SOCIETÀ

Dalla ricerca all’insegnamento, passando per lo spazio

Quando ci parliamo per capire e conoscere più a fondo la sua esperienza professionale e personale, Alessandro Abate è un fiume in piena e più ci inoltriamo nella conversazione più viene da chiedersi dove abbia trovato, a soli 40 anni, l’energia per fare tutto quello che ha fatto. Alessandro è un ‘padovano eccellente’ a cui l’anno scorso è stato riconosciuto dall’Associazione Padovani nel mondo lo Young Excellence Award destinato a giovani che si sono distinti per meriti in ambito lavorativo, di studio e ricerca, impegno sociale e culturale portando conoscenze e professionalità nel mondo e anche nel nostro Paese.

Cresciuto a Padova, Alessandro Abate oggi vive in Inghilterra dove lavora come professore associato presso il Dipartimento di informatica dell’università di Oxford. “Ad Oxford per le posizioni di docente funziona così - ci spiega: inizialmente i professori vengono assunti con un contratto della durata di cinque anni, terminati i quali viene fatta una sorta di revisione sul lavoro svolto per valutare la progressione dell’attività dal punto di vista accademico e scientifico. Superata quella, si ottiene un contratto a tempo indeterminato e io attualmente lavoro con questo”. Ma la sua attività professionale non si esaurisce con l’insegnamento; il giovane padovano affianca infatti alla docenza, ricerca scientifica di tipo inter-disciplinare nel campo dell’ingegneria, delle scienze informatiche e della matematica applicata. “Mi interesso dello sviluppo di modelli matematici e della loro analisi e controllo tramite tecniche computazionali oltre che analitiche - racconta Abate. Questi modelli sono relativamente generali e possono essere accostati a diverse applicazioni in vari contesti, da quello industriale (ad esempio quello energetico, che è il mio primo interesse), a quello biologico. Sulla ricerca, lavoro con un gruppo composto di una decina tra studenti e ricercatori a contratto e contemporaneamente con altri colleghi del mondo accademico e industriale a livello nazionale e internazionale. E riesco a farlo, continua, utilizzando diverse tipologie di finanziamento: fondi per la ricerca istituzionali, normalmente elargiti da enti a livello nazionale ed europeo, e fondi da aziende private per progetti più applicativi (ad esempio nel settore della smart energy)”.

Dopo la laurea in Ingegneria elettronica (Controlli automatici) all’Università di Padova, Alessandro Abate ha conseguito qui il dottorato di ricerca in Automatica e ricerca operativa svolgendone parallelamente un secondo in Ingegneria elettronica e informatica all’Università di Berkeley in California.

In America era in precedenza approdato durante la laurea grazie ad un programma di scambio tra l’ateneo patavino e quello americano che poi l’ha portato a tornare negli Stati Uniti per il dottorato.

E qui ha continuato a fare ricerca, questa volta all’università di Stanford, vicino San Francisco. Poi la scelta di tornare in Europa dove per quattro anni è stato ricercatore a Delft in Olanda e infine l’Inghilterra dove oggi lavora e vive con la sua famiglia. “Padova non è solo la città dove sono cresciuto, continua Abate; è anche il posto dove mi sono formato, dove questa bella esperienza professionale e di vita è iniziata. Dopo la laurea ho scelto l’estero perché mi sembrava la risposta migliore alla mia voglia di crescere e scoprire il mondo, per questo non mi sento un ‘cervello in fuga’, anzi. Mi sento cittadino del mondo e vedo la mia esperienza professionale come una cosa molto naturale. Non sono stato forzato ad andare via, in nessun modo, e se avessi l’opportunità di tornare in Italia e a Padova per lavorare o vivere con la mia famiglia, la considererei molto seriamente. Credo che la formazione universitaria italiana sia di alto livello e mi sento di dire che quella di Padova è eccellente. Se dovessi dare a un giovane un consiglio per il suo futuro - prosegue - gli direi di formarsi nel nostro Paese e, proprio perché viviamo in un mondo sempre più globalizzato, gli direi anche di proseguire considerando seriamente le esperienze di internazionalizzazione, fondamentali per la propria preparazione e soprattutto per chi immagina una carriera nel mondo della ricerca. Pe me è stato così e chi mi ha dato realmente questa opportunità è stata l’università che mi ha permesso di fare un anno di studi in California. Tutto è iniziato così”.

L’intervista con Alessandro Abate non poteva chiudersi in modo banale e l’ultima cosa che gli chiediamo di raccontarci riguarda la sua partecipazione al bando di selezione per astronauta dell’ESA (Agenzia spaziale europea) nel 2008 in cui si è posizionato tra i primi 80 su oltre 10.000 partecipanti. “Anche questo fa parte della mia vita, dice, ma lo racconto con un certo riguardo perché non vorrei sembrare presuntuoso. Ho sempre avuto interesse nell’ambito della ricerca dell’esplorazione dello spazio e per questo ho deciso di partecipare alla call. È stata un’esperienza davvero molto bella che mi portato in giro per l’Europa a fare test e interviste, permettendomi di conoscere persone pazzesche, tra cui dei veri astronauti. Non mi hanno selezionato (a quel bando sono risultati vincitori Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano) ma anche questa è stata un’esperienza che valeva la pena di provare”.

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