SOCIETÀ

In nome di quale libertà?

Le destre di tutto il mondo sin dall’inizio della pandemia si sono opposte ad ogni forma di limitazione delle libertà personali che i governi hanno cercato di introdurre - in varie forme e con varia intensità - per contrastare il dilagare del Covid-19. Questo atteggiamento non deve sorprendere perché è perfettamente in linea con i principi del neoliberismo su cui si fondano le ideologie di destra. I precetti del neoliberismo - riferiti ad un sistema economico - postulano l'assoluta libertà di impresa dei privati, libertà rispetto alla quale lo Stato non deve mai intervenire. Estendendo questi principi dall’economia alla vita sociale, le destre mettono al centro di tutto l’individuo e considerano inaccettabile ogni interferenza dello Stato, cioè della collettività, nelle “libere” determinazioni individuali. Quindi nessun obbligo di mascherina, nessun obbligo di vaccinazione e nessun green pass o super green pass. Libertà di muoversi come si vuole, quando si vuole e dove si vuole.

È chiaro che questo, in tempi di pandemia, comporta dei rischi. E qui entra in gioco, in modo più o meno esplicito, il secondo paradigma che ha alimentato il pensiero delle destre (soprattutto di quelle estreme) nell’ultimo secolo e mezzo: il darwinismo sociale. Cioè l’applicazione delle dinamiche darwiniane nell’evoluzione della società. Solo i più adatti, i più forti, sopravvivono. Liberismo. neoliberismo e darwinismo sociale si sono intrecciati fornendo (e questa è storia) i fondamenti ideologici dell’eugenetica ed il relativo corollario di “razza superiore” che ha condotto allo scempio che tutti conosciamo.

Esiste quindi un pericolo più grande dell’egoismo dei singoli individui strenuamente contrari ai vaccini, ai green pass e alle mascherine che rivendicano la superiorità della loro libertà personale rispetto all’interesse di salute pubblica della collettività. Lo abbiamo sentito dire alle volte anche esplicitamente da molti di coloro che non hanno voluto sottoporsi alla vaccinazione o non vogliono indossare la mascherina o dotarsi di green-pass: perché dovrei limitare la mia libertà se il problema è degli altri ? Il pericolo dietro la rivendicazione di queste “libertà personali” è che prevalga più o meno consapevolmente l’idea darwiniana che in fondo si deve lasciar fare alla “selezione naturale” nella convinzione dei singoli che “tanto non capiterà mai a me”.

I dati delle ospedalizzazioni e delle terapie intensive ci raccontano una realtà molto diversa. La grande maggioranza di quelli che rischiano la vita oggi sono proprio coloro che - in nome delle proprie libertà e aderendo (più o meno consapevolmente) ai principi del darwinismo sociale - hanno rifiutato le “imposizioni” dello Stato. Questa è maggioranza negli ospedali e nelle terapie intensive è, fortunatamente, minoranza nella società. 

Qualcuno ha portato la sua lotta fino alle estreme conseguenze rifiutando ogni cura e pagando con la vita questa scelta. Potremmo dire che la selezione naturale ha fatto il suo corso. Una selezione non tanto contro una debolezza del fisico, incapace di resistere al virus, quanto piuttosto contro la debolezza della “mente” incapace di comprendere l’opportunità offerta dalla scienza con i vaccini. A questo punto verrebbe la tentazione di dire che, si, in fondo hanno ragione loro, lasciamo fare alla selezione naturale. Magari le prossime generazioni saranno più “adatte” a comprendere il valore della scienza e svilupperanno un maggiore senso di responsabilità collettiva. Per fortuna però, siamo in una società che tutela minoranze, le tutela anche dai loro stessi principi autodistruttivi.

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