SOCIETÀ

In Ucraina la guerra è nuova normalità

Quando Yaroslav Hrytsak è arrivato a Padova lo scorso ottobre, non era soltanto uno studioso in visita ma un testimone della storia nel suo farsi. Voce autorevole della storiografia ucraina e professore alla Università “Ivan Franko” e all’Università cattolica di Leopoli, Hrytsak ha tenuto una conferenza intitolata Ukraine Today: War, Challenges, Perspectives, in un incontro ospitato presso la Biblioteca Civica in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità (DiSSGeA) dell’Università di Padova.

Parlando con Il Bo Live, lo studioso (del quale nel 2023 Il Mulino ha tradotto un’importante Storia dell’Ucraina) riflette sulla resilienza ucraina e sulla storia come forma di resistenza interiore. “Come ucraino vivo sulle montagne russe emotive – spiega –. Alcuni giorni sono depresso, altri ottimista, dipende dalle notizie. Quello che mi aiuta è essere storico. La storia dà un senso al caos. aiuta a dare significato all’incertezza. In momenti come questi, le discipline umanistiche sono essenziali: ti tengono vivo e ti obbligo a tenere la mente in esercizio”.

Professor Hrytsak, come si sentono oggi gli ucraini: sono stanchi o ancora determinati a resistere?

C’è stato un cambiamento nella percezione pubblica: la gente ora vede la guerra come la nuova normalità. Alcuni si aspettavano che potesse finire rapidamente con il ritorno di Trump, ma quell’illusione è svanita. La guerra continuerà a lungo, e gli ucraini sono pronti ad accettarlo. Questo è triste, naturalmente.

Gli esperti militari non fanno previsioni oltre i sei mesi. Personalmente posso dire che quel periodo l’Ucraina resisterà; per il dopo non possiamo esserne certi. L’Ucraina comunque resiste già da anni.

Come percepiscono gli ucraini i recenti tentativi di Trump di proporre un piano di pace?

Vorrei sbagliarmi, ma non vedo come il suo approccio possa avere successo. Molto di ciò che dice non ha senso per gli ucraini. Questo conflitto è per noi una questione esistenziale, non un affare da negoziare.

L’Ucraina può continuare a resistere nonostante i costi che sta sostenendo?

Nessuno lo sa. I costi – vite umane, infrastrutture, energia – sono già enormi. Il messaggio di Putin è chiaro: se lui non può avere l’Ucraina non deve averla nessun altro. Il suo obiettivo è distruggere l’Ucraina se non può vincerla.

Eppure l’Ucraina è ancora in piedi. È un miracolo: mi chiedo se quale altra nazione europea riuscirebbe oggi a sopportare una guerra così terribile per così tanto tempo.

Spesso ci concentriamo solo sulle debolezze dell’Ucraina e dimentichiamo quelle della Russia. Anche la Russia è gravemente indebolita – economicamente, politicamente, socialmente. Dunque aspettiamo e vediamo. È una lotta: chi crollerà per primo? Finora, l’Ucraina resiste.

Una volta ha detto che con l’Ucraina, la Russia è una superpotenza come gli Stati Uniti; senza l’Ucraina, è più simile al Canada.

Senza l’Ucraina la Russia potrebbe diventare uno Stato normale, come la Germania dopo la Seconda guerra mondiale, senza ambizioni imperiali. La questione centrale è se la Russia può smettere di essere un impero. Putin vuole “rendere la Russia grande di nuovo”, in maniera molto simile allo slogan di Trump.

Che cosa sta davvero cercando di ottenere la Russia? Controllo territoriale, destabilizzazione dell’Europa o la distruzione dell’Ucraina come nazione?

Piuttosto che di Russia parlerei di Putin e del suo regime. Questa è una guerra personale di Putin, la sua ossessione. Lui crede di combattere l’Occidente usando l’Ucraina come campo di battaglia. Nella sua visione il controllo dell’Ucraina è centrale di restaurare la Russia come grande potenza.

I russi hanno una responsabilità per aver accettato questa guerra?

Sì. La responsabilità richiede onestà e coraggio, e noi non abbiamo sentito voci di questo tipo. Non sono innocenti, ma le decisioni chiave sono di Putin: questa è la sua guerra, proprio come sotto Stalin.

Do la colpa anche ai liberali russi: molti ancora pensano in termini imperiali; non riescono a congedarsi dall’idea imperiale, e in questo sono molto diversi dai liberali polacchi.

Nella sua conferenza presso la Biblioteca Civica di Padova, lo scorso 22 ottobre, ha parlato di una vittoria strategica anche senza una vittoria militare classica. Cosa intende?

Questa guerra non è classica. Il fronte si muove a malapena, in modo forse paragonabile alla Prima guerra mondiale, ma i droni hanno cambiato tutto.

L’Ucraina può non vincere in modo tradizionale: può però neutralizzare la capacità della Russia di vincere, come ad esempio ha fatto nel Mar Nero con la flotta russa. E bloccare gli obiettivi strategici russi sarebbe già di per sé una vittoria.

Putin pensa di combattere l’Occidente usando l’Ucraina come campo di battaglia. Non è solo una guerra contro di noi: è una sfida all’intero ordine internazionale

Che cosa dovrebbe fare l’UE, militarmente e politicamente?

La domanda non è cosa l’UE dovrebbe fare per l’Ucraina, ma per se stessa.

Se Trump abbandona o indebolisce la NATO, l’Europa deve garantire la propria sicurezza. L’UE è stata un successo politico ed economico: ora però la questione chiave è la sicurezza.

Da questo punto di vista l’Ucraina non è un problema, è un’opportunità, perché ha l’esercito più grande e con più esperienza di combattimento in Europa. Se l’UE vuole diventare una vera unione della sicurezza, l’Ucraina è essenziale.

Perché questa guerra è così importante per l’equilibrio globale?

Putin sta sfidando l’ordine internazionale basato sul diritto delle nazioni a garantire i propri confini. L’UE aveva trasformato l’Europa in una “zona senza guerra”: se Putin avrà successo i confini potrebbero essere nuovamente cambiati con la forza, innescando un effetto domino.

Questa guerra non riguarda solo l’Ucraina: riguarda il futuro di un sistema che limita i conflitti militari. Un sistema che, al momento, appare sempre più incerto.

Nella conferenza ha anche menzionato la nuova generazione al potere in Ucraina e il ruolo di Zelensky.

Zelensky rappresenta un nuovo elemento guida nella società ucraina: la classe media urbana cresciuta dopo il crollo sovietico. Educata, numerosa, orientata all’Occidente, anche quando è di lingua materna russa vede il suo futuro in Europa. Questa classe è la spina dorsale dell’Ucraina di oggi dal punto di vista politico, economico, militare e culturale. È il più grande risultato dell’Ucraina indipendente.

La guerra, però, ha congelato la competizione politica. Zelensky gode di una larga maggioranza: il suo non è un potere autoritario, ma oggi ne detiene di fatto il monopolio. La vera sfida sarà riattivare la vita politica, con un progetto capace di rafforzare la società e accelerare l’integrazione nell’Unione Europea.

Non mancano i leader potenziali, come l’ex comandante in capo delle forze armate, il generale Zaluzhny, figura popolare e carismatica. La prossima grande rivalità politica potrebbe essere proprio tra Zelensky e Zaluzhny che, pur nelle differenze, condividono entrambi un forte sostegno all’integrazione dell’Ucraina in UE e NATO. Sarà la loro competizione a plasmare il paese nel dopoguerra.

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