SOCIETÀ

#PerunALTRAcostituente. Sveva Avveduto: “La diversità è una ricchezza, non una concessione”

La quasi totale assenza di voci di donne nella gestione dell'emergenza coronavirus e della ripartenza è una questione di cui si è sentito spesso discutere in questi giorni. Sono stati molti gli appelli sollevati a livello nazionale per sensibilizzare la società e la classe politica riguardo alla scarsa presenza di donne all'interno delle task force per fronteggiare la pandemia. Tra questi, ricordiamo la lettera aperta scritta dalla professoressa Annalisa Oboe, prorettrice alle relazioni culturali, sociali e di genere all'università di Padova.

Abbiamo perciò affrontato la questione con Sveva Avveduto, dirigente di ricerca del Cnr all’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (IRPPS) e presidente dell'associazione Donne e scienza, per parlare di quali siano gli svantaggi che comporta, per il paese, negare alle donne la possibilità di partecipare alle decisioni delle politiche e delle strategie per la ripartenza e se possa davvero essere considerato un successo il recente annuncio del presidente del Consiglio, che ha comunicato i nomi di alcune donne che entreranno a far parte delle task force per la gestione della ripartenza, considerando che per ottenere questo risultato sono stati necessari numerosi appelli.

“È un triste successo, perché questa consapevolezza dovrebbe essere naturale in un paese civile”, commenta Sveva Avveduto. “L'assenza delle donne nei comitati e nelle commissioni è figlia di una grande assenza complessiva, che è l'assenza delle donne nella gestione del potere. La presenza delle donne nei gruppi di lavoro, di ricerca, e nelle attività aziendali, costituisce una ricchezza di visioni, talenti e competenze eterogenee che sono un vantaggio per la comunità e per il paese”.

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