SCIENZA E RICERCA

Non solo Covid-19, in Africa il morbillo fa ancora tanta paura

Mentre l’attenzione globale è focalizzata sulla pandemia di Covid19, il morbillo continua a espandersi in Africa e a uccidere silenziosamente. Nella Repubblica Democratica del Congo è in corso quella che si candida a essere la più grave epidemia di morbillo dal 1963, anno in cui è stato ottenuto il vaccino. Ma il numero dei contagi e delle vittime è in aumento anche nella Repubblica Centrafricana e in Chad. In Congo il contagio è diventato incalzante dall’ottobre 2018: i bambini hanno iniziato a mostrare tutti i sintomi della malattia, fino ad arrivare a ucciderne 6.500. Si tratta comunque di numeri parziali, perché molti piccoli malati sono morti nelle loro case, senza aver visto nessun medico, senza nessuna notifica alle autorità sanitarie. La situazione non accenna a migliorare e non lo farà nel breve periodo dato che, a causa della pandemia per Covid19 e la paura del conseguente contagio, le vaccinazioni contro il morbillo sono state sospese.

“Il morbillo è considerato una malattia poco importante nel mondo occidentale, in realtà è grave, ed è la più grave tra le malattie per le quali esiste il vaccino” afferma Bernardino Fantini, storico della medicina e professore emerito all’Università di Ginevra.

Intervista a Bernardino Fantini su storia, epidemiologia del Morbillo e sviluppo attuale della malattia

Un killer trascurato che, specialmente se in combinazione con malnutrizione e carenza di vitamina A, trova terreno fertile proprio nei paesi più poveri del mondo, dove ci sono palesi problemi economici e nel sistema sanitario. Inoltre il virus è estremamente contagioso, il che rende ancora più complicato contenerlo. Si tratta della malattia più contagiosa in assoluto, infatti il suo R0, ovvero il numero di riproduzione, è 12-18: questo significa che una persona malata può contagiarne fino a 18. Similmente al nuovo coronavirus (che però ha un numero di riproduzione di 2-3)), il contagio avviene attraverso le goccioline respiratorie, e queste possono rimanere nell’aria per ore. Spesso i malati muoiono per le complicazioni, come polmonite, diarrea e disidratazione. Altri possono guarire e rimanere con disabilità permanenti, come sordità, cecità e danni cerebrali, o ritrovarsi con il sistema immunitario compromesso.

Si tratta di uno dei vaccini più efficaci, ma per avere una protezione efficace bisogna coprire con il vaccino almeno il 95% della popolazione Bernardino Fantini, storico della medicina

Il vaccino è stato scoperto nel 1963 e poi migliorato nel 1968; “Si tratta di uno dei vaccini più efficaci” spiega Fantini, che viene somministrato in due dosi, insieme ad altri vaccini, ai bambini tra i 12 e i 15 mesi di vita. Ha un costo di circa 17 centesimi di euro, quindi non è estremamente caro, ma “per i paesi poveri questa è una spesa non indifferente. Oltre alla questione del costo c’è il costo del personale, perché per avere una protezione efficace bisogna coprire con il vaccino almeno il 95% della popolazione, quindi è molto difficile da ottenere in un paese dalla struttura sanitaria povera”. La questione economica è certamente uno dei problemi maggiori, ma non l’unico. In alcuni paesi, come in Congo, sono in atto guerre civili, e devono fronteggiare altre epidemie come la febbre gialla, o l’ebola, e ora il coronavirus. In più anche la conformazione stessa degli stato non aiuta, infatti il vaccino deve viaggiare dalla capitale del Congo, Kinshasa, fino ai villaggi più remoti. Per mantenere la sua efficacia, il vaccino deve essere conservato a una temperatura tra i 2 e gli 8 gradi centigradi, una vera e propria sfida visto il clima tropicale della zona. Il vaccino arriva come polvere, quindi deve essere aggiunto alla soluzione sterile e somministrato entro sei ore. Con tutte queste difficoltà spesso ai bambini viene somministrata solo la prima dose delle due previste, fatto che non assicura la protezione totale dalla malattia. Secondo uno studio dell’Unicef nel 2018 nella Repubblica Democratica del Congo solo il 57% dei bambini ha ricevuto almeno una dose di vaccino contro il Morbillo, ma per evitare il contagio almeno il 92% della popolazione dovrebbe essere immunizzata. Attualmente si somma alle difficoltà tecniche, economiche e alla corruzione, la scelta di sospendere la campagna di vaccinazione per limitare il contagio di Covid19, non solo in Congo. Questo significa che circa 117 milioni di bambini in 37 stati diversi, non saranno vaccinati come invece era previsto, creando così un bacino fertile per il contagio di Morbillo in futuro. I Paesi che hanno sospeso la campagna di vaccinazione dovranno ripartire al più presto possibile per non dover combattere una nuova, ma più cruenta, battaglia contro il morbillo nei prossimi due anni.

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