Oltre a medici, infermieri, personale sanitario e la Protezione Civile, ci sono altre forze in campo per dare il loro contributo durante l’emergenza sanitaria, sia entro i confini nazionali, sia in un contesto più internazionale. Come testimoniato dalla dichiarazione dello stato di pandemia da parte dell’Oms, infatti, il contagio del nuovo coronavirus, il SARS-CoV-2, ha un assunto un raggio mondiale. Le varie nazioni del globo hanno risposto in modi e tempi diversi all’emergenza, e nel frattempo altre realtà hanno cominciato a dare il loro contributo. Per quanto riguarda l’Italia, si tratta di organizzazioni non governative come Emergency, Medici senza Frontiere, Medici con l’Africa Cuamm, ma anche di associazioni di volontariato come la Croce Rossa Italiana.
Proprio la Croce Rossa è scesa in prima linea fin dagli esordi dell’emergenza sanitaria in Italia, mettendosi a disposizione della nazione, per misurare la temperatura, per esempio, negli aeroporti, e per il trasporto di persone contagiate. Inoltre è attiva anche dal punto di vista sociale, come ricorda il vicepresidente Rosario Valastro, diventando “le mani per coloro che non possono, o non debbono, muoversi da casa”, portando quindi cibo, farmaci e talvolta compagnia. Le Croce Rossa Italiana si è messa a disposizione delle altre società nazionali di Croce Rossa cedendo informazioni e pratiche che possono essere utili per gestire il fronte sociale e le persone migranti.
Intervista al Vicepresidente nazionale CRI Rosario Valatro. Montaggio di Elisa Speronello
Impegnati in Italia, al fianco della Protezione Civile e del Sistema sanitario nazionale, anche i medici di Emergency. Dai comunicati ufficiali emerge come l’organizzazione non governativa fondata da Gino Strada sia attiva a Bergamo, al fianco di AREU (Azienda Regionale Emergenza Urgenza) e Sanità degli Alpini, per allestire l’ospedale da campo dedicato ai pazienti contagiati da Covid-19. All’interno della terapia intensiva e sub-intensiva di questo ospedale operano alcuni medici e infermieri che l’organizzazione ha richiamato dalle missioni all’estero. A Brescia, l’Ong lavora con la direzione ospedaliera per proteggere il personale sanitario dal contagio, mentre a Milano, in concerto con il Comune, aiuta le persone più a rischio consegnando pasti e medicinali a domicilio. Emergency non ha sospeso i progetti nel resto del mondo, al contrario, ha anche attivato dei protocolli specifici come preparazione all’arrivo del virus: formazione dello staff e allestimento di triage aiuteranno l’intercettazione dei casi sospetti e quindi la riduzione dei contagi negli ospedali locali.
Dal canale Youtube di Emergency. Due volontari danno aggiornamenti da Bergamo
Anche Medici con l’Africa Cuamm si sta attrezzando per sostenere la crescita dei contagi nel continente in cui operano, “Che sono in aumento del 20% ogni giorno. Siamo preoccupati” ha dichiarato Don Dante Carraro, direttore dell’organizzazione. Nei 23 ospedali aperti in Africa i medici dell’organizzazione cercano di contenere l’epidemia tenendo in isolamento i casi sospetti, mettendo in protezione anche il personale sanitario locale e attrezzandolo adeguatamente, e tracciando i contatti recenti dei casi confermati. Sebbene il campo d’azione del Cuamm sia l’Africa, l’organizzazione ha deciso di “fare la propria parte” anche in Italia, impegnandosi a donare quattro respiratori, destinati a quattro ospedali, e portando il bagaglio di esperienza maturato negli anni nella lotta contro le epidemie in Africa.
Intervista al direttore del Cuamm Don Dante Carraro. Montaggio di Elisa Speronello
Per quanto riguarda Medici senza Frontiere, Claudia Lodesani, infettivologa e presidente dell’organizzazione italiana ha dichiarato che i loro team sono impegnati negli ospedali nel lodigiano, lavorando fianco a fianco con il personale sanitario. Nelle Marche, invece, i team di MSF danno il loro supporto nelle strutture per anziani. Fuori dai confini nazionali Medici senza Frontiere è attiva in Spagna, Francia, Belgio, Grecia e Hong Kong. In ogni luogo, afferma Lodesani, è fondamentale proteggere le strutture e gli operatori sanitari perché non si ammalino e possano continuare a curare sia i pazienti affetti da Coronavirus, sia gli altri malati.