Era il 1912 quando Giacomo Ciamician, presidente della Società italiana per il progresso delle scienze pronunciava questa frase: “Se la nostra civiltà oscura e nervosa, basata sul carbone, sarà seguita da una più mite basata sull’utilizzo dell’energia solare, questo non sarà certo di ostacolo al progresso e alla felicità”. Un pensiero lungimirante a cui ancora la società e la politica non stanno aspirando, almeno non del tutto. Riuscire, invece, a sfruttare l’enorme potenziale dell’energia solare è una sfida globale, ambiziosa e urgente che deve risolvere i problemi della dispersione, diffusione e intermittenza connessi alla natura della radiazione solare. Bisogna immagazzinare la luce solare, utilizzando i processi che le piante mettono in pratica ogni giorno, attraverso la fotosintesi. Proprio di fotosintesi – artificiale in questo caso – parliamo con Marcella Bonchio, prorettrice alla Ricerca dell’università di Padova e tra i massimi esperti italiani in questo campo di ricerca.