza per far muovere i singoli Paesi membri nella direzione corretta.

La situazione italiana

L’Italia ha varato la sua strategia per l’intelligenza artificiale 2024-2026. All’interno del documento, firmato dal dipartimento per la trasformazione digitale e dall’Agenzia per l’Italia digitale, si fa riferimento al ruolo fondamentale della formazione, demandandolo, intanto alle università e, poi – a cascata – sul resto del sistema. Nello specifico: “L’Italia dovrà promuovere – si legge nel documento – una formazione di elevata qualità, allineata alle nuove competenze richieste per affrontare le sfide che l’Intelligenza Artificiale ci porrà negli anni a venire. Da un lato, sarà fondamentale incentivare l’insegnamento della disciplina a livello universitario in tutte le sue sfaccettature, con attenzione anche alle rilevanti questioni etiche, all’interno di una vasta gamma di percorsi formativi, promuovendo così la collaborazione interdisciplinare. Dall’altro lato, sarà cruciale concentrare gli sforzi su percorsi tecnici specializzati, come ad esempio il Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale, mirando alla formazione dei ricercatori destinati a diventare i veri promotori dell’adozione dell’IA nelle imprese e nella Pubblica Amministrazione. Considerato il notevole ritardo dell’Italia nel campo delle competenze digitali di base e l’imminente impatto dell’Intelligenza Artificiale sulle professioni, diventa altresì essenziale promuovere percorsi educativi per le scuole e l’intera cittadinanza mirati a preparare la società italiana alla rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale”. 
Promossi nella teoria, ma non nella pratica visto che non esistono orizzonti temporali, ad oggi, per un piano formativo reale nei percorsi scolastici. 

L’esempio virtuoso dell’Estonia

Il Paese baltico, sempre a partire da settembre, è il primo e unico in UE ad aver avviato un programma interamente dedicato all’AI literacy. Il suo nome è AI Leap 2025 e l’intento è quello di imprimere una spinta importante all’educazione digitale e all’IA. Il progetto è pilota e si partirà con 20.000 studenti delle scuole superiori e circa 3.000 docenti con un investimento iniziale di poco superiore ai tre milioni di euro. Gli alunni avranno accesso gratuito a una vasta gamma di applicazioni sviluppate con l’AI e ai professori sarà data l’istruzione necessaria perché siano utilizzate al meglio. 

Al di fuori dei programmi scolastici, ma rimanendo sempre in Unione Europea, la Finlandia – nel lontano (soprattutto a livello tecnologico) 2018 si fece promotrice a livello pioneristico di un progetto di alfabetizzazione di massa chiamato Elements of AI. La partecipazione fu molto elevata, soprattutto per l’epoca, e il progetto è ancora attivo e utilizzabile.

E gli Stati Uniti?

Se le aziende big tech americane detengono ancora il primato tecnologico per quanto riguarda l’implementazione delle AI, l’adozione di piani di AI literacy sembra andare alquanto a rilento. Il governo americano, attraverso uno dei tanti ordini esecutivi firmati dal presidente Trump, dovrebbe dare il via al piano federale per l’alfabetizzazione sull’intelligenza artificiale. Il piano, Advancing Artificial Intelligence Education for American Youth, prevede la creazione di una task force presidenziale con il compito di coordinare, tra le altre cose, a livello federale le diverse agenzie per portare la formazione sull’AI in tutte le scuole di ordine e grado: dalla formazione dei docenti fino a quello degli studenti e delle studentesse. 

© 2025 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012