SOCIETÀ

Carceri italiane, aumentano suicidi e sovraffollamento

Le carceri italiane sono tornate ad essere sovraffollate. A dirlo è un rapporto dell’Associazione Antigone che illustra come, al 30 novembre 2018, i detenuti fossero oltre 60 mila, con una capienza delle carceri italiane di circa 50.500. Un tasso di sovraffollamento del 118,6%, dovuto anche ad un aumento dei detenuti di circa 2.500 unità rispetto al 2017. Come riportato nel rapporto Antigone, la situazione italiana è molto disomogenea tra le regioni, con la Puglia che ha un tasso di sovraffolamento del 161%, seguita dalla Lombardia con il 137%.

Suicidi in aumento

C’è un dato però, che osservando l’andamento del 2018, deve far riflettere. Nell’ultimo anno nelle carceri italiane ci sono stati 63 suicidi, di cui 4 solamente nell’istituto di Poggioreale a Napoli. Questo numero significa che ogni 900 detenuti, uno di loro ha deciso di togliersi la vita, un tasso che supera di venti volte quello riscontrato nella popolazione in libertà.

Ogni 900 detenuti, uno di loro ha deciso di togliersi la vita

"Per prevenire i suicidi in carcere bisogna togliere la volontà di ammazzarsi e non limitarsi a privare i detenuti degli oggetti con cui farlo - ha dichiarato Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone -. La prevenzione dei suicidi ha a che fare con la qualità della vita interna, con la condizione di solitudine, con l’isolamento e con i legami affettivi all’esterno. Il carcere deve riprodurre la vita normale. Nella vita normale si incontrano persone, si hanno rapporti affettivi ed intimi, si telefona, si parla, non si sta mai soli per troppo tempo”.

Proprio per prevenire queste tragedie la stessa associazione avrebbe articolato una proposta di legge basata su tre principali punti: maggiore accesso alle telefonate, maggiore possibilità di passare momenti con i propri famigliari, inclusa l'opportunità di avere rapporti sessuali con le proprie compagne o con i propri compagni e una notevole diminuzione dell'utilizzo dell'isolamento.

Stranieri nelle carceri italiane

Solo poche settimane fa il Censis aveva fotografato, nel suo rapporto annuale, un’Italia in cui domina la paura, paura del futuro e del diverso. Secondo il 75% dei nostri connazionali infatti l’immigrazione farebbe aumentare la criminalità.

Ma è proprio così? Analizzando i dati rilasciati dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria possiamo notare che, al 31 novembre 2018, la presenza di detenuti stranieri nelle nostre carceri è di 20.306 unità.

Questo significa che il 67% dei detenuti è di nazionalità italiana. Tra gli stranieri, che quindi compongono circa il 33% del totale, la nazionalità più diffusa è quella marocchina con il 18,3% dei detenuti. Al secondo posto in percentuale ci sono le persone detenute provenienti dalla Romania (12,7%), dall’Albania (12,7%), con la Tunisia a chiudere il cerchio delle percentuali a doppia cifra (10,3%).

 

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