
Se chiediamo a un navigatore come andare dal luogo A al luogo B, possiamo scegliere tra vari percorsi, ma anche tra vari mezzi di trasporto. La mobilità è un aspetto delle nostre vite in continua evoluzione, e non solo per i tipi di veicoli che usiamo. Motivazioni economiche, coscienza ecologica o valori sociali che ci fanno scegliere come spostarci possono cambiare velocemente, anche a distanza di una sola generazione.
In particolare, l’automobile, un tempo simbolo di progresso e libertà, oggi non sembra più essere così attraente per le persone giovani come in passato. Se un secolo fa la macchina era considerata l’avanguardia del futuro, oggi soprattutto nelle nuove generazioni cresce una diffusa indifferenza o addirittura avversione verso la proprietà di un’auto. Questo fenomeno è evidente anche nelle scelte urbanistiche di molte città, dove i centri storici sono sempre più chiusi al traffico veicolare a favore di aree pedonali, e i movimenti “car-free” sono guidati appunto dalle persone più giovani.
Più che un vero terremoto sembra che siamo di fronte a un lento smottamento, che piano piano mina la certezza diffusa che possedere un’automobile sia una tappa imprescindibile della vita adulta, almeno secondo il modello occidentale. Ci sono vari dati che possono confermare questa tendenza: per esempio secondo l’Automobil Club Italiano (ACI) nel 2024 in Italia sono state immatricolate circa 1,6 milioni di auto, un numero in netto calo non solo rispetto agli anni di maggiore sviluppo del settore (primi anni 2000 con oltre 2 milioni di immatricolazioni), ma anche rispetto agli ultimi anni pre-Covid con un meno 18,7% rispetto al 2019. Inoltre, anche il parco macchine circolante è sempre più vecchio: l’età media è di circa 13 anni (2 mesi in più rispetto al 2023) e le auto Euro 0-3, che hanno almeno 19 anni, sono poco meno di 1 su 4 (il 24% circa del totale).
Se non voglio l’auto, perché fare la patente?
Questa resistenza all’acquisto di automobili potrebbe essere dovuta a motivi economici, dato che mantenerne una è molto dispendioso, soprattutto per una persona giovane. La spesa media annua da affrontare si aggira attorno ai 4300 euro, secondo un’indagine del 2024 di Federcarrozzieri, l’associazione nazionale delle autocarrozzerie. A questi costi si aggiungono le spese impreviste: guasti, multe, riparazioni non coperte dall’assicurazione, che possono far percepire l’auto come un fardello più che una risorsa.
La tendenza si osserva ormai da alcuni anni, infatti già nel 2021 un’indagine del Center for Automotive e Mobility Innovation (CAMI) dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, rilevava che il 61,7% dei giovani sotto i 30 anni avrebbe rinunciato ad avere un’auto se fossero disponibili mezzi pubblici efficienti. E uno su cinque degli oltre mille intervistati si dichiarava del tutto non interessato a possedere un’automobile. Dovendo però acquistarla, meno del 18% avrebbe scelto un’auto con motore a benzina o diesel, mentre oltre il 60% avrebbe preferito un’auto elettrica o ibrida; il 5% invece avrebbe scelto l’idrogeno. Inoltre, il 62% dei partecipanti all’indagine si dichiarava favorevole a una diminuzione delle automobili in circolazione e solo il 22% era contrario alle limitazioni del traffico.
Non stupisce quindi che oggi anche ottenere la patente di guida sembri essere meno una priorità rispetto al passato per molti giovani italiani. Lo dimostrano i dati di un’indagine commissionata dal sito Facile.it nel 2023, che ha coinvolto circa mille persone tra i 18 e i 74 anni: l’età media di conseguimento della patente B si attesta intorno ai 19 anni e 10 mesi. In particolare fra i diciassettenni solo il 53% dice di voler prendere la patente appena compiuti i 18 anni, il 32% preferisce farlo “con calma” e quasi 28.000 ragazzi di questa fascia d’età dichiarano addirittura di non volerla prendere affatto, soprattutto nelle grandi città dove i mezzi pubblici sono più diffusi e l’auto privata sembra meno indispensabile.

L'andamento dell immatricolazioni in Italia negli ultimi 10 anni.
Com’è la situazione all’estero?
Questa tendenza si vede anche se allarghiamo lo sguardo al resto d’Europa. Un sondaggio di YouGov realizzato nel 2023 per il quotidiano britannico The Guardian dice che le persone più giovani in vari Paesi europei sono quelle più disposte a rinunciare all’automobile. Il 54% di chi ha tra i 18 e i 24 anni ha dichiarato che lo farebbe – o già lo fa – spostandosi solo a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici, contro il 45% di chi ha più di 65 anni. Allo stesso modo, il 41% delle persone intervistate con meno di 25 anni passerebbe all’auto elettrica, rispetto al 21% di quelle con più di 65 anni.
Un altro dato interessante che emerge dal sondaggio di YouGov riguarda le differenze tra i vari Paesi (Gran Bretagna, Francia, Germania, Danimarca, Svezia, Spagna e Italia), che non sembrano essere del tutto allineati sulla rinuncia alla guida. Circa il 58% dei francesi, il 57% degli italiani e il 56% dei tedeschi ha affermato che sarebbe disposto a spostarsi solo a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici, ma solo il 40% dei britannici, il 39% degli svedesi e il 35% dei danesi.
E che succede oltreoceano? Anche negli Stati Uniti un sondaggio realizzato nel 2024 da Consumer Insights di Statista ha evidenziato una tendenza simile: tra le oltre 10mila persone intervistate, il 54% degli appartenenti alla generazione Z (chi è nato dopo il 1995) afferma che possedere un’automobile è importante, rispetto al 69% dei cosiddetti baby boomer (nati tra il 1946 e il 1964). Ciò suggerisce che la percezione della necessità dell’auto privata è influenzata dalla generazione a cui apparteniamo, oltre che dalla disponibilità e dalla qualità del trasporto pubblico nella zona in cui viviamo. Lo stesso sondaggio mostra anche che l’importanza di avere una propria automobile è diminuita gradualmente: dal 66% di chi rispondeva nella fascia della generazione X (le persone nate tra il 1965 e il 1979) al 62% dei millennial (nati tra il 1980 e il 1994).
Questa messa in discussione dell’automobile sembra essere dovuta sia a una maggiore sensibilità ecologica, sia al desiderio di differenziarsi dai modelli prevalenti nelle generazioni precedenti. L’abbandono dell’auto dunque non è solo una questione economica, ma soprattutto culturale: molte persone giovani preferiscono muoversi a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici, rinunciando soprattutto ai mezzi più inquinanti.

Negli USA chi pensa che possedere un'auto sia importante (in %).
Noleggi, car pooling e altri mezzi
Nelle giovani generazioni c’è sicuramente una maggiore sensibilità ai temi ecologici, ma non si può trascurare l’aspetto economico. L’ingresso nel mondo del lavoro per molti giovani è spesso segnato da stipendi modesti e contratti precari, mentre il costo della vita aumenta. Comprare un’auto diventa così non solo un sacrificio economico, ma anche un rischio: un cambiamento di lavoro o un trasferimento improvviso possono trasformare la macchina da utile risorsa a zavorra finanziaria. Il concetto di “avere un’auto” lascia spazio a quello di “usarla solo quando serve”, alleggerendo il bilancio mensile. Noleggio a lungo o a breve termine emergono come risposte più flessibili e sostenibili economicamente: nessuna spesa iniziale importante, costi fissi pianificabili, servizi inclusi come assicurazione e manutenzione.
Insomma la macchina è sempre più percepita come una responsabilità, non più come un simbolo di libertà. Crescono così anche le soluzioni di mobilità condivisa come car sharing e car pooling (anche grazie alle piattaforme come BlaBlaCar e simili), che riducono costi e impatto ambientale. Per esempio, nel 2023, circa il 60% degli utenti di car sharing in Italia aveva tra i 20 e i 39 anni, confermando che queste soluzioni sono particolarmente diffuse tra i giovani adulti (secondo i dati del sito Statista). E per tragitti più brevi ci sono anche biciclette, e-bike e monopattini elettrici, oltre al trasporto pubblico che però non è sempre disponibile ovunque.
Tra l’altro, chi vive in città deve anche fare i conti con zone a traffico limitato sempre più estese, blocchi temporanei del traffico durante i picchi di inquinamento dell'aria e parcheggi costosi o difficili da trovare. In molte città italiane, le ZTL coprono ormai ampie porzioni del territorio urbano e sono attive anche in fasce orarie estese. In questo contesto, noleggi e car sharing offrono un vantaggio concreto: veicoli già autorizzati a circolare nelle ZTL, spesso con parcheggi dedicati e la possibilità di sostare gratuitamente sulle strisce blu.

Vivere senz’auto: una scelta personale
Fare a meno dell’automobile è dunque una scelta sempre più diffusa soprattutto fra le persone più giovani, ma non solo: come ci racconta Lisa Lazzarato, autrice del podcast Senza la mia auto in cui racconta in tono leggero proprio questa decisione presa assieme al suo compagno. “L’idea di liberarci dell’auto, ce l’avevamo in mente da tempo, forse nell’inconscio, nel senso che appena comprata c’era grande entusiasmo, ma si è spento quasi subito. Certo era utilissima con un bambino piccolo, però poi negli anni la usavamo sempre meno, perché nostro figlio era diventato autonomo. A quel punto lo scarso uso, le spese, l’assicurazione che aumentava sempre, non si sa perché... insomma, il pretesto per dire basta è stato l’ennesima rottura del finestrino, e ce ne siamo liberati”.
Ormai sono passati parecchi mesi e Lazzarato dice che in famiglia non se ne sono pentiti, e anzi si sentono più leggeri. Sebbene ci siano delle volte “in cui ci diciamo che magari poteva essere comoda, però poi una soluzione la troviamo sempre... e quindi per ora non vogliamo tornare sui nostri passi”.
L’idea del podcast è nata anche da una constatazione così banale da passare quasi inosservata: “se accendi la tv vedi tantissime pubblicità di automobili e questo mi ha sempre colpito molto, perché invece c’è anche un’altra via; non perché sia male avere l’auto, ma è proprio una scelta. Penso che se altre persone nelle nostre condizioni, cioè che possono permettersi di rinunciare all’auto, lo facessero forse avremmo un po’ meno macchine, un po’ meno traffico e anche chi la usa davvero per necessità potrebbe farlo più serenamente”.
È forse presto per dire se è davvero in atto una rivoluzione che sta passando quasi inosservata ed è fatta di scelte quotidiane e nuove priorità? La tendenza a rinunciare all’automobile privata sembra riflettere un cambiamento culturale: la proprietà non è più vista come simbolo di autonomia, ma come un peso che può essere evitato. E soprattutto le giovani generazioni privilegiano soluzioni di mobilità flessibili, condivise e sostenibili, segnando un mutamento nelle abitudini e nei valori legati al trasporto personale. Sempre che nel tempo non si riavvicinino alle posizioni delle generazioni precedenti, la vera conquista - sembrano dire - non è più la chiave dell’auto, ma la libertà di scegliere come, quando e se muoversi.