SOCIETÀ

California, l’eldorado della nuova space economy

C’è stato un tempo in cui migliaia di pionieri attraversavano deserti e montagne per inseguire le pepite nascoste nei fiumi californiani. Un secolo e mezzo dopo, la febbre si è spostata verso un’altra ricchezza: i microchip e l’innovazione digitale della Silicon Valley. Oggi, nel 2025, una nuova corsa è iniziata. Non verso le miniere o i garage dell’informatica, ma verso l’orbita terrestre: un Eldorado fatto di satelliti, stazioni private, fabbriche in microgravità e sogni di estrazioni asteroidali.

Una tradizione lunga settant’anni

La rinascita californiana non nasce dal nulla. Già dagli anni Cinquanta e Sessanta la regione era stata la culla dei grandi contractor aerospaziali: Douglas Aircraft, Northrop, Hughes, Lockheed. Nomi che hanno dato forma a aerei iconici, sonde interplanetarie e satelliti di telecomunicazione. Interi quartieri di Los Angeles si sono sviluppati attorno agli stabilimenti, con migliaia di tecnici e operai impiegati in progetti che portavano la bandiera americana nello spazio. Negli anni Novanta e Duemila, la chiusura di alcune linee produttive e lo spostamento di programmi federali avevano fatto pensare a un declino irreversibile. Ma il tessuto di competenze non è mai scomparso: si è trasformato, e oggi trova nuova linfa nelle startup nate dall’esperienza di SpaceX e nelle iniziative locali che hanno scelto di restare sulla costa pacifica.

Dove il passato incontra il futuro

Long Beach ed El Segundo, un tempo sinonimo di cantieri navali e di stabilimenti Boeing, oggi ospitano capannoni riconvertiti in laboratori, sale di integrazione e officine dove si assemblano moduli spaziali e satelliti. L’aria salmastra dell’oceano si mescola al rumore delle turbine di test e al vociare di giovani ingegneri appena usciti dalle università californiane. Qui la tradizione industriale incontra l’entusiasmo della nuova generazione. È un paesaggio in cui la ruggine dei vecchi hangar convive con pannelli solari, camere bianche e banchi di prova per sistemi propulsivi elettrici e sperimentali.

Stipendi da record e migliaia di nuovi posti

La trasformazione è visibile anche nei numeri. Solo nella contea di Los Angeles, il settore aerospaziale e della difesa ha aggiunto oltre undicimila posti di lavoro negli ultimi due anni, raggiungendo circa 58 mila occupati. I salari medi si attestano sopra i 140 mila dollari annui, più del doppio della media territoriale. Una crescita che ha riportato entusiasmo in aree urbane segnate dalla deindustrializzazione e ha attratto talenti da tutto il Paese, con un impatto positivo sull’indotto universitario, sulla ricerca applicata e sul tessuto sociale.

Vast e la corsa alle stazioni private

A Long Beach, Vast sta preparando Haven-1, un modulo abitabile che dovrebbe raggiungere l’orbita nel 2026. Nei capannoni dell’azienda, le strutture cilindriche prendono forma mentre la NASA collabora ai test ambientali finali. L’obiettivo è chiaro: dimostrare che la fine della Stazione spaziale internazionale non segnerà un vuoto, ma l’inizio di un mercato privato di stazioni commerciali. Se riuscirà nell’impresa, Vast potrà rivendicare di essere stata la prima a portare l’umanità a vivere in un avamposto orbitale interamente realizzato da capitali privati.

Varda: farmaci in microgravità

A pochi chilometri di distanza, a El Segundo, Varda lavora per trasformare lo spazio in una fabbrica farmaceutica. L’idea è semplice ma potente: la microgravità favorisce la formazione di cristalli più puri e ordinati, utili a migliorare l’efficacia di alcuni farmaci. Le prime missioni hanno dimostrato la fattibilità del concetto. Con centinaia di milioni di dollari già raccolti, Varda punta a stabilire una catena di produzione orbitale, aprendo una nuova frontiera dove biotecnologia e astronautica si incontrano.

AstroForge e la febbre degli asteroidi

Ancora più ambiziosi sono i piani di AstroForge, con sede a Seal Beach. La società sogna un futuro in cui asteroidi metallici diventino miniere cosmiche da cui estrarre platino, nichel e altri materiali preziosi. Dopo la missione Odin, lanciata nel 2025 per sorvolare un corpo minore, l’azienda ha fissato l’obiettivo di un primo atterraggio su asteroide nel 2026. È un traguardo pieno di incognite, ma che ricorda da vicino la febbre dell’oro di due secoli fa: una caccia a nuove risorse nelle terre di nessuno del cosmo.

Il ruolo dei capitali e della difesa

La rinascita californiana non è fatta solo di startup visionarie. Grandi capitali arrivano anche dal settore difesa. Anduril, con sede a Costa Mesa, ha raccolto miliardi di dollari di investimenti per sviluppare sistemi autonomi e tecnologie a doppio uso. I confini tra sicurezza nazionale, aerospazio e innovazione commerciale si stanno dissolvendo, creando un ecosistema integrato che spinge l’intero distretto verso nuove frontiere.

Un ecosistema che si autoalimenta

Rocket Lab ha consolidato la sua presenza a Long Beach dal 2020, trasformando vecchi stabilimenti industriali in centri di controllo missione e catene di montaggio. Relativity Space ha rafforzato la leadership con l’arrivo di Eric Schmidt, ex CEO di Google, che porta visione tecnologica e credibilità finanziaria. In questo crocevia di competenze, la storica presenza di SpaceX a Hawthorne continua a generare un flusso di ingegneri e tecnici che, una volta usciti dall’azienda di Musk, danno vita a una costellazione di nuove iniziative.

California vs Texas, Florida e Colorado

La California non è l’unico polo della space economy statunitense. In Texas, Houston e la costa di Brownsville beneficiano della presenza di SpaceX e della NASA, con costi immobiliari più bassi e politiche fiscali più aggressive. La Florida resta la capitale dei lanci, con Cape Canaveral e il Kennedy Space Center che continuano a essere la porta d’accesso allo spazio. Il Colorado, con Denver e Colorado Springs, ha consolidato un ecosistema di satelliti e difesa. Eppure, nessuna di queste regioni unisce storia industriale, densità di talenti e attrattività culturale come il Sud della California. Qui il capitale di rischio, le università, l’indotto tecnologico e la qualità della vita creano un mix che continua ad attrarre aziende e investitori, nonostante il costo elevato del territorio.

Il mito californiano, ancora una volta

Dall’oro ai semiconduttori, fino alle orbite basse: ogni epoca ha visto la California protagonista di qualche "corsa". Oggi la febbre viaggia verso lo spazio, e i capannoni di Long Beach e di El Segundo sono le nuove miniere, i laboratori universitari le nuove pepite, i capitali di ventura il fiume da cui estrarre ricchezza. La differenza è che questa volta la frontiera non è oltre le montagne della Sierra Nevada, ma oltre l’atmosfera terrestre. E come in ogni corsa all’Eldorado, la posta in gioco non è soltanto economica: si tratta di definire chi guiderà la prossima fase della presenza umana nello spazio.

© 2025 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012