UNIVERSITÀ E SCUOLA

L’istruzione (scientifica) come seme per il progresso

Problem-solving e metodo scientifico contribuiscono allo sviluppo di quel “pensiero scientifico” in grado di contribuire alla crescita di un Paese, e così l’educazione al pensiero scientifico gioca un ruolo molto importante. È questo il motore del progetto Seed Science, un progetto che ha l’obiettivo di diffondere l’educazione scientifica in Paesi in via di sviluppo condividendo metodi e pratiche di insegnamento con la popolazione locale. L’iniziativa entra nella sua prima fase operativa in questi giorni e ne abbiamo parlato con Michele Raggio dell’Università di Roma “Tor Vergata”, ideatore e coordinatore del progetto.

Il progetto, di recente selezionato tra i vincitori del bando “Scambi Giovanili” 2018 del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha l’obiettivo di mettere a disposizione degli insegnanti dei Paesi coinvolti le capacità di insegnanti di scienze professionisti in merito ai contenuti e alle competenze scientifiche, ma soprattutto al metodo di insegnamento e di approccio alle materie scientifiche. Attraverso esperimenti legati soprattutto alle scienze naturali, ma anche alla fisica, alla chimica e alla matematica, Michele, insieme alla squadra che con lui lavora al progetto, cercherà di portare un metodo di insegnamento diverso e aggiornato rispetto a quello presente nelle località destinatarie del progetto. Quello a cui si punta è trasmettere la passione per la scienza e il pensiero critico a studenti tra i 10 e i 18 anni.

Il tutto avviene direttamente in scuole locali dove spesso manca l’elettricità, in assenza di rete internet e con materiali e abitudini molto diverse da quelle a cui siamo abituati ogni giorno. Per mettere in pratica gli esperimenti sono stati studiati dei semplici “kit” con materiali riciclati o facilmente reperibili nei Paesi in cui si opera, in modo che le esperienze siano riproducibili anche con poche risorse.

Al progetto, e soprattutto per entrare in contatto con le scuole, prendono parte anche ONG locali tra cui Patriots Ghana per il Ghana, Common Ground for Africa per il Kenya, Bondeko Center per l’Uganda e Ngerengere River Eco Camp per la Tanzania.

Dopo la prima fase che durerà dieci mesi, alcuni insegnanti dei Paesi coinvolti arriveranno in Italia per continuare la loro formazione. Verranno poi selezionati alcuni educatori locali che formeranno a loro volta altri insegnanti delle loro comunità, così da creare un network di insegnanti di scienze di alto livello.

Negli anni, l’acquisita capacità di pensare e svolgere esperimenti scientifici migliorerà notevolmente la conoscenza e le abilità di problem-solving degli studenti.

Queste conoscenze scientifiche offriranno ai ragazzi un nuovo punto di vista sul mondo che potenzialmente permetterà loro di eccellere e poter aiutare le proprie comunità, indipendentemente da ciò che faranno nella vita.

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