SCIENZA E RICERCA

Un'analisi al radiocarbonio per le frodi del whiskey

Nel 2016 un miliardario cinese ha ordinato al bar di un hotel di St. Moritz, in Svizzera, un bicchiere di Scotch whiskey di puro malto, un Macallan del 1878, pagandolo quasi 9.000 euro. “Il bicchiere più caro di whiskey mai venduto” titolavano i giornali. Ma proprio alcuni esperti sommelier dalle foto sui giornali hanno notato alcune incongruenze. Sono state quindi richieste le analisi della bottiglia ed è stato scoperto che non poteva essere stato distillato prima del 1970. Il titolare dell’hotel si è visto costretto a porgere le sue scuse e il cliente è stato interamente rimborsato.

La vendita di bottiglie contraffatte di Scotch è un problema che a più riprese è stato lamentato dalle industrie produttrici scozzesi. Oggi un gruppo di scienziati di un centro di ricerche ambientali poco a sud di Glasgow potrebbe aver trovato il modo di incastrare i falsari.

Secondo la Scotch Whiskey Association le esportazioni del distillato scozzese nel 2017 hanno portato nelle casse del Regno Unito (e in particolare in quelle di Edimburgo) più di 4 miliardi di sterline, circa 4,5 miliardi di euro. Gli Stati Uniti sono il mercato più redditizio, dato che spendono da soli più di un miliardo di sterline, circa 1,2 miliardi di euro. Per fare un paragone con un prodotto nostrano di successo internazionale, l’economia del prosecco vale circa 2,5 miliardi di euro, mentre quella complessiva del whiskey scozzese arriva a 5 miliardi di sterline, più di 6,3 miliardi di euro. Sebbene debba guardarsi dal Bourbon americano e dall’amatissimo whiskey giapponese, lo Scotch resta tra i superalcolici più apprezzati al mondo. Le bottiglie di puro malto d’orzo (Single Malt Scotch Whiskey) sono ritenute le più pregiate.

Secondo il rapporto annuale di Rare Whiskey 101, nel 2018 più di 100.000 bottiglie sono state vendute all’asta nel solo Regno Unito e il loro valore di vendita è cresciuto di oltre il 60% rispetto all’anno precedente, raggiungendo la cifra record di 40 milioni di sterline, circa 45 milioni di euro. La più costosa, un Macallan Valerio Adami del 1926, è stata battuta a quasi 850.000 sterline, circa 900.000 euro.

L’aumento della domanda di Scotch è però corrisposta a un allargamento del mercato dei falsi. Già nel 2018 un’analisi condotta ai laboratori del Suerc (Scottish Universities Environmental Research Centre) di East Kilbride aveva anticipato che di 55 bottiglie rare, selezionate casualmente da aste, collezioni private e rivenditori, 21 erano risultate contraffatte. La frode può consistere nel vendere whiskey di puro malto che di puro malto non è, oppure nell’assegnargli un’annata che non corrisponde a quella di produzione. Spesso i falsari si procurano vecchie bottiglie vuote di pregio, di fine ‘800 o dei primi anni del XX secolo, e le riempiono di whiskey prodotto negli anni 2000. Il risultato può essere molto realistico e l’etichetta può trarre in inganno anche l’assaggiatore più esperto.

Esistono diversi metodi che possono aiutare a svelare la frode, tra cui analisi chimiche della composizione del whiskey, analisi del metodo di produzione del vetro della bottiglia e dell’etichetta, ma nessuno di questi è in grado di stabilire la data di produzione.

Gli scienziati del laboratorio di radiocarbonio del Suerc, in uno studio pubblicato a gennaio uno studio sulla rivista Radiocarbon, hanno trovato una soluzione per risalire all’anno esatto di distillazione del whiskey. La strategia che hanno sviluppato sfrutta tecniche già impiegate nelle scienze forensi e in quelle archeologiche.

La datazione al radiocarbonio

Di tutti gli atomi di carbonio esistenti sulla Terra, una parte su mille miliardi è rappresentata da suoi isotopi radioattivi, il carbonio-14, noto anche come radiocarbonio. L’atomo di carbonio stabile ha 6 protoni e 6 neutroni, mentre il suo isotopo radioattivo ha 6 protoni e 8 neutroni. I raggi cosmici provenienti dallo spazio sono la principale fonte naturale di carbonio-14. Quest’ultimo in atmosfera può legarsi con l’ossigeno e generare molecole di anidride carbonica (14CO2). Queste vengono assorbite dagli animali e dalle piante, incluse quelle di orzo da cui viene distillato lo Scotch.

Dopo la morte gli organismi cessano di assorbire 14C e la quantità dell’isotopo presente al loro interno va via via affievolendosi a causa del fenomeno di decadimento radioattivo, i cui tempi, relativamente veloci, sono noti agli scienziati (ogni 5500 anni circa). È proprio questa proprietà che viene sfruttata, grazie all’affinamento delle tecniche di spettrometria di massa, nella datazione radiometrica dei campioni organici e ora anche nella datazione dello Scotch whiskey.

 

I ricercatori del laboratorio di radiocarbonio del Suerc, in contatto con i produttori di Scotch, si sono procurati campioni di whiskey di provenienza e datazione certe. Hanno dunque disegnato una curva che associasse a ogni data una nota quantità di carbonio-14. Un punto di riferimento cruciale si colloca tra gli anni ‘50 e ‘60 del Novecento, quando in clima di guerra fredda, i test nucleari hanno lasciato un marchio indelebile nell’atmosfera, aumentando drasticamente le quantità di carbonio-14, raddoppiate nell’emisfero nord. I ricercatori sono riusciti così a stabilire con una buona dose di certezza quali whiskey fossero stati prodotti in era post-atomica.

Elaine Dunbar, tra le autrici dello studio, ha dichiarato che delle bottiglie di whiskey analizzate negli ultimi 3 anni circa il 40% sono risultate false.

Un Talisker riportante un’etichetta del 1863 presentava valori di carbonio-14 di 1,06, compatibili con quelli presenti in atmosfera nel 1957, prima dell’impennata atomica, ma anche con quelli compresi tra il 2007 e il 2013. Ulteriori analisi su un altro isotopo del carbonio (δ13C), hanno confermato la produzione recentissima del distillato. Allo stesso modo un Laphroaig 1903 è risultato esser stato prodotto dopo il 2011, un Ardberg 1964 dopo il 1995.

A riprova della bontà del metodo degli scienziati del Suerc, sono state trovate anche bottiglie di whiskey autentiche: un Lagavulin 1920 e un Tobermory 1880 presentavano valori vicini a 1, compatibili con l’era preatomica; mentre in un Tormore 1966, prodotto al picco della curva atomica, sono stati trovati valori intorno all’1,8 in coerenza con le previsioni della curva.

Per stabilire con maggiore esattezza le datazioni dell’era preatomica i ricercatori dovranno lavorare ancora, ma nel frattempo il metodo al radiocarbonio da loro sviluppato potrà venire impiegato per prevenire future frodi. Il miliardario cinese che si è visto rimborsare il suo bicchiere di Macallan è stato fortunato, ma non altrettanto lo sono stati altri appassionati di whiskey: i ragguardevoli risparmi investiti se li sono letteralmente bevuti.

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