SCIENZA E RICERCA

Mappato il genoma dell'orata per una migliore qualità e sostenibilità

È stata pubblicata su Nature Communications Biology la ricerca di Marianna Pauletto del Dipartimento di Biomedicina comparata e alimentazione dell’Università di Padova dal titolo Genomic analysis of Sparus aurata reveals the evolutionary dynamics of sex-biased genes in a sequential hermaphrodite fish. Lo studio ha permesso di ottenere la sequenza completa del genoma dell’orata (Sparus aurata) che è, insieme al branzino, la più importante specie allevata nel Mediterraneo.

L’orata è una specie ermafrodita sequenziale, uno stesso esemplare può essere maschio in una fase della sua vita e femmina in un’altra. In particolare presenta un ermafroditismo sequenziale proterandico: tutti gli individui si sviluppano inizialmente come maschi, ma, all’età di circa due anni, vanno incontro ad una regressione dei testicoli e una maturazione delle ovaie, diventando così femmine. Studiare come il DNA di una specie ermafrodita viene “letto” è fondamentale visto che non è la sequenza del DNA (come nell’uomo) a regolare lo sviluppo del sesso, ma il diverso modo in cui il DNA viene trascritto ed espresso.

Lo studio pubblicato ha attribuito una funzione specifica alle diverse parti del DNA. Questo ha permesso anche di esplorare l’espressione genica delle femmine e dei maschi e le dinamiche evolutive dei geni espressi in maniera differenziata tra i due sessi.

"Avere la sequenza completa del Dna di una specie, quindi il genoma, è un po' come spostarsi avendo a disposizione una mappa o un navigatore. È molto più facile - spiega Marianna Pauletto - individuare quale sia la strada più veloce, più breve, più efficace per raggiungere uno o più obiettivi. Questo studio aiuterà gli allevamenti a orientarsi per raggiungere i vari traguardi: per esempio individuando quali geni sono responsabili di una crescita più veloce o di una resistenza maggiore alle malattie ma anche di favorire una qualità finale del prodotto più elevata. La commercializzazione di questo prodotto sarà dunque migliore, più sostenibile e con costi minori.

La ricerca è disponibile nel portale di Nature Communications Biology.

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