Le piogge estreme stanno mettendo o hanno messo in ginocchio numerose parti del mondo, Italia compresa, tra cui anche la provincia di Belluno, colpita pesantemente lo scorso ottobre proprio da precipitazioni di rara intensità. In un recente articolo di Nature viene evidenziato come queste catastrofi alluvionali saranno sempre più intense e frequenti: in Why extreme rains are getting worse, si mette in relazione l’aumento della temperatura globale e il peggioramento delle alluvioni. I ricercatori della North Carolina State University hanno stimato che l’innalzamento di 1 grado Celsius può portare ad aumentare anche del 7% la presenza di acqua nell’aria, causando così anche un incremento delle precipitazioni.
La pubblicazione prende in considerazioni diverse situazioni che si sono manifestate in questi anni, dall’intensificazione delle alluvioni all’imprevedibilità dei fenomeni. Gli scienziati, infatti, non riescono a simulare facilmente, attraverso modelli computerizzati, l’andamento e lo sviluppo dei fenomeni meteorologici, che tendono a cambiare nel corso della loro esistenza.
Al National Center Atmospheric Research in Colorado, i ricercatori hanno creato un simulatore di temporali ad alta risoluzione, che può analizzare gli eventi atmosferici con un dettaglio in scala di un'area di 4 km d'estensione. Al contempo, all’interno del servizio meteorologico nazionale del Regno Unito si è arrivati fino a 2,2 km di risoluzione. Questo nuovo tipo di modello metereologico però può essere utilizzato solamente per aree relativamente piccole.
Precipitazioni sempre più intense e frequenti: è lo scenario che dobbiamo aspettarci in un prossimo futuro? Dopo gli eventi che hanno colpito la provincia di Belluno, lasciando dietro di sé uno scenario catastrofico, la fondazione Giovanni Angelini e l’università di Padova hanno organizzato una serie di appuntamenti per analizzare scientificamente ciò che è successo sotto più punti di vista. Abbiamo intervistato il professor Giancarlo Dalla Fontana, docente di Idrologia e sistemazioni idraulico-forestali dell’università di Padova e presidente del comitato scientifico della fondazione.
“Stabilire un nesso diretto causa-effetto tra riscaldamento climatico e le precipitazioni di questo evento probabilmente è un po’ un azzardo. Possiamo affermare però - spiega il prof. Dalla Fontana - che il contesto che si sta determinando a causa del riscaldamento, cioè una maggiore disponibilità di energia, una maggiore presenza di vapore acqueo e le temperature più elevate, definisce un quadro in cui queste tipologie di eventi hanno più probabilità di accadere. È presumibile che questi fenomeni si verifichino con maggiore frequenza”.
Sabato 1 dicembre 2018, nella sede della provincia di Belluno, si terrà il primo incontro, dal titolo Alluvione di acqua e fango. Raffiche di vento, schianti nel bosco: in questo seminario di studi si presenteranno alcune preliminari considerazioni sul recupero delle aree danneggiate, con osservazioni verso una differente pianificazione e gestione del territorio montano.