CULTURA

Suspense garantita: thriller che stanno invecchiando bene

Per alcuni l'estate è più o meno l'equivalente di un girone dantesco in cui ci si scioglie di fronte allo sguardo concupiscente di uno stormo di zanzare, mentre per altri è il periodo dorato di quando da bambini si facevano tre mesi di vacanza in compagnia di secchielli, palette o mucche al pascolo e stelle alpine (da non cogliere, naturalmente). Sia per chi la ama sia per chi la odia, l'estate è però anche il periodo in cui si possono recuperare i romanzi che non si sono riusciti a leggere l'anno precedente (non a caso ogni membro della nostra redazione scrive ogni anno un consiglio di lettura). In particolare, va molto di moda i thriller, un genere solitamente un po' snobbato che si prende la sua rivincita quando non c'è nessuno a giudicare le nostre letture sotto l'ombrellone o nel profondo del bosco bollandole come troppo leggere, e non è un caso se tra i dieci libri più venduti a inizio luglio ci fossero ben 5 thriller/gialli, di cui due al primo e secondo posto (La banda dei carusi di Cristina Cassar Scalia e ELP di Antonio Manzini, mentre gli altri sono Madre d'ossa di Ilaria Tuti, Il figlio sbagliato di Camilla Läckberg e Delitto impunito di Georges Simenon).

Se però state per partire e non avete tempo per stazionare in libreria cercando il thriller perfetto da mettere in valigia, non temete, ci siamo noi. In questo articolo, però, non vogliamo consigliare titoli mainstream, che si possono comunque reperire e occhieggiare facilmente anche nelle librerie più piccole, anche perché un thriller fa presto a sedurti,  lasciando una scia di entusiasmo per qualche giorno, e abbandonarti, quando poi ti rendi conto che sì, magari era scritto molto bene, ma forse ricordava un po' troppo i precedenti (Jo Nesbø, non offenderti, anche noi ti amiamo, ma lasciamo che siano altri a consigliarti e per la prossima volta ti suggeriamo qualche grammo di variabilità). In questa lista invece ci saranno dei thriller un po' più datati, che sono riusciti a lasciare il segno anche a distanza di tempo: usato  garantito, per così dire. Inoltre eviteremo tutte le serie con protagonisti investigatori/poliziotti/pubblici ministeri carismatici perché sappiamo che hanno un potere dopante, e che se si legge il primo volume poi non si può fare a meno di finirli tutti, anche se non ci entusiasmano. In particolare, ci sentiamo in colpa per tutti quelli che, a seguito del nostro consiglio, annualmente donano un obolo di più di 20 euro per i libri di Robert Galbraith (pseudonimo di J. K. Rowling) per scoprire se Strike e Robin, tra un'indagine e l'altra, riusciranno finalmente ad avere quell'amplesso che era nell'aria fin dai tempi de Il richiamo del cuculo (al sesto libro l'attesa ormai si è fatta esasperante per tutti tranne a quanto pare per i protagonisti e l'autrice).

Tuttavia sappiamo che anche se un romanzo è bellissimo non è adatto a tutti, quindi precisiamo anche a chi non lo consiglieremmo. A volte il motivo è evidente dalla trama, altre volte per esplicitarlo sarebbe necessario un grosso spoiler, che ovviamente non faremo: in questo secondo caso, fidatevi di noi.

Il primo titolo che proponiamo è Tutto quello che volevi di Helen Monks Takhar (Nord, 2021). Apparentemente è un semplice thriller psicologico in cui Lily, stagista in una redazione in crisi, sviluppa un rapporto morboso con Katherine, quella che dovrebbe essere la sua mentore, fino a manifestare un eccessivo interesse nei confronti della sua casa, di suo marito e persino del suo amante. In realtà dietro il classico intreccio adrenalinico c'è anche una profonda riflessione su quello che due generazioni diverse si stanno vicendevolmente rubando: soldi, potere, giovinezza… in una parola: la vita, in senso metaforico e forse non solo. E alla fine non c'è un vincitore, né effettivo né morale. Entrambe le parti in gioco sono grette, frustrate, invidiose ed egoiste, e il margine di dialogo è risicatissimo. Sconsigliato alle donne diversamente giovani che non hanno ancora fatto pace con il passare degli anni, ma anche ai giovani che dicono troppo spesso "ok boomer".

Proseguiamo con un'altra donna in crisi: Blythe è la protagonista di La spinta, di Ashley Audrain (Rizzoli, 2021) e ha perso tutto: il marito, la figlia Violet che le dimostra un astio viscerale quanto inspiegabile e qualcuno di ancora più importante, che non spoileriamo perché la storia viene a galla un po' alla volta. Blyte ci porta nella sua infanzia, chiedendosi se i sentimenti di Violet potrebbero dipendere dall'educazione disfunzionale che ha ricevuto lei a suo tempo, ma nel mentre si fa largo un'ipotesi più inquietante che pochi lettori e poche madri potrebbero accettare di buon grado: e se, più semplicemente,  alcuni bambini nascessero crudeli senza alcun motivo spiegabile? Sconsigliato alle donne con un rapporto meno che idilliaco con le figlie femmine.

Continuiamo sulla scia dei rapporti familiari disfunzionali proponendo Un gioco da bambini di James G. Ballard (Feltrinelli, 1988), storia di una strage inspiegabile (e parzialmente inspiegata anche alla fine del  libro) compiuta all'interno di un residence poco fuori Londra, dove tutto sembra curato e perfetto, forse troppo. Poche pagine stranianti che ci trasmettono la sensazione di non essere mai al sicuro, neanche (e soprattutto)  quando, tra allarmi e buone abitudini, siamo convinti di avere il totale controllo della nostra vita e della nostra casa. Sconsigliato ai genitori che hanno un rapporto troppo idilliaco con i loro figli (potete comunque ripiegare sul libro precedente).

Per farvi venire voglia di leggere Arance rosse di Harriet Tyce (Mondadori, 2019) non abbiamo scelta: o mentiamo o spoileriamo. Nel dubbio facciamo entrambe le cose, consapevoli che il lettore non saprà in quale delle due arti ci stiamo cimentando finché non arriverà almeno a metà libro. Alison è una pessima moglie e una pessima madre. In compenso è una bravissima avvocata, e ha finalmente tra le mani un caso di omicidio. Peccato che la sua cliente voglia dichiararsi colpevole, e lei non abbia idea di come potrebbe salvarla, pur sapendo bene che a volte l'assassino può essere anche una vittima. Come se non bastasse, il marito di Alison sta perdendo la pazienza, perché lei torna a casa ubriaca, non ricorda gli impegni familiari, e trascura sua figlia. Mentre tutto le si sgretola tra le mani Alison comincia a chiedersi se, apparenze a parte, la sua vita sia così diversa da quella della sua cliente. Sconsigliato a chi ha problemi con la violenza psicologica e a chi ultimamente dimentica le cose troppo spesso (fa caldo, bevete di più, mangiate pesce e non pensate che quello che succede a Alison vi riguardi).

Vi avevamo promesso di non consigliare libro troppo recenti, ma qui facciamo un'eccezione: Uccidi con il tuo bambino interiore di Karsten Dusse (Giunti 2023) è il secondo volume di una serie cominciata nel 2022 con Inspira, espira, uccidi che racconta delle peripezie di Björn, un avvocato frustrato che da un giorno all'altro scopre che tutti i suoi problemi hanno due semplici soluzioni: la mindfulness e uccidere la gente.

Ho commesso il mio primo omicidio a quarantadue anni. Ok, è vero, la settimana successiva ne avevo già fatti fuori una mezza dozzina. Forse vi sembrerà brutto, ma posso garantirvi che sono sempre stato animato dalle migliori intenzioni Inspira, espira, uccidi

Seguendo le dritte del suo guru, Joschka Breitner, scopre che la vita non è questo grande affare di stato, che il dialogo risolve moltissime situazioni (altrimenti c'è sempre l'omicidio) e che l'ascolto è la chiave di un rapporto felice. Ma soprattutto comprende che il bambino interiore va coccolato e compreso, anche perché spesso ha delle idee piuttosto ardite che si dimostrano vincenti, anche se qualche volta finiscono nel sangue.
Una serie dissacrante ma molto divertente sconsigliata a chi prende la mindfulness troppo sul serio e in particolare a tutti gli ambientalisti privi del senso dell'ironia.

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