SOCIETÀ

La Gigaberlin vince il conflitto ecologico. La fabbrica di auto elettriche si farà

La Tesla ha ottenuto l'autorizzazione dell'Ufficio statale per l'ambiente di Brandeburgo a continuare i lavori per la costruzione della Gigaberlin, la sua nuova fabbrica di auto elettriche. Dopo varie peripezie, i lavori di disboscamento dell'area alberata di 300 ettari nella periferia di Berlino sono stati approvati. Elon Musk vanta già 3 fabbriche specializzate nella produzione di auto elettriche, dislocate negli Stati Uniti e in Cina, e ha già raggiunto il record di 1 milione di autovetture elettriche prodotte. L'autorizzazione per costruire la Gigafactory 4, che sorgerà nel sito di Grünheide, all'interno dell'area di Berlino, è stata una vittoria dura da ottenere.

Il disboscamento dello spazio destinato a ospitare la sede della Gigaberlin era già cominciato a febbraio, dopo il via libera ricevuto dall’ufficio per l’ambiente di Brandeburgo per cominciare a disboscare i primi 90 ettari, nonostante i permessi ufficiali per costruire la fabbrica dovessero ancora arrivare. La Tesla ci teneva però a cominciare il disboscamento il prima possibile, per finire i lavori di bonifica del terreno entro l'inizio di marzo, cioè prima che iniziasse la stagione di crescita. Una volta cominciato il periodo di accoppiamento degli uccelli, infatti, per legge i lavori avrebbero dovuto fermarsi per 6 mesi.

C'è inoltre da dire che il sito in questione non è una foresta vergine, bensì un'area di rimboschimento artificiale utilizzata principalmente per la produzione di cartone. Dopo che però erano stati disboscati i primi 30 ettari della zona, l’alta Corte del tribunale amministrativo dello stato di Berlino-Brandeburgo ha bloccato le ruspe. Infatti, gli ambientalisti della Grüne Liga Brandenburg, la Lega verde di Brandeburgo, avevano opposto delle riserve che l'Alta corte riteneva giusto dover esaminare.

Le proteste della Grüne Liga erano dovute al fatto che, foresta naturale o meno, il disboscamento avrebbe potuto comunque nuocere al benessere della fauna locale, oltre all'iniziale preoccupazione riguardo al consumo d'acqua che il funzionamento della fabbrica avrebbe comportato. A riguardo Elon Musk aveva assicurato che il consumo d'acqua sarebbe stato ragionevole e che la fabbrica avrebbe avuto un impatto positivo sia sull'economia che sull'ambiente.

Nonostante questo, la Grüne Liga era riuscita comunque a ottenere l'immediata sospensione dei lavori, in attesa di una decisione definitiva. Ciò ha fatto infuriare molti politici tedeschi, e ha spaccato a metà gli ambientalisti. Infatti, anche dei membri del Partito verde sono d'accordo con la costruzione della fabbrica, tra cui la senatrice Ramona Pop, la quale ritiene eccessive le proteste della Grune liga e non trova corretto equiparare una piantagione di alberi a una foresta vergine.

A prescindere dalla decisione finale, che ha permesso a Elon Musk di continuare con i lavori, quello che c'è stato potrebbe essere definito un conflitto ecologico: entrambi gli interessi dei contendenti si basano su principi green. Sebbene si possa obiettare che le mire di Musk e del governo tedesco siano anche quelle di una crescita economica per la Tesla e per la Germania (dato che la Gigaberlin darà lavoro a migliaia di persone), resta il fatto che puntare sull'elettrico è una mossa che avvicina senza dubbio a quella mobilità sostenibile a cui tutti i paesi dovrebbero puntare. In questo caso, insomma, le conseguenze di quest'azione contano più di eventuali interessi “altri” degli attori coinvolti.

Naturalmente, anche le ragioni della Grüne liga sono comprensibili. Le proteste degli ambientalisti quando si tratta di eliminare un'area verde per costruire una fabbrica non sono certo una novità. Riconoscere un valore intrinseco a ogni forma di vita e difenderne la ricchezza e la varietà è un punto centrale dell'ideologia ecologista. Preservare il benessere del nostro pianeta passa anche attraverso la difesa dell'ambiente naturale in tutte le sue forme, e per raggiungere questo scopo è giusto impedire che l'eccessiva attività umana possa interferire negativamente sull'ambiente.

Per quanto entrambe le posizioni siano in qualche modo orientate alla difesa dell'ambiente, esse sembrano in contrasto. Ciò che hanno in comune è il voler rinunciare a qualcosa in nome di un bene superiore, ed è su questo che vale la pena riflettere. Voler puntare sull'elettrico e voler difendere le foreste hanno alla base gli stessi principi: la difesa dell'ambiente, la riduzione delle emissioni e un modo di vivere e produrre che sia sostenibile per il pianeta.

Il problema dipende quindi dalla prospettiva che si decide di adottare: se globale oppure limitata a un orizzonte più locale. Investire nelle auto elettriche significa impegnarsi per raggiungere un traguardo su ampia scala, e come ogni investimento ha un prezzo da pagare. In questo caso, come è stato confermato dalla decisione definitiva dell'Alta corte di Berlino-Brandeburgo, il prezzo consiste nel sacrificare parte della zona boschiva di Grünheide.

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