SCIENZA E RICERCA

Ricostruire la vita quotidiana dell'Età del bronzo: gli scavi di Povegliano Veronese

L’analisi magnetometrica "preparatoria", condotta a fine 2021, aveva già dato i risultati sperati e i successivi scavi hanno confermato quanto il sito de La Muraiola di Povegliano Veronese possa essere centrale nel filone di ricerca che indaga su come si svolgeva la vita quotidiana nell’età del bronzo medio. La terza campagna di scavo, realizzata nell'ambito del progetto Geodap, si è conclusa nei giorni scorsi e ha permesso di approfondire la conoscenza delle strutture abitative dell’epoca, attraverso i resti che sono arrivati fino a noi. A condurre i lavori è il geoarcheologo Cristiano Nicosia del dipartimento di Geoscienze dell’università di Padova a cui nel dicembre del 2020 è stato assegnato un ERC Consolidator Grant per un filone di ricerca innovativo, la cui particolarità consiste proprio nella scelta di focalizzare le indagini sul record stratigrafico domestico delle società del tempo, in Italia come in altri siti archeologici di Paesi europei.

Diversamente da altri approcci, dove l'accento è posto sull'identificazione di reperti di valore per la loro rarità e bellezza o manufatti di particolare pregio, il progetto Geodap (il cui nome completo GEOarchaeology of DAily Practices: extracting bronze age lifeways from the domestic stratigraphic record) ha scelto di mettere al centro delle indagini la comprensione della vita quotidiana delle comunità dell'Età del bronzo, partendo dalle strutture domestiche, in un innovativo approccio interdisciplinare che integra la geoarcheologia, la chimica organica e l’archeobotanica.

Il nuovo settore di scavo era stato aperto nel giugno 2022 a distanza di quasi 40 anni dai primi ritrovamenti che all'inizio degli anni '80 avevano portato alla luce i resti di una capanna con un focolare. Lo sviluppo di tecnologie, tecniche analitiche, di rilevamento e rilievo, oggi molto più avanzate rispetto al passato, consente di ottenere informazioni nuove che possono aggiungere tasselli importanti verso la comprensione degli aspetti sociali, economici e ambientali di un momento chiave della storia umana.

Il professor Cristiano Nicosia illustra gli ultimi sviluppi della campagna di scavi a Povegliano Veronese. Servizio, riprese e montaggio di Barbara Paknazar

L'abitato de La Muraiola si colloca intorno a 1500 anni a.C., un periodo che ricade all'interno della cosiddetta Età del bronzo medio. "Rispetto all'anno scorso lo scavo si è approfondito e ha cambiato volto: abbiamo iniziato a trovare anche tantissime buche di palo che sono residui di perimetrazioni effettuate con pali in legno infissi nel terreno che poi si sono degradati e hanno lasciato questa traccia che noi seguiamo molto attentamente. Abbiamo trovato dei lacerti di pavimento, quindi dei residui di queste strutture in cui abitavano queste comunità dell’Età del bronzo e anche alcune interessanti evidenze che sono probabilmente relative a delle stalle o delle aree in cui erano presenti animali".

I reperti, tra cui molta ceramica, e altri più particolari come un pettine in osso e uno spillone in bronzo, raccontano pezzi di vita dell’epoca. Le ossa animali ritrovate sul sito verranno indagate dal punto di vista faunistico e permetteranno di sapere di più sulle abitudini alimentari delle comunità che si erano insediate in questa area.

“Sono tutti reperti che ci permettono di capire come vivevano queste persone, cosa mangiavano, quale era la loro economia preistorica e come esse interagissero con l’ambiente, anche raccogliendo materiali per costruire i pavimenti delle loro case e dunque conoscendo il territorio dal punto di vista sedimentario”, osserva Nicosia.

Al termine della campagna di scavi il lavoro prosegue nei laboratori dove le analisi hanno un marcato carattere interdisciplinare. "Abbiamo una gran mole di campioni  su cui lavorare. Su alcuni vengono svolte analisi di archeobotanica, altri sono sottoposti ad indagini micromorfologiche al microscopio, altri ancora a datazioni radiocarboniche. E poi c'è tutto il filone di ricerca che si occupa del disegno, dell'interpretazione e della misurazione di tutti i resti ceramici e l'archeozoologia che si concentra invece sullo studio dei resti delle ossa animali rinvenute nel sito", aggiunge il docente.

Sullo scavo vengono inoltre raccolti dei sacchi di terreno per ogni unità stratigrafica che viene scavata. "Da queste unità stratigrafiche viene estratto per flottazione, quindi per galleggiamento, tutto il materiale botanico come semi, frutti e carboni che possono essere mineralizzati o carbonizzati. Questo tipo di analisi consente di ricostruire quali combustibili venivano usati, quale era la composizione dei legni disponibili, quali cereali venivano coltivati e quali piante erano presenti all'interno del sito. In questo modo riusciamo ad ottenere informazioni importanti sull'economia e l'ambiente del passato".

Il sito de la Muraiola è tra gli abitati dell'Età del bronzo più importanti a livello europeo e per questo è stato deciso di proseguire con una nuova campagna di scavo che inizierà ad ottobre. Nel frattempo il progetto Geodap mantiene il suo respiro internazionale e prosegue con indagini che, oltre all'Italia, coinvolgono anche Serbia, Croazia, Slovenia, Repubblica Ceca e Ungheria. "Alcuni siti li scaviamo direttamente noi, mentre in altri interveniamo come supporto scientifico per le analisi su reperti e campioni. Le differenze tra i siti emergono perché abbracciamo un'ampia fetta di mondo e ambienti che anche sotto il profilo geologico e geomorfologico sono molto diversi. E' proprio dalle differenze che troviamo spunti per interpretare meglio la vita delle comunità dell'Età del bronzo", conclude Cristiano Nicosia.

 

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