SCIENZA E RICERCA

Il 2020 è stato l'anno più caldo di sempre in Europa

Nonostante la pandemia, nonostante un rallentamento globale degli spostamenti, la crisi climatica non sembra arrestarsi. Purtroppo questa non è una novità, il cambiamento climatico non si può fermare solamente con pochi mesi di emissioni ridotte di CO2 (globalmente nel 2020 le emissioni hanno raggiunto il massimo di circa 413,1 ppm, con un tasso di crescita leggermente inferiore rispetto al 2019), servono azioni concrete e decisioni politiche che dovranno essere il perno della prossima Cop26 di Glasgow che, salvo ulteriori rinvii, si terrà a novembre 2021. Ora è arrivata un’ulteriore conferma che il clima è già cambiato dalla rete europea Copernicus, che ha riscontrato come il 2020 sia stato l' anno più caldo mai registrato a livello globale. Un triste primato condiviso con il 2016 e che fa emergere anche come l’ultima decade (2011-2020) sia stata la più calda di sempre.

Parlando di dati concreti vediamo come il 2020 sia stato di 0,6° più caldo della media 1981-2010 e ben 1,25 °C rispetto all’era pre industriale. Come si vede dal grafico sottostante il 2020 è solamente l’ultimo di una serie di anni con temperature medie eccezionalmente calde, serie iniziata nel 2015.

Artico e Siberia

Le zone in cui i satelliti di Copernicus hanno evidenziato le anomalie di temperatura maggiori sono state: l’Europa, l’Artico e la Siberia. Per quanto riguarda la prima faremo un focus dettagliato più avanti, quindi concentriamoci ora su Artico e Siberia. 

In entrambi i casi il 2020 è stato un anno che ha visto propagarsi grossi incendi. Proprio il satellite Sentinel II del progetto Copernicus il 23 giugno 2020 ha immortalato l’imponenza degli incendi nella zona. Al Circolo Polare Artico, i roghi nel 2020 hanno rilasciato una quantità di 244 megatonnellate di anidride carbonica, cioè oltre un terzo in più rispetto al record del 2019, anno non certo privo di incendi. Durante la seconda metà del 2020 poi, Copernicus ha notato come il ghiaccio artico fosse significativamente inferiore alla media.

La temperatura record globale del 2020 deve poi tenere conto anche di un evento atmosferico estremo che ha ridotto le temperature in alcune parti dell’emisfero australe. Stiamo parlando de La Niña, cioè quel fenomeno oceanico-atmosferico per cui si presenta un’estensione delle correnti fredde verso il Pacifico centrale che di fatto, fa abbassare le temperature anche di 0,5°.

Il confronto con il 2016 quindi deve tener conto proprio del fatto che in quell’anno ci fu esattamente il fenomeno opposto de La Niña, cioè El Niño che creò un forte riscaldamento della superficie oceanica.

Il riscaldamento in Europa

Un cambiamento, quindi, che si è visto in modo ancora più accentuato nel continente europeo. In Europa infatti le temperature sono aumentate di 0,4° rispetto ad un anno fa (2019) e di 1.6°C rispetto al periodo 1981-2010. Anche prendendo in considerazione le stagioni si nota come  l'inverno 2019/20 e l'autunno 2020 siano stati i più caldi registrati. Il periodo che va da dicembre 2019 a febbraio 2020 in particolare ha superato il precedente più caldo del 2016 di quasi 1,4 ° C, mentre l'autunno (da settembre a novembre 2020) ha superato il vecchio record stabilito nel 2006 di 0,4 ° C. Inoltre, l'Europa occidentale ha subito una significativa ondata di caldo tra la fine di luglio e l'inizio di agosto. I successivi quattro anni più caldi per l'Europa si sono verificati anche nell'ultimo decennio.

"Il 2020 si distingue per il suo eccezionale calore nell'Artico e un numero record di tempeste tropicali nel Nord Atlantico - ha dichiarato Carlo Buontempo, Direttore del Copernicus Climate Change Service (C3S) -.  Non sorprende che l'ultimo decennio sia stato il più caldo registrato, ed è ancora un altro promemoria dell'urgenza di riduzioni ambiziose delle emissioni per prevenire impatti climatici negativi in ​​futuro ".

L’analisi quindi, come la precedente che abbiamo già approfondito sulla temperatura dei comuni italiani, aiuta a comprendere come il clima sia già cambiato. Una consapevolezza necessaria per iniziare da subito a mettere in atto azioni concrete e incisive per ridurre le emissioni antropiche. un ulteriore rapporto completo e dettagliato sui cambiamenti del clima europeo verrà reso pubblico ad aprile, quando Copernicus presenterà il suo annuale European State of the Climate 2020.

POTREBBE INTERESSARTI

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012