SCIENZA E RICERCA

Una caverna in Indonesia conserva la più antica opera d’arte rupestre

Un team di ricercatori dell’università Griffth di Brisbane ha pubblicato su Nature i risultati della propria ricerca relativa alla scoperta di disegni rupestri in una caverna nell’isola indonesiana di Sulawesi. Ciò che è stato portato alla luce potrebbe diventare la rappresentazione artistica figurativa più antica della storia dato che è stata datata a 43.900 anni fa ma non solo: alcuni dei soggetti raffigurati sono figure teriomorfe, divinità illustrate in forma di animale, una rarità nell'arte rupestre del Paleolitico. Questo proverebbe uno sviluppo di capacità cognitive simili a oggi negli uomini di quel periodo, capaci quindi di rappresentare elementi fantastici e immaginari, mettendo in discussione l’evoluzione dei concetti di religione, folklore, spiritualità e mitologia.

La caverna di Leang Bulu’Sipong 4, situata tra le regioni di Maros e Pangkep dell’isola, è solo una delle 242 grotte che contengono disegni rupestri della zona. La parete analizzata si estende per 4,5 metri di larghezza, in cui è rappresentata una scena di caccia: troviamo due suini, quattro bufali nani e otto piccole figure di forma umana con caratteristiche animali. Tutti i soggetti della scena sembrano possedere lo stesso stile artistico e utilizzare lo stesso pigmento, il rosso scuro, tipici della grotte di Maros-Pangkep. Le analisi, effettuate con la datazione Uranio-Torio, sono state fatte su diversi campioni provenienti sia dalla pareti vuote della caverna stessa che dalla parete dipinta: l’età massima è stata rinvenuta nel campione relativo a “Pig 1” con i suoi 43.900 anni.

La documentazione di forme di teriomorfismo è molto rara, l’esempio più antico prima della scoperta di Leang Bulu’Sipong 4 è una statuina rinvenuta in Germania: l’uomo-leone di Hohlenstein risale a circa 40.000 anni fa e raffigura un uomo con la testa leonina in posizione eretta, ancora oggi non è chiara la sua funzione. Il soggetto della ricerca del team australiano, tuttavia, possiede una caratteristica determinante: oltre alla datazione (le figure di Leang Bulu’Sipong 4 hanno circa 4.000 anni in più), ciò che abbiamo di fronte è una scena, una narrazione figurativa complessa in cui i soggetti presenti sembrano interagire tra loro.

Secondo gli studiosi, nella parete è narrata una scena con più cacciatori affrontano due specie di animali diverse, suggerendo quindi la presenza di una strategia di caccia. Anche se l’interpretazione è ancora incerta, questa opera d’arte rupestre può essere considerata la più antica forma di narrazione visiva al mondo, testimoniando una capacità di inventare storie di fantasia fondamentale per la ricostruzione dello sviluppo del linguaggio e dei concetti di religione, folklore e spiritualità. Un’altra conferma è legata alle dimensioni delle figure teriomorfe, più piccole rispetto agli animali, considerando che i suini rappresentati, nella realtà, non superano i 60 centimetri di altezza e i piccoli bufali i 100 centimetri: questo suggerisce una visione non reale della rappresentazione. Nell’arte preistorica, inoltre, questa tipologia di soggetti è spesso legata allo sciamanesimo, come rappresentazioni di aiutanti degli spiriti animali.

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