UNIVERSITÀ E SCUOLA

Museo diffuso Unipd. Galileo, Poleni e Rossi, tre personaggi chiave della storia della fisica

Il nostro percorso che ci sta portando a visitare le 12 collezioni che fanno parte del progetto del Museo diffuso dell'università di Padova oggi fa tappa all'esposizione del dipartimento di Fisica e astronomia, collocata nell'ingresso che si affaccia su via Paolotti.

A catturare i primi sguardi è un imponente cannocchiale, strumento simbolo del lavoro svolto da Galileo per le osservazioni che condusse nel periodo in cui fu docente a Padova, in quelli che lui stesso definì i 18 migliori anni della sua vita. Oltre alla figura di Galileo Galilei l'esposizione ricorda attraverso strumenti originali altri due personaggi chiave della fisica e dell’astronomia: Giovanni Poleni, a cui è inoltre stato intitolato il rinnovato museo di storia della fisica la cui raccolta è considerata fra le più importanti a livello internazionale e Bruno Rossi che grazie alle sue ricerche sulla fisica dei raggi cosmici è tra i padri dell’astrofisica moderna.

Approfondiamo la collezione insieme a Sofia Talas, docente del dipartimento di Fisica e astronomia e curatrice scientifica dell'esposizione, che ci illustra gli strumenti in mostra spiegando in che modo furono utilizzati da questi tre scienziati di fama mondiale, ognuno dei quali ha avuto un legame profondo con la città di Padova e il suo ateneo.

Sofia Talas, responsabile scientifica della collezione del Museo diffuso del dipartimento di Fisica e astronomia, illustra la collezione. Servizio, riprese e montaggio di Barbara Paknazar

"Gli strumenti esposti provengono dal Museo di storia della fisica Giovanni Poleni: il museo ha circa 500 strumenti attualmente in mostra ma ne abbiamo migliaia nei depositi e quindi questa postazione del museo diffuso è anche un’occasione per presentare altri strumenti della collezione", introduce la professoressa Talas.

La postazione si sviluppa in due sezioni ed è dedicata a tre personaggi fondamentali per la storia della fisica e dell'astronomia: Galileo Galilei nel ‘600, Giovanni Poleni nel ‘700 e Bruno Rossi nel ‘900. Il primo, come è noto, inaugura la rivoluzione scientifica ed è tra gli artefici della nascita della scienza moderna. Negli anni trascorsi a Padova, tra il 1592 e il 1610, Galileo inventa o migliora strumenti e sviluppa ricerche essenziali per la stesura dei suoi capolavori. 

"In mostra abbiamo lo strumento simbolo del suo lavoro: il cannocchiale con cui scruta l’universo e fa osservazioni con cui, per usare le sue parole, legge il libro della natura. Il cannocchiale in mostra è del ‘600 ed è un modello che completamente aperto arriva a circa 1,5 metri di lunghezza", spiega la responsabile scientifica della collezione del dipartimento di Fisica e astronomia dell'università di Padova. Il modello di cannocchiale in esposizione al dipartimento di Fisica e astronomia appartiene alla tipologia che Keplero introdusse a partire dal 1611 sull'onda delle scoperte di Galileo, come quelle contenute nel trattato Sidereus Nuncius.

"Poi si passa a Giovanni Poleni che a Padova ricoprì diverse cattedre, tra cui una di astronomia e meteore. Nel 1739 Poleni ottenne la cattedra di filosofia sperimentale (oggi fisica sperimentale), con cui inaugurò l’insegnamento della fisica in termini moderni", basandola quindi su esperimenti e dimostrazioni.

"Proprio per queste lezioni avvia una raccolta di strumenti scientifici: il Gabinetto di fisica dell’università che poi i successori continuarono ad arricchire e attualmente è la collezione del museo di Storia della fisica", continua Sofia Talas.

L'esposizione omaggia Poleni attraverso alcuni oggetti particolari: "innanzitutto un eolipila che è strumento con cui si studiava l’azione del vapore e fu acquistata dallo stesso scienziato intorno al 1740 per le lezioni di fisica sperimentale".

Dall'altra parte della postazione c'è una stampa che raffigura uno strumento usato da Poleni per studiare la forza centrifuga. "E' una bellissima macchina in stile rococò veneziana ma purtroppo non abbiamo potuto metterla in esposizione perché è enorme e per questo motivo è stata smontata e custodita in uno dei nostri depositi". Una parte dello strumento è però presente nell'allestimento e, una volta montato sulla macchina, veniva fatto ruotare e consentiva di studiare gli effetti della forza centrifuga. Questi accessori della macchina di rotazione furono inventati dall'abate Nollet, scienziato di corte del re di Francia, e Poleni li fece costruire per averli a disposizione durante le sue lezioni. 

Si arriva poi al '900 con Bruno Rossi, uno dei pionieri degli studi sui raggi cosmici. "Rossi diventò professore a Padova nel 1932 e fu sua la decisione di far costruire il nuovo istituto di Fisica in via Marzolo perché fino ad allora la fisica era stata insegnata a Palazzo del Bo. Il nuovo istituto era modernissimo per l’epoca, c’era addirittura un acceleratore di particelle che sarebbe stato uno dei primi in Italia. In esposizione abbiamo due dei contatori Geiger originali che Bruno Rossi usava nelle sue ricerche, proprio nella torre dell’istituto per studiare la distribuzione angolare dei raggi cosmici.

A caratterizzare la collezione sono quindi strumenti che segnano la ricerca, raccontano il modo di lavorare dei fisici e che sono anche icone legate a grandi personaggi della Fisica e dell’astronomia", conclude Sofia Talas.

SPECIALE "Museo diffuso Unipd"

1. Museo diffuso Unipd. Separare, pesare e distinguere: la collezione del dipartimento di Scienze Chimiche

2. Museo diffuso Unipd. Nella collezione del Dei c'è anche un robot calciatore

3. Museo diffuso Unipd. Galileo, Poleni e Rossi, tre personaggi chiave della storia della fisica

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012