SOCIETÀ

Quante armi da fuoco ci sono in Italia

Sono passati quasi quattro anni dal momento in cui avevamo deciso di capire quante armi ci fossero in Italia. La richiesta veniva dopo l’ennesima strage accaduta negli Stati Uniti ma capire quante armi da fuoco erano presenti nel nostro territorio non era stato semplice o meglio, non era proprio stato possibile. Dati ufficiali non ne esistevano e solo un report indipendente prodotto dal sito Gunpolicy, aveva stimato che nel 2017 in Italia ci fossero 8 milioni e 609 mila pistole "civili". Un dato per altro in crescita visto che il numero di pistole per 100 abitanti nel 2015 era 11,9 contro il 14,4 del 2017.

Un focus prodotto dall'Opal, cioè l'osservatorio permanente sulle armi leggere e sulle politiche di difesa e sicurezza, aveva poi osservato come l'Italia, a confronto con i paesi del G8 fosse seconda solo agli Stati Uniti come omicidi per armi da fuoco ogni 100 mila abitanti.

Sono passati quattro anni e un decreto legislativo, il 104/18, entrato in vigore a settembre 2018, ma la situazione non sembra essere più di tanto cambiata. Parliamo spesso e volentieri di quanto gli open data siano utili anche alla democrazia, e quello delle armi non può essere un tema su cui soprassedere.

Di numeri certi ancora non ne abbiamo e forse l’unico modo per recuperare dati, se non precisi quantomeno verosimili, potrebbe essere quello d'interrogare tutte le 103 questure d’Italia o i 528 commissariati di polizia. Ci sono però delle stime ma, come vedremo in seguito, differiscono non poco tra di loro.

Il numero di licenze 

L’unico dato certo che possiamo avere è quello rilasciato dalla Polizia di Stato nel mese di aprile. Sarebbero 1.222.537 le licenze di porto d’armi in corso di validità per tutte le categorie previste dalla legge. Un dato in aumento del 4,2% rispetto al 2020. Questo significa che, secondo i dati di cui disponiamo, in meno di dieci anni ci sono state almeno 50mila licenze in più.

Ad essere precisi vediamo come le licenze ad uso caccia siano 631.304, ad uso tiro a volo 543.803, per difesa personale arma corta 12.346, per difesa personale arma lunga 222 e per le guardie giurate 33.713 ad arma corta e 1.149 ad arma lunga.

Questi dati sarebbe interessante analizzarli anche a livello locale, per capire con precisione quali sono, se ci sono, le zone dove l’incremento è stato più marcato. Ancora una volta però, siamo costretti a dire che mancano dati aperti.

Oltre a questo è impossibile sapere con precisione quante sono le armi nelle case degli italiani. Questo perché ad ogni licenza può corrispondere anche un numero di armi superiore ad uno e, considerando che un italiano su 60 ha la licenza, crediamo che il numero di armi sia ben superiore. Per cercare di quantificarlo possiamo rifarci ad alcune stime. La prima ci arriva dallo Small Arms Survey che parla di 8,6 milioni di armi ad uso civile in Italia. Da questo numero sono quindi escluse tutte quelle in dotazione alle forze dell’ordine, oltre che all’esercito. 

Ci sono anche della altre stime, riferite sempre al 2017, che però differiscono di molto. Lo studio era stato realizzato dal dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale della Sapienza e metteva in luce come le armi da fuoco in Italia fossero circa 4 milioni. Una cifra che è meno della metà rispetto alla precedente dello Small Arms Survey.

Quante sono quindi le armi in Italia? La risposta semplice è: non lo sappiamo. Giornalisti, ricercatori o anche semplici cittadini non possono saperlo, e non rimane che attendere che il Viminale faccia chiarezza e rilasci, con trasparenza, dei dati precisi.

Quello che possiamo fare noi però, è tracciare una stima che non vuol avere una valenza di certezza. Possiamo però capire il numero massimo di armi da fuoco legali ad uso civile che circolano nel nostro Paese. Se le licenze attive sono 1.222.537, e sappiamo che ogni licenza può avere fino a 12 armi, vediamo come al massimo potrebbero esserci 14 milioni e 670 mila armi da fuoco legali nelle nostre città. Un dato massimo che non ha la presunzione di valore statistico.

Richiedere la licenza

Le 12 armi che si possono detenere sono state introdotte dalla già citata normativa 104/2018. Innalzare il numero di armi che si possono detenere da 6 a 12 però non è stato l'unico cambiamento. Le modifiche principali di quel decreto legislativo sono state:

- La durata delle licenze di porto d'armi ad uso caccia e a sportivo passa da 6 a 5 anni. Rimane annuale il porto d'armi per difesa personale.

- Chi possiede armi o parti di esse, comprese le munizioni, deve farne denuncia entro le 72 ore successive all’acquisizione. L’attuazione della direttiva permette di fare denuncia anche per via telematica, via P.E.C. agli uffici preposti (ufficio locale di pubblica sicurezza o… al locale comando dell'Arma dei carabinieri) o direttamente alla Questura competente per territorio. La denuncia è necessaria per i soli caricatori in grado di contenere un numero superiore a 10 colpi per le armi lunghe e un numero superiore a 20 colpi per le armi corte.

- Il decreto approvato dal governo Conte elimina qualsiasi obbligo di attestare con un’autocertificazione, di aver informato i propri conviventi maggiorenni del possesso di arma da fuoco.

- Dal punto di vista del certificato medico il nuovo decreto parla chiaro: “chiunque detiene armi comuni da sparo, ad eccezione dei collezionisti di armi antiche, senza essere in possesso di alcuna licenza di porto d’armi, è tenuto a presentare ogni cinque anni la certificazione medica”. Sono esentati i collezionisti di armi antiche e chi è titolare di licenza di porto d’armi, che ha comunque l’obbligo di presentazione del certificato con la richiesta di licenza”.

- Uno dei punti più controversi del nuovo decreto è il numero di armi che si possono possedere. La normativa appena approvata infatti porta da 6 a 12 il numero di armi sportive detenibili.

- Il decreto approvato prevede che l'acquisto, la detenzione e l'uso di armi appartenenti alle categorie A6 e A7 e di caricatori di capacità superiore ai limiti stabiliti sono consentiti solo "ai tiratori sportivi iscritti a federazioni sportive di tiro riconosciute dal CONI nonché gli iscritti alle federazioni di altri Paesi UE, agli iscritti alle Sezioni del Tiro a Segno nazionale, agli appartenenti alle associazioni sportive dilettantistiche affiliate al CONI". Le armi di categoria A6 e A7 sono quelle armi comunemente dette  le armi demilitarizzate, cioè quelle che una volta erano utilizzate per scopi militari e che, con delle modifiche, sono state rese non automatiche e quindi non più in grado di sparare a raffica. Fanno parte di questa categoria i fucili Kalashnikov Ak47, Ar 70/90, Fal Bm 59 e simili.Questo significa che chiunque sia iscritto ad un’associazione sportiva dilettantistica, può possedere una di queste armi.

- Anche la capacità massima del caricatore aumenta a 20 per le armi corte ed a 10 per le armi lunghe. Fino all’approvazione del decreto 104 i colpi consentiti erano rispettivamente 15 e 5.

Il tema delle armi da fuoco spesso viene tirato in ballo quando accadono delle tragedie. È un tema divisivo su cui spesso la propaganda politica basa parte del suo essere. Se avessimo dati aperti e trasparenti però, potremmo avere una visione chiara di qual è la situazione attuale e di quante siano le armi nelle "nostre" case.

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