SCIENZA E RICERCA

Il ritorno del morbillo su scala globale

Più 300%. È questo il dato, allarmante, che emerge dal rapporto preliminare dell’Organizzazione mondiale della sanità sulla diffusione del morbillo nei primi tre mesi del 2019, rispetto allo stesso periodo del 2018. Un risultato che sarebbe potuto essere anche essere atteso, visto che il dato segue gli aumenti degli ultimi due anni, ma che lancia un preciso segnale di allarme su come una malattia, facilmente arginabile grazie al vaccino, si stia diffondendo su scala globale. A farne le spese soprattutto l’Africa, dove l’aumento dei casi risulta essere del 700%.

L’Oms è chiara: “Seppure i dati non siano ancora completi – si precisa nel rapporto – indicano un chiaro trend: molti Paesi sono nel pieno di una consistente epidemia di morbillo e tutte le aree del mondo stanno sperimentando un aumento dei casi”. Secondo l’Oms, le epidemie attuali interessano la Repubblica democratica del Congo, l’Etiopia, la Georgia, il Kazakistan, il Madagascar, il Myanmar, le Filippine, il Sudan, la Thailandia e l’Ucraina, causando numerosi decessi, la maggior parte tra i bambini.

L’allerta però non interessa solo questi Paesi: “Negli ultimi mesi picchi di casi si sono verificati anche in zone con percentuali di copertura vaccinale elevate, come gli Stati Uniti e Israele, a causa di una diffusione elevata del virus tra le persone non coperte”.

L’Oms ricorda come il morbillo sia una delle malattie più contagiose e con un elevato rischio di complicazioni: “Nel 2017 ha causato quasi 110.000 vittime”. E anche nei Paesi a elevate prestazioni sanitarie e di reddito “la malattia conduce al ricovero ospedaliero per un quarto dei casi e può portare a conseguenze gravi come la disabilità permanente a causa di complicazioni quali sordità, cecità o danni cerebrali”. 

Allo stesso tempo, è bene ribadirlo, il morbillo è altamente arginabile grazie all’inoculazione di due dosi di vaccino, “sicuro ed efficace”. Ma è ormai da molti anni che la copertura globale della prima vaccinazione è in stallo all’85%, una soglia considerata troppo bassa rispetto alla copertura di gregge prevista al 95%. La seconda dose invece è ferma al 67%.

La risposta alla malattia, dichiara l’Oms, “richiede una serie di approcci per garantire che le dosi di vaccino siano somministrate ai bambini nel periodo temporale corretto con particolare attenzione, soprattutto nei Paesi poveri, all’accesso e alla qualità del servizio di assistenza sanitaria”. D’altra parte resta chiara la necessità di un approccio politico super-partes e scientificamente corretto, senza il quale non è possibile veicolare una comunicazione efficace sull’importanza del vaccino e sui pericoli che esso previene.

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