IN ATENEO
Videogiochi e dislessia: una nuova scoperta all'università di Padova
di Francesca Bastianon
Uno studio, condotto da due giovani ricercatori del laboratorio di neuroscienze cognitive dello sviluppo (dipartimento di Psicologia generale dell’Università di Padova), Sandro Franceschini e Sara Bertoni, e pubblicato sulla rivista scientifica Neuropsychologia, ha portato a un nuovo livello la ricerca che coinvolge l'uso di videogiochi e la velocità di lettura, le abilità attentive e la memoria verbale a breve termine in bambini con dislessia.
Improving action video games abilities increases the phonological decoding speed and phonological short-term memory in children with developmental dyslexia è il titolo del lavoro dei due ricercatori in cui viene dimostrato che non tutti i piccoli soggetti con dislessia traggono beneficio dall’utilizzo di videogiochi nella cura: solo chi riesce a migliorare il suo punteggio nel corso delle partite al videogioco ottiene un beneficio.
«La ricerca pubblicata – afferma Sara Bertoni - dimostra che nei training con videogiochi d’azione, così come per gli altri trattamenti per la dislessia, è necessaria una supervisione da parte di un esperto in riabilitazione neuropsicologica dello sviluppo. Oltre alla conoscenza delle basi sottostanti il disturbo e quelle legate al trattamento in questione, deve essere consapevole che sta lavorando con soggetti in via di sviluppo, con un cervello molto plastico e con sistemi non completamente maturi. Non è sufficiente quindi mettere un bambino davanti ad uno schermo con un videogioco per poter ottenere un miglioramento nella velocità di lettura e nella memoria verbale a breve termine».
Il trattamento è durato due settimane (12 incontri di un’ora al giorno) su bambini con età media di 9 anni. Ai piccoli venivano proposti due videogiochi commerciali d’azione in cui un’elevata velocità di presentazione e un’imprevedibilità degli eventi - che compaiono principalmente nella periferia del campo visivo – richiedevano loro un rapido dispiegamento dell’attenzione visiva.
Alla fine del training, i bambini sono stati suddivisi in due gruppi in base all’andamento dei punteggi nei videogiochi. Dai risultati finali si è constatato che il gruppo con punteggi di gioco più elevati era anche quello che ha ottenuto benefici maggiori nella lettura e nella memoria.