SOCIETÀ

Scorie a riposo. Ecco i siti idonei a ospitare il Deposito Nazionale di Scorie Nucleari

L’abbiamo attesa per lunghi mesi ed alla fine, nell’ultimo mese disponibile, è stata finalmente pubblicata la CNAI, cioè la Carta Nazionale delle Aree Idonee. Idonee ad ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari, cioè un grande sito di stoccaggio di tutte le scorie che ora sono in giro per il nostro Paese. Nel nostro lungo approfondimento a puntate avevamo analizzato proprio le tempistiche per arrivare alla pubblicazione di tale Carta e dove ora sono dislocate tutte le scorie radioattive italiane.

Ora sappiamo finalmente qual è l’elenco completo delle aree su cui potrebbe sorgere tale deposito. Mercoledì 13 dicembre infatti, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato l’elenco delle aree presenti nella proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI). La Carta e’ stata elaborata dalla Sogin, sulla base delle osservazioni emerse a seguito della consultazione pubblica e del Seminario nazionale condotti dopo la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), e approvata dall’Ispettorato nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (Isin). 

 

Le zone individuate dalla Carta Nazionale sono 51, anche se entro 30 giorni i territori non presenti nella proposta possono avanzare la propria candidatura. C’è da fare una premessa a tutto ciò: l’unico Comune che si è di fatto auto candidato è stato Trino Vercellese, in Piemonte.

I 51 luoghi che sono stati reputati idonei si trovano in sei diverse regioni d’Italia: Basilicata, Piemonte, Puglia, Lazio, Sardegna e Sicilia. 

La regione con più aree idonee ad ospitare il deposito nazionale è il Lazio con ben 21 luoghi doversi. Sono tutti racchiusi nella zona intorno a Viterbo e vanno dai comuni di Montalto di Castro, Canino, Cellere, Ischia di Castro, Soriano nel Cimino, Vasanello, Vignanello, Corchiano, Gallese, Tarquinia, Tuscania, Arlena di Castro, Piansano, Tessennano.

Oltre al Lazio, il Piemonte ha cinque diverse zone idonee, tutte in provincia di Alessandria nel comuni di Bosco Marengo, Novi Ligure, Alessandria, Oviglio, Quargnento, Castelnuovo Bormida, Sezzadio, Fubine Monferrato.

Fra Puglia e Basilicata ci sono ben 15 aree concentrate tra la provincia di Matera, con i comuni di Montalbano Jonico, Matera, Bernalda, Montescaglioso, Irsina e i comuni di Altamura, Laterza e Gravina, fino ad arrivare a Genzano di Lucania.

In Sardegna le aree idonee sono otto: Albagiara, Assolo, Usellus, Mandas, Siurgius Donigala, Segariu, Villamar, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna, Nurri, Ortacesus, Guasila.

In Sicilia infine, nella zona del trapanese, ci sono due aree idonee: Calatafimi - Segesta e Trapani.

Ora che conosciamo le aree idonee vediamo quali saranno i prossimi passi per iniziare a costruire tale deposito. Entro 30 giorni, gli Enti locali di tutto il territorio italiano interessati ad ospitare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico (DNPT) possono presentare la loro autocandidatura. Se il proprio territorio non ricade nelle Aree Idonee, l’autocandidatura dev’essere accompagnata dalla richiesta di rivalutazione per verificarne la relativa idoneità. Le aree che si sono autocandidate dovranno poi essere vagliate nuovamente dalla Sogin e conseguentemente da Isin, cioè l’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione. Dopo questo passaggio, sempre a 30 giorni dal parere dell’ISIN, verrà pubblicata la Carta Nazionale delle Aree Autocandidate (CNAA). Questa avrà anche dei criteri di idoneità sulla base di caratteristiche tecnico e socio-ambientali, verrà cioè inserita una sorta di preferenza.

La data finale per individuare il luogo in cui creare il deposito è scalata da dicembre 2023 a qualche mese più avanti, con una prospettiva di tumulare le scorie poi nel 2029. Il viaggio per trovare il luogo adatto alla costruzione del deposito nazionale è ancora lungo, ma pian piano si sta delineando il luogo.

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