SOCIETÀ

Elezioni comunali: l’analisi dei risultati

Il Bo Live ospita una serie di articoli di studenti del laboratorio organizzato dall’Osservatorio DANE - Democrazia a Nordest dedicato alle prossime elezioni amministrative di Padova.

Il 12 giugno scorso i padovani e le padovane hanno eletto il primo cittadino che governerà Padova, insieme alla sua giunta, per altri 5 anni: Sergio Giordani. La vittoria del candidato della coalizione di centro-sinistra conferisce al sindaco uscente un secondo mandato, nel segno della continuità amministrativa del suo operato. Ci chiediamo però se vi siano differenze sostanziali tra queste ultime elezioni e quelle precedenti del 2017, sia dal punto di vista delle preferenze elettorali che specialmente dell’affluenza. In particolare, ci siamo concentrati principalmente sulle due coalizioni che hanno riscosso maggiori consensi.

Giordani o astensione: chi è il vero vincitore?

Questa tornata elettorale si è conclusa direttamente al primo turno, quindi con una vittoria secca del sindaco uscente senza dover ricorrere al ballottaggio. Nelle scorse elezioni invece, dopo una prima votazione che aveva visto nettamente in vantaggio il candidato del centro-destra Bitonci (40.3%), i cittadini di Padova dovettero votare nuovamente al secondo turno, conferendo però il mandato da sindaco a Giordani, che riuscì ad ottenere oltre 19.000 preferenze in più ribaltando quanto accaduto nella votazione precedente. Osservando il numero di votanti in entrambe le elezioni, si evince come il fenomeno dell’astensionismo sia ancora rilevante e in crescita.  Mentre infatti nel 2017 era accorso a votare (tra primo e secondo turno) circa il 58% degli aventi diritto di voto, il 12 giugno scorso ha espresso la propria preferenza elettorale appena il 50% dei padovani, rendendo di fatto il “non-voto” il reale vincitore delle elezioni amministrative patavine.

La coalizione di centro-sinistra padovana tra 2017 e oggi

Per capire e interpretare quanto successo al momento del voto abbiamo consultato le rilevazioni sui flussi elettorali delle amministrative 2022, svolte dall’Istituto Cattaneo seguendo il metodo di Goodman, che mostrano il comportamento del corpo elettorale nelle urne. Nella precedente tornata elettorale la coalizione di centro-sinistra era caratterizzata da una composizione partitica differente rispetto a quella recente, che ha visto l’appoggio del Movimento 5 Stelle e l’adesione dei Verdi (Europa Verde). Nelle elezioni del 2017 l’unica formazione presente su scala nazionale ad appoggiare il candidato sindaco era il Partito Democratico, attorniato da svariate liste civiche. Proprio il PD risulta oggi essere il più votato, essendo riuscito a ottenere il 21,66% dei consensi, crescendo di 8 punti percentuali rispetto al primo turno del 2017.  Tenendo sempre in considerazione l’alto livello di astensionismo, non vi è dubbio che buona parte di questa crescita sia riconducibile a un flusso di voti proveniente principalmente dall’elettorato di Lorenzoni. Quest’ultimo infatti nel 2017 aveva totalizzato circa il 10% dei consensi presentandosi con una propria lista (“Lorenzoni Sindaco”). Nell’ultima tornata secondo l’Istituto Cattaneo l’83% di essi ha deciso di convergere verso Sergio Giordani, o in alternativa non votare (9,8%). Va evidenziato che, oltre l’elettorato dell’ex vicesindaco, anche una parte di coloro che nel 2017 scelse Bitonci quest’anno ha deciso di optare per il candidato del centro-sinistra (12%). Inoltre nelle scorse elezioni anche Coalizione Civica per Padova si era schierata in favore di Lorenzoni, conseguendo l’11% dei voti. Nelle amministrative di quest’anno, appoggiando invece Giordani, i suoi elettori sono notevolmente diminuiti, contribuendo per il 6% alla coalizione del sindaco uscente. Si deve sottolineare, però, come una parte dell’elettorato di tale lista possa essere confluita parzialmente verso un’altra lista civica presentatasi alle elezioni, ovvero Padova Bene Comune. Quest’ultima infatti è passata dall’1,55% del 2017 al 2,10% di quest’anno. Per quanto riguarda la lista personale di Giordani (“Giordani sindaco”), le recenti elezioni l’hanno vista affermarsi come seconda formazione politica in assoluto (rispetto dunque ai partiti di centro-destra), raggiungendo il 17,28% e quasi raddoppiando i voti ottenuti nel 2017 (passati da 8.000 a 13.000 circa). L’astensione è alquanto presente pure tra gli elettori dello stesso centro-sinistra, dal momento che il 21% di essi non si è recato alle urne.

Vedendo il grado di consenso ottenuto dagli altri due partiti nazionali aderenti alla coalizione in appoggio a Giordani la “musica” cambia notevolmente. Europa Verde ha esordito localmente raccogliendo 1.481 voti (1,91%) e non conseguendo alcun seggio in consiglio comunale. Gli elettori della città di Padova non hanno particolarmente premiato la scelta fatta dal Movimento 5 Stelle di schierarsi al fianco di Giordani: se è vero che nel 2017 aveva ottenuto il 3,1% presentandosi in una corsa solitaria, questa tornata elettorale esso è stato “punito” piuttosto duramente con poco più dell’1% dei consensi. Guardando ai flussi di voti, metà degli elettori padovani del Movimento ha seguito le linee fornite del partito, mentre più del 17% di essi ha preferito non andare a votare.

La sconfitta del centro-destra è colpa del centro-destra?

Alle elezioni del 2017 il centro-destra formato dalla lista Bitonci Sindaco, Lega Nord, Forza Italia e Fratelli D’Italia - Alleanza Nazionale aveva ottenuto il 36,78% delle preferenze. Nello specifico: la lista Bitonci Sindaco aveva raccolto il 24,11%, la Lega Nord il 6,64%, Forza Italia il 3,91% e Fratelli D’Italia - Alleanza Nazionale il 2,12%. Guardando ai risultati del 2022 il dato interessante risulta essere il rovesciamento della “gerarchia” all’interno del centro-destra, dove la Lega perde voti (215) ma ottiene il 7,35% delle preferenze (+0,71), venendo superata da Fratelli D’Italia che ottiene l’8,27% (+6,15) e diventa il partito più votato della coalizione di centro-destra, superando di 356 voti anche la lista Peghin Sindaco.

Forza Italia invece vede le sue percentuali pressoché invariate, raccogliendo il 3,20% (-0,71 in meno rispetto al 2017). Una novità importante è costituita dalla lista Coraggio Italia che, da neo-partito, a queste ultime elezioni ha preso il 4,37% delle preferenze, sorpassando quindi anche Forza Italia.  L’intera coalizione che ha appoggiato Peghin Sindaco ha ottenuto il 33,52% dei voti, mentre nel 2017 la coalizione partitica che candidava Bitonci aveva conseguito, al primo turno, il 40,25%. La differenza di preferenze espresse è importante, il con una perdita di 6,73 punti percentuali. Come evidenziato nelle rilevazioni dell’Istituto Cattaneo, questo porta a concludere che alcuni tra gli elettori del centro-destra del 2017 alle elezioni del 2022 hanno scelto di votare Giordani come sindaco (12%).

Un altro dato interessante è quello relativo ai voti al candidato sindaco senza preferenza di lista: Giordani ha raccolto 2.412 voti di questo tipo mentre Peghin ne ha ottenuti 5.019, più del doppio. Si può quindi pensare che la sconfitta del candidato di centro-destra vada oltre i suoi demeriti personali e sia più da ricercare nei partiti che lo hanno appoggiato, in particolare nel poco apporto che hanno dato al candidato Sindaco. Peghin è stato capace, sempre seguendo l’analisi dei flussi elettorali dell’Istituto Cattaneo, di attrarre il 24% dell’elettorato del Movimento 5 Stelle, mentre non è riuscito a fare propri i voti del centro-sinistra: appena l’1,7% di chi aveva votato Giordani e l’1,3% di chi aveva votato Lorenzoni nel 2017 ha invece scelto Peghin nel 2022. La sconfitta più grande è intestina al centro-destra: il suo candidato ha conseguito il 60% delle preferenze che aveva preso Bitonci, mentre il restante 40% è andato dividendosi tra altre proposte elettorali e astensionismo.

Una parentesi: il Movimento 3V

Il periodo di pandemia ha modificato ed amplificato molti aspetti psicologici, sociali e politici, che già erano latenti nella società italiana. Il Movimento 3V è senza alcun dubbio un “prodotto” della crisi che abbiamo vissuto e che tutt’ora viviamo. A Padova il Movimento ha presentato un proprio candidato, Paolo Girotto, che è riuscito a totalizzare il 2,02% portando la propria lista al terzo posto per numero di consensi. Crediamo che le ragioni di tale successo possano essere rintracciabili specialmente tenendo in considerazione un aspetto, ovvero una certa similitudine con la retorica e il programma elettorale del Movimento 5 Stelle nei primi anni di attività. Tale gruppo politico, a livello sia nazionale che locale, rivendica la necessità di “cacciare l’attuale classe politica”, colpevole di aver tradito il popolo italiano: è evidente quindi l’utilizzo di un certo linguaggio “anti-casta”. Occorre aggiungere che il risultato elettorale ottenuto a Padova rappresenta un unicum rispetto quanto accaduto nelle recenti amministrative nel resto della Penisola, dove esso ha ottenuto risultati assai più scarsi. Nei mesi e anni a venire bisognerà osservare attentamente il Movimento 3V, per capire se esso possa mutare e “sopravvivere” alla pandemia stessa.

Le amministrative 2022 a Padova: centro-sinistra “dal campo largo” e Fratelli d’Italia in testa?

Le conclusioni sono che nelle ultime elezioni, segnate da una profonda astensione, il Sindaco uscente è riuscito ad attirare a sé maggiori consensi mostrandosi capace di attrarre consensi anche da una parte dell’elettorato di centro-destra. Preferendo Giordani a Peghin, gli stessi elettori di centro-destra contribuiscono parzialmente a una sconfitta che forse era prevedibile, ma non in questi termini. Nella coalizione a sostegno di Peghin va rimarcata l’importante crescita di Fratelli D’Italia, che diventa primo partito del centro-destra padovano, come è anche necessario sottolineare i voti persi dalla Lega e il “tonfo” del Movimento 5 Stelle. Trend, questi, perfettamente in linea con molti dei risultati delle altre elezioni amministrative del 2022: spesso infatti in svariate realtà urbane con più di 15mila abitanti il PD è risultata la lista più votata. La vittoria di Giordani dimostra come l’impegno collettivo di liste civiche, Verdi e Movimento 5 Stelle possa dare i suoi frutti: un risultato che potrebbe certamente essere uno spunto in vista delle elezioni nazionali, confermando l’idea che il “campo largo” possa essere la strada giusta da percorrere a sinistra.

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Speciale Osservatorio DANE - Democrazia a Nordest: le elezioni amministrative 2022 a Padova

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