CULTURA

Elliott Erwitt, lo sguardo sulle persone

Non solo cani e gatti, ai quali ha dedicato foto famosissime, e non solo ironia. Ancora oggi, a 94 anni, Elliott Erwitt ama ripeterlo spesso: il suo primo interesse sono le persone, e in lui leggerezza non è sinonimo di superficialità. Dopo le mostre su Eve Arnold e su Robert Capa (quest’ultima nel 2022 ha attirato ben 13.000 spettatori paganti), il Museo Villa Bassi Rathgeb di Abano Terme apre il 2023 con un altro appuntamento dedicato a un grande fotografo.

Il curatore Marco Minuz ha scelto di valorizzare soprattutto gli scatti privati dell’artista, raccolti in oltre sessant’anni di viaggi in tutto il mondo. Una sorta di album privato di foto di piccolo formato (11 per 17 centimetri, tutte nelle stampe originali firmate dall’artista), tutte rigidamente in bianco e nero. “Per i miei ‘scatti personali’ non uso il colore. Quello lo riservo al lavoro – spiega lo stesso Erwitt, considerato il decano della fotografia mondiale –. Ho già una vita abbastanza complicata, quindi mi limito al bianco e nero e mi va bene così”. Poi aggiunge: “Il bianco e nero è il compendio che permette di arrivare all’essenziale, ma è molto più difficile azzeccarlo. Il colore, invece, è più adatto alle informazioni. Il colore è descrittivo, il bianco e nero è interpretativo”.

Non mi interessano i paesaggi ma la gente Elliott Erwitt

Nato a Parigi nel 1928 da genitori ebrei russi, Elio Romano Erwitt (questo il suo vero nome) trascorre la sua infanzia a Milano; poi, in seguito alle leggi razziali, la sua famiglia emigra negli Stati Uniti. Studia e sviluppa la passione per la fotografia ad Hollywood, dove vive con la sua famiglia e dove viene in contatto con il jet-set del cinema internazionale, facendosi le ossa come fotografo di scena. Poi, appena ventenne, si trasferisce a New York e inizia a girare il mondo con la sua Rolleiflex al collo: la grande occasione arriva però con l’ingresso nel 1953 nella mitica agenzia Magnum grazie a Robert Capa, Roy Stryker, che gli procura anche i primi grossi lavori, ed Edward Steichen, potentissimo direttore della sezione fotografica del MoMA di New Yoork. Con simili padrini d’eccezione Erwitt diventa uno dei fotografi più richiesti al mondo, spaziando dalla pubblicità al ritratto, al reportage.

La fama internazionale deriva soprattutto dal suo modo di cogliere la vita di tutti i giorni con molto spirito di osservazione e una buona dose di ironia. Fotografare secondo Erwitt è attendere piuttosto che agire, e questo ad esempio lo differenzia da un altro grande vecchio della fotografia, il suo maestro Henri Cartier-Bresson. Vintage, questo il titolo della mostra presentata al Museo Villa Bassi Rathgeb, comprende 154 fotografie raramente esposte al pubblico, alle quali si aggiungono trenta scatti fotografici davvero iconici e materiale audiovisivo, per un arco temporale che copre sessant'anni di storia.

Uno straordinario corpus che affronta alcune delle principali tematiche che caratterizzano il lavoro di Erwitt: dall’integrazione razziale alle mutazioni della società americana. A prevalere è però soprattutto la dimensione personale e privata, con l’occhio indiscreto del grande Maestro che riesce a catturare in un istante l’essenza di una situazione o di un rapporto. Come nel toccante scambio di sguardi tra la figlia appena nata e la giovane moglie, ma anche la famosa serie dedicata alle famiglie americane negli anni Cinquanta e Sessanta. Un’esposizione che dà soddisfazione sia ai cultori della fotografia e ai conoscitori del lavoro del fotografo americano, sia a chi è alla ricerca di uno sguardo diverso e non banale sul mondo.


Elliott Erwitt
Vintage

Mostra a cura di Marco Minuz

Abano Terme, Museo Villa Bassi Rathgeb, via Appia Monterosso 52, fino all'11 giugno 2023

www.museovillabassiabano.it

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012