SOCIETÀ
Ca’ Lando, laboratorio per una architettura solidale
Corte Ca' Lando vista dall'alto, laboratorio di progettazione solidale a Padova - Foto: Massimo Pistore
La facciata a capanna della piccola chiesa bianca, un tempo dedicata a San Marco, San Vitale e Santa Elisabetta, sembra una scenografia teatrale. Come quinte laterali, ad abbracciare il cortile comune, si trovano dodici unità abitative, disposte in due serie da sei. Passeggiando per via Aristide Gabelli, nei pressi dell'ospedale di Padova, rivolgendo lo sguardo oltre un grande cancello, all'interno di una corte, si può avere la sensazione di essere stati catapultati all'improvviso in un altro tempo. Un luogo di un tempo lontano che ha però trovato un nuovo ruolo nella contemporaneità.
Sulla base del lascito testamentario del nobiluomo veneziano Marco Lando, Ca’ Lando viene costruita negli anni Trenta del Cinquecento, tra il 1533 e il 1534. Il complesso rappresenta uno straordinario esempio di edilizia con destinazione caritativa, un progetto ideale di vita comunitaria pensato per ospitare famiglie bisognose, poveri, persone fragili. Questa vocazione antica ha attraversato i secoli, perché qui, ancora oggi, passato e presente dialogano felicemente: Ca' Lando conserva, infatti, la sua funzione sociale e ospita le sedi di associazioni del terzo settore, mantenendo le caratteristiche originarie del suo assetto architettonico grazie ai restauri attuati nel corso degli anni, con l'intervento del settore edilizia monumentale del Comune di Padova.
Riprese e montaggio: Massimo Pistore (si ringrazia Elisa Speronello per la collaborazione)
La chiesa sconsacrata è stata ora concessa all'università di Padova - grazie a una convenzione favorita dall'impegno di Stefano Zaggia ed Edoardo Narne, docenti del corso di laurea in Ingegneria edile - architettura (ICEA) - per creare un luogo d’incontro aperto, da cui avviare iniziative di condivisione della conoscenza, attraverso allestimenti che cambiano ogni mese, e uno spazio per la progettazione dove continuare a occuparsi delle fragilità sociali ideando nuove soluzioni abitative. Coinvolgendo le associazioni già presenti all’interno della corte e le comunità periferiche della città, le attività didattiche e culturali universitarie sono iniziate a novembre scorso e puntano allo studio del patrimonio storico-architettonico di Padova, alla divulgazione della storia del luogo e allo sviluppo di un tema caro al dipartimento ICEA, quello relativo alle periferie e alla rigenerazione degli spazi urbani.
"La genesi di questo luogo è molto interessante: sin dalla sua fondazione fu destinato infatti a ospitare famiglie povere. Nel 1513 il patrizio veneziano Marco Lando lascia una parte della sua eredità alla realizzazione di un complesso destinato alla carità pubblica - spiega Stefano Zaggia, docente di Storia dell'architettura e presidente del corso di laurea di Ingegneria edile - architettura -. L'effettiva realizzazione risale però a qualche decennio più tardi, quando il nipote Pietro Lando decide di dare compimento al lascito. Così, nel 1530, come testimoniano i documenti, affida l'incarico ad alcune maestranze. I lavori proseguono per qualche anno fino all'assegnazione delle abitazioni. Il carattere architettonico del complesso è particolare: ogni abitazione è autonoma, e con un proprio giardino privato, ma tutte partecipano alla vita comunitaria. E le famiglie, che vi abitavano, potevano svolgere gli incontri religiosi comunitari all'interno di una piccola chiesa". Le intenzioni che stanno alla base del progetto rinascimentale sono chiare: lo scopo è quello di aiutare i poveri. "Si tratta di una tradizione presente a Venezia già prima della costruzione di Ca' Lando a Padova". Luoghi di accoglienza per famiglie in difficoltà, poveri, anziani e ammalati, erano già stati progettati e costruiti a Venezia: "era il costume del tempo". Pensiamo, per esempio, alle attività delle Scuole Grandi.
Un foto storica di Ca' Lando
Dal lascito di Marco Lando (riportato nel saggio dedicato al restauro, curato da Lironi e Di Prinzio, 1990), che con le rendite delle proprietà di Lozzo e Valbona, aveva disposto: "Si facciano dodici case con una cappelletta nella nostra città di Padova per perpetua abitazione di dodici padri di famiglia con figli e figlie, i quali più degli altri saranno ritrovati onorati* e bisognosi della previgione di ducati quaranta annuali per ciascuna famiglia (come risulta dalla versione latina, dal saggio di Giovanna Meneghel, "onorati" deve essere sostituito con "onerati").
Prototipo di vita comunitaria, progetto ideale, "palcoscenico aperto, dal grande varco dell'arco d'ingresso che taglia il muro imposto dai patti con le monache di San Mattia, alla strada, e quindi alla città".
La chiesa di Corte Ca' Lando ospita gli studenti ICEA. Foto: Massimo Pistore
Per Edoardo Narne, docente di progettazione architettonica, responsabile della convenzione e coordinatore del gruppo G124 di Renzo Piano, "Questo è un luogo carico di storia, simboli e riti che in cinquecento anni ha sempre mantenuto una attenzione e un forte rispetto per la comunità e le sue fragilità. Riflettendo sul carattere specifico di questo spazio, abbiamo deciso di lavorare attraverso una modalità di sperimentazione invitando i nostri giovani a prendersi cura dei valori difesi dalla storia di Ca' Lando. Cinquecento anni di supporto alle famiglie. E così faremo anche noi: stiamo lavorando per trasformare unità abitative attualmente in disuso in spazi accoglienti per ospitare nuove famiglie, una modalità di co-housing rivisitata. In questo particolare contesto abbiamo trovato le condizioni ideali per far lavorare i ragazzi nella dimensione del sociale: l'abbiamo chiamata architettura solidale, perché il rapporto diretto con le persone più bisognose può aiutare studente e studenti a immaginare una architettura e un design differenti".
Le realtà universitarie afferenti al dipartimento ICEA e coinvolte nel programma sono il Laboratorio di Storia dell’architettura, lo IEA Made, il laboratorio di autocostruzione del corso di laurea in Ingegneria edile-architettura e il gruppo di progettazione che lavora per il team G124 di Renzo Piano sulle periferie.
Ca’ Lando, laboratorio per una architettura solidale
Stefano Zaggia, docente di Storia dell'architettura - Unipd
Fedora Favaretto, borsista G124
Edoardo Narne, docente di Progettazione architettonica - Unipd
Cecilia Spezzati, borsista G124
Riprese e montaggio: Massimo Pistore
Per approfondire
Nuove forme dell'abitare. Politiche abitative, recupero urbano, edilizia popolare a Padova, a cura di Luigi di Prinzio e Sergio Lironi, pubblicato da Editoriale Programma per il Comune di Padova, 1990