SCIENZA E RICERCA

Cambiamento climatico: "Sia priorità nei programmi politici dei partiti"

La scienza del clima ci mostra da tempo che l’Italia, inserita nel contesto di un hot spot climatico come il Mediterraneo, risente più di altre zone del mondo dei recenti cambiamenti climatici di origine antropica e dei loro effetti, non solo sul territorio e gli ecosistemi, ma anche sull’uomo e sulla società, relativamente al suo benessere, alla sua sicurezza, alla sua salute e alle sue attività produttive.

Inizia così, senza girare attorno alla questione centrale, la lettera aperta della Società italiana per le scienze del clima (SISC) con come destinatario il variegato mondo della politica italiana.

Un appello, l’ennesimo, da parte della comunità scientifica per contrastare l’inerzia delle decisioni politiche prima che sia troppo tardi. Il tempismo della richiesta, firmata – tra gli altri – dal fisico climatologo Antonello Pasini, Carlo Barbante, Antonio Navarra e Riccardo Valentini – è perfetto: gli scienziati italiani guardano alle prossime elezioni politiche del 25 settembre e si mettono a disposizione di chi la spunterà alle urne per disegnare un cammino climatico che non porti l’Italia verso scenari irreversibili.

Come scienziati del clima, siamo pronti a fornire il nostro contributo per elaborare soluzioni e azioni concrete

“Come scienziati del clima – si legge nella lettera – siamo pronti a fornire il nostro contributo per elaborare soluzioni e azioni concrete, scientificamente fondate, praticabili ed efficaci, ma chiediamo con forza alla politica di considerare la crisi climatica come un problema prioritario da affrontare, perché mina alla base tutto il nostro futuro”.

D’altra parte, negazionisti e scettici a parte (fortunatamente una minoranza), è difficile quantomeno non rendersi conto del fenomeno in tutta la sua interezza: il cambiamento climatico non è mai stato solo un problema del futuro, da “relegare” alle generazione che verranno, ma è qui, nel presente che stiamo vivendo. Le temperature, le bolle di calore dalla durata sempre maggiore, la cronica carenza di acqua con i fiumi, compreso il grande Po, la tragedia del ghiacciaio del Monte Bianco sono tutti esempi interconnessi di conseguenze legate proprio alle mutazioni climatiche in atto.

L’avanzare del cambiamento climatico ridurrà lo sviluppo economico, causerà danni rilevanti a città, imprese, produzioni agricole, infrastrutture

“Il riscaldamento eccessivo – prosegue il gruppo di scienziati nell’appello – le fortissime perturbazioni al ciclo dell’acqua e altri fenomeni meteo-climatici vanno a impattare su territori fragili e creano danni a vari livelli, influenzando anche fortemente e negativamente le attività economiche e la vita sociale”. Alcune stime, sempre contenute nel documento della SISC: “L’avanzare del cambiamento climatico ridurrà lo sviluppo economico, causerà danni rilevanti a città, imprese, produzioni agricole, infrastrutture. Per ogni grado di riscaldamento climatico avremo mediamente un aumento del 30% di frequenza e intensità degli eventi estremi e una rilevante diminuzione del prodotto interno lordo”.

Da qui, l’urgenza di porre il problema ora in cima all’agenda politica e la richiesta a tutti i partiti politici di inserire la lotta alla crisi climatica all’interno dei propri programmi elettorali: “Deve essere la base necessaria per ottenere uno sviluppo equo e sostenibile negli anni avvenire e imprescindibile se si vorrà proporre una visione futura della società con delle possibilità di successo”.

Sulla situazione attuale, si chiedono azioni urgenti di adattamento per rendere i territori e i suoi abitanti più resilienti alle ondate di calore, alla siccità e agli eventi meteorologici estremi. Non azioni di natura emergenziale, per l’appunto, ma di pianificazione e programmazione strutturale.

Certo, qualcosa si sta muovendo, sia a livello italiano, sia europeo, soprattutto grazie ai fondi del PNRR. Ma la guerra in Ucraina e le tensioni internazionali crescenti devono spingere a scelte più lungimiranti e addirittura più incisive, onde evitare di tornare indietro sui propri passi, invece di andare avanti.

“Ci aspettiamo, dunque – si conclude così l’appello – elaborazioni di programmi politici approfonditi su questi temi e una pronta azione del prossimo governo sul tema della lotta alla crisi climatica e ai suoi impatti”.

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