SCIENZA E RICERCA

L'urbanizzazione in Africa potrebbe influire sul diffondersi di dengue, zika e chikungunya

Cambiamenti climatici, urbanizzazione, disboscamento e sfruttamento del suolo, oramai ci stiamo accorgendo come ciò che gli scienziati ci dicono da anni sia chiaro e visibile a tutti noi: lo sfruttamento della Terra e le attività antropiche hanno già portato un visibile mutamento delle condizioni, con diverse conseguenze che con il passare del tempo rischiano di essere irreversibili. Un’ulteriore conferma di come l’urbanizzazione possa mutare i comportamenti degli animali, e di conseguenza avere dei chiari effetti anche sulla vita dell’uomo, ci viene da uno studio analizzato su Science.

Lo studio

Il tema è quello dell’Aedes aegypti, la più comunemente chiamata zanzara della febbre gialla. Originaria dell’Africa, con il tempo si è trasferita, o meglio è stata trasportata, anche in zone tropicali e subtropicali. 

La pericolosità dell’Aedes aegypti,è dovuta al fatto che questa zanzara è la responsabile della trasmissione della febbre gialla, dengue, zika e chikungunya.

Il passaggio è semplice, l’Aedes aegypti, femmina acquisisce il virus mentre si nutre del sangue di una persona infetta e, dopo un periodo di incubazione che dura circa 8 giorni, diventa a sua volta infettiva e può trasmettere la malattia all’uomo. 

Questo avviene nella maggior parte delle zone in cui è presente l’Aedes aegypti. In Africa, dove la zanzara è originaria, la maggior parte delle Aedes preferisce succhiare il sangue da altri animali, come scimmie e roditori. Il nuovo studio però, suggerisce che il loro "gusto" per l'uomo può espandersi rapidamente, e con esso la loro capacità di diffondere la malattia. Ciò che può far cambiare i “gusti” alla zanzara in questione, emerge dallo studio, può essere l’urbanizzazione e la densità di popolazione.

I ricercatori della Princeton University hanno raccolto le uova di Aedes da 27 diversi posti nell'Africa sub-sahariana, dalla savana secca alle foreste umide e da luoghi con un numero variabile di abitanti umani. Da quelle uova poi sono nate diverse colonie di zanzare in laboratorio. Collocati in una scatola di plastica con due tubi sporgenti, gruppi di 100 zanzare avevano la possibilità di scendere da un tubo per poter provare a pungere l'avambraccio del ricercatore Noah Rose, o scendere dall’altro per provare a pungere una cavia. Lo scopo appunto era quello di cercare di comprendere i “gusti” dell’Aedes aegypti.

Le zanzare avevano preferenze diverse e coerenti per l'uomo o la cavia a seconda di dove erano state raccolte

Si è scoperto che le zanzare avevano preferenze diverse e coerenti per l'uomo o la cavia a seconda di dove erano state raccolte. I risultati, pubblicati in un pre-print a febbraio avrebbero dimostrato come gli insetti delle foreste africane, da cui proveniva Aedes aegypti, preferivano la cavia, mentre soltanto gli insetti della regione del Sahel, la zon semiarida a sud del Sahara, preferivano costantemente gli umani. 

Un fattore che induce le zanzare verso gli umani è proprio la densità di popolazione. Questo, aggiunto al clima caldo e secco, con solo una breve stagione delle piogge, cioè proprio le condizioni trovate nel Sahel, sembra favorire il “gusto” delle zanzare per gli umani. Un motivo potrebbe essere anche il fatto che in quei luoghi le zanzare proliferano sull'acqua immagazzinata dalle persone o intrappolata in oggetti fatti dall'uomo.

"L'implicazione però - dichiara su Science Elaine Ostrander, genetista del National Human Genome Research Institute - è che se avremo una rapida urbanizzazione nelle aree con queste stagioni secche, si avrà una proliferazione di questi ceppi che mordono gli esseri umani, con una potenziale diffusione della dengue e di altre malattie trasmesse da Aedes che potrebbe essere assolutamente devastante".

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012