SOCIETÀ

“Lottare per la libertà, resistere a Padova”: la Resistenza secondo Egidio Meneghetti

Dal 29 aprile al 12 maggio 2025 Palazzo del Bo e il cortile pensile di Palazzo Moroni ospitano la mostra Lottare per la libertà, resistere a Padova: Egidio Meneghetti, l'università, la città: un percorso espositivo che non si limita a celebrare un anniversario ma che rilancia una riflessione sul significato profondo della Resistenza attraverso lo sguardo di chi, tra le aule universitarie e le strade cittadine, scelse di opporsi al nazifascismo. 

Cuore della mostra è la figura di Egidio Meneghetti: farmacologo, professore all'Università di Padova, instancabile antifascista e tra i principali artefici del Comitato di Liberazione Nazionale Regionale Veneto. Accanto a Concetto Marchesi e Silvio Trentin, contribuì a costruire la rete clandestina che fece dell’ateneo patavino un centro nevralgico della resistenza intellettuale e armata: un impegno riconosciuto nel 1945 con la medaglia d’oro al valor militare, l’unica assegnata a un’università italiana.

Promossa dall’Università di Padova, la mostra nasce da un intenso lavoro del Casrec, Centro di Ateneo per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea, e ha potuto contare su materiale proveniente da numerosi archivi pubblici e privati, in particolare sulla documentazione messa a disposizione dall’Archivio storico dell’Università di Padova e dal Centro per la storia dell’Università di Padova.

Il percorso si snoda in tre sedi e su tre livelli. Nel cortile pensile di Palazzo Moroni una serie di pannelli illustra l’evoluzione del percorso di Meneghetti e il ruolo dell’Università dalla Grande Guerra alla Resistenza: l’organizzazione delle formazioni partigiane e la propaganda clandestina, le persecuzioni, la repressione e i bombardamenti. Attraverso testi e immagini vengono ripercorsi gli anni del suo rettorato (1945-47) e il difficile dopoguerra, durante il quale Meneghetti fu paradossalmente sottoposto a sorveglianza da parte della pubblica sicurezza come soggetto “pericoloso per l’ordine democratico dello Stato”.

Nel Cortile Antico di Palazzo del Bo viene invece offerta ai visitatori una galleria di biografie della Resistenza padovana, con un focus particolare sul mondo universitario e sul ruolo decisivo delle donne. Da martiri come  Primo Visentin “Masaccio” (al quale a Palazzo Bo è dedicata la statua del Palinuro), e Sandro Godina a figure come Placido Cortese e Otello Pighin, fino a docenti come Ezio Franceschini e Paola Zancan, viene delineato un mosaico collettivo fatto di scelte coraggiose, sacrifici e visioni condivise. Infine, nell’antisala di Scienze al piano superiore, sono esposti materiali originali e in gran parte inediti: corrispondenze, pubblicazioni, scritti clandestini. E una pistola.

L’arma, un revolver retrocarica Glisenti, fu consegnata da Meneghetti, che l’aveva ricevuta in quanto ufficiale medico alla prima guerra mondiale, ad Antonio Ranzato, comandante della brigata partigiana “Guido Negri”. La storia di questo reperto – dato per disperso per decenni prima di arrivare recentemente al Casrec – è stata raccontata su Il Bo Live ed è il segno concreto della trasmissione di ideali e responsabilità tra generazioni contro il nazifascismo. Non solo un oggetto materiale, ma un filo resistente che lega la storia dell’Università di Padova all’impegno civile, un frammento che ci parla non solo della lotta armata ma della responsabilità morale che spinse uomini e donne di origini e credi differenti a compromettersi per la libertà. 


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Lottare per la libertà, resistere a Padova nasce non come atto celebrativo o dovuto, ma come occasione di condivisione di riflessione di un intenso lavoro archivistico e storiografico. “La mostra è stata realizzata grazie anche al progetto Terza Missione 2023 dell’Università di Padova, che ha permesso la digitalizzazione di una parte significativa del fondo Egidio Meneghetti custodito dal Casrec, assieme ad altre sezioni delle raccolte sempre dedicate alla Resistenza – spiega a Il Bo Live Eloisa Betti, docente di storia contemporanea presso il Dipartimento Spgi dell’Università di Padova –. L’ottantesimo anniversario della Liberazione è sembrato l’occasione ideale per valorizzare e ampliare questo patrimonio in un progetto più ampio che abbracciasse l’intera parabola biografica di Egidio Meneghetti, dall’impegno come studente nella Prima guerra mondiale fino alla morte nel 1961”.

La biografia di Meneghetti diventa così, sottolinea Betti, lo strumento per rileggere la storia dell’Ateneo e della città: “Il cuore dell’esposizione è l’intreccio tra le vicende personali e collettive, in cui il ruolo dei docenti e degli studenti universitari è messo in relazione con lo sviluppo del movimento resistenziale padovano. Per questo a Palazzo Bo è stata allestita una sezione interamente dedicata alle biografie, che ci aiutano a comprendere come le scelte individuali abbiano contribuito, sommandosi, alla costruzione della libertà collettiva”.

Uno dei valori aggiunti del progetto, secondo la storica, è stato il lavoro di squadra, con studiosi e studiose che con competenze diverse hanno collaborato alla ricostruzione di biografie dimenticate, senza dimenticare il contributo dei tre giovani studenti universitari che hanno affiancato il team nella ricerca, restituendo un forte senso di continuità tra le generazioni. L’attenzione alle storie individuali e al ruolo delle donne rispecchia le nuove tendenze storiografiche, sempre più attente alla complessità delle forme di resistenza – armata e civile, visibile e silenziosa. “C’è però ancora molto da studiare e portare alla luce, e credo che anche un’iniziativa come questa possa essere un punto di partenza per nuove ricerche”, conclude Eloisa Betti. Lottare per la libertà, resistere a Padova non è soltanto una mostra: è l’occasione per interrogarsi su presente e futuro, libertà e coraggio. E su cosa significhi, oggi, scegliere da che parte stare.

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