Tiziano Scarpa lo conosciamo soprattutto per i suoi romanzi. Andando a ritroso: Il cipiglio del gufo (Einaudi 2018), Il brevetto del geco (Einaudi 2016), Le cose fondamentali (Einaudi 2010) e, su tutti, Stabat mater (Einaudi 2008) ambientato a Venezia nel XVIII secolo ch'è la storia di un amore per la vita e per la musica con cui Scarpa ha vinto il più prestigioso premio letterario italiano, lo Strega. Prima di questi: Kamikaze d’Occidente e Occhi sulla graticola.
Ma chi non ha sentito anche solo nominare Venezia è un pesce? Questa guida insolita alla sua città tra qualche mese compie vent’anni ed è uno dei tanti testi a cavallo tra narrazione e saggio che l’autore negli anni ha dato alle stampe (oltre a parecchi racconti).
Ma c’è di più. Tiziano Scarpa è anche un poeta. Nella cosiddetta “Bianca” di Einaudi (una delle collane di poesia più prestigiose dell'editoria italiana) troviamo infatti una sua recente raccolta poetica, Le nuvole e i soldi di cui discutiamo con lui in una vivacissima e affascinante intervista, e molte sono quelle che ha scritto negli anni, frutto di una fantasia sempre attiva e di un amore per la parola in tutte le sue declinazioni che diviene contagioso. Provare (ossia guardare l'intervista) per credere.
“ Ogni poesia si conquista tanta carta bianca, tanta pagina sprecata, perché guadagna il silenzio. Nella vita non è così