CULTURA

Migrazioni e crisi climatica: la fotografia di Dorothea Lange parla anche a noi

Seguendo il filo rosso della narrazione, una immagine dopo l'altra, si ha la sensazione di trovarsi di fronte a una storia contemporanea. Quello di Dorothea Lange (Hoboken, New Jersey, 1895 - San Francisco, 1965) non è solo un racconto fotografico, è documentazione di un passato che, ancora oggi, ci parla. Mani e volti di bambini, donne e anziani, disoccupati, senzatetto, baracche in terre desolate e lunghe strade deserte, auto abbandonate, accampamenti improvvisati chiamati "giungle", tempeste di polvere e vento, braccianti agricoli con la fatica sulle spalle, esseri umani affamati e in cammino alla ricerca di opportunità e riscatto nell'America degli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso.

In duecento scatti e a quasi un secolo di distanza, gli echi di queste vite tornano a farsi sentire e raggiungono il nostro tempo fragile, che tanto somiglia al loro, profondamente segnato da migrazioni, crisi climatica, ingiustizie, discriminazioni. La storia si ripete ripresentandosi con una violenza, se possibile, ancor più devastante e, questa volta, globale. A Dorothea Lange e all'altra America, quella della Grande Depressione, è dedicata la nuova mostra temporanea al Museo civico di Bassano del Grappa. L’inaugurazione coincide con la riapertura del museo stesso, dopo sei mesi di lavori, con spazi rinnovati per le collezioni permanenti e un nuovo e suggestivo allestimento ricco di opere inedite.

Lange mette al centro gli ultimi, gli invisibili: nei suoi scatti l'empatia non è mai celata ma convive con uno sguardo sempre lucido ed efficace, da vera professionista. Il talento da ritrattista, la sensibilità umana e artistica, il bisogno di testimoniare e lasciare traccia ne definiscono la ricca e complessa identità. "Nella sua fotografia convivono l'estetica modernista e una necessità politica - spiega Monica Poggi, curatrice della mostra, insieme a Walter Guadagnini di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino -. In questo senso, lei è una apripista con una forza comunicativa dirompente", riconosciuta e celebrata già negli anni di attività, co-fondatrice nel 1952 della rivista fotografica Aperture, prima donna fotografa a cui il MoMa dedica una retrospettiva nel 1965, pochi mesi prima della sua scomparsa.

Dagli esordi a New York, passando per la prima spedizione fotografica in giro per il mondo interrotta per mancanza di soldi, per arrivare all'incarico per la Farm Security Administration che lancia la sua carriera permettendole di calarsi profondamente nel contesto sociale che sceglierà di raccontare per tutta la vita, con un lungo e appassionato lavoro di testimonianza e documentazione fotografica. Dall'America rurale colpita negli anni Trenta del Novecento da una durissima siccità ai campi di prigionia, presenti sul territorio americano dopo l’attacco di Pearl Harbor, dove la popolazione di discendenza giapponese viene deportata durante la Seconda guerra mondiale: una serie, quest'ultima, che svela subito il suo atteggiamento critico nei confronti dell'operazione del governo americano e che per questo subisce la censura, per essere infine riscoperta diversi anni dopo.

Non ricordo come le spiegai la mia presenza o del perché avessi una macchina fotografica ma ricordo che non mi fece domande Dorothea Lange riferendosi a Florence Owens Thompson

Al centro dell'esposizione di Bassano c’è un'immagine-icona: è l'intensa Migrant mother (1936), che ritrae Florence Owens Thompson con i suoi tre bambini. Nello sguardo di questa donna vi è tutta la disperazione e, insieme, la speranza delle madri migranti alla ricerca di un futuro migliore per se stesse e per i propri figli. Qui la fotografia è accompagnata dagli scatti eseguiti da Lange per giungere al risultato finale. Racconta lei stessa in Popular Photography, nel febbraio 1960: "Seguii l'istinto, non la ragione: entrai in quell'accampamento [...] vidi questa madre affamata e disperata come attratta da una calamita. Non ricordo come le spiegai la mia presenza o del perché avessi una macchina fotografica ma ricordo che non mi fece domande. Ho fatto cinque esposizioni, avvicinandomi sempre di più dalla stessa direzione. Non le chiesi il suo nome o la sua storia. Mi disse la sua età: aveva trentadue anni. Mi disse che sopravvivevano mangiando le verdure congelate dei campi circostanti e gli uccelli che i bambini uccidevano. Aveva appena venduto le gomme della sua auto per comprare il cibo. Se ne stava seduta in quella tenda a casetta, con i suoi figli accalcati intorno a lei". Una immagine che ha fatto la storia, un istante reso eterno dalla “fotografa della gente”, come Lange amava definirsi.

La macchina fotografica è uno strumento che insegna alla gente come vedere il mondo senza di essa Dorothea Lange

DOROTHEA LANGE. L’ALTRA AMERICA

a cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi

mostra organizzata e promossa da CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino con i Musei Civici di Bassano del Grappa

27 ottobre 2023 - 04 febbraio 2024

Museo civico, Bassano del Grappa (VI)

L'inaugurazione della mostra coincide con la riapertura del Museo Civico di Bassano del Grappa.


I curatori della mostra hanno utilizzato le didascalie assegnate dalla stessa Lange negli anni della realizzazione delle immagini.

1. Dorothea Lange. Al via gli aiuti per i sussidi di disoccupazione. Una fila di uomini all’interno di una divisione dell’ufficio dell’agenzia per il lavoro State Employment Service, in attesa di registrarsi per i sussidi in uno dei primi giorni di apertura dell’ufficio. San Francisco, California. 1938 The New York Public Library | Library of Congress Prints and Photographs Division Washington

2. Dorothea Lange. Tempesta di polvere. Furono proprio situazioni come questa a costringere molti agricoltori ad abbandonare la zona. New Mexico. Primavera 1935 The New York Public Library | Library of Congress Prints and Photographs Division Washington

3. Dorothea Lange. Madre migrante. Raccoglitori poveri di piselli in California. Madre di sette figli. Età: trentadue. Nipomo, California. 1936 The New York Public Library | Library of Congress Prints and Photographs Division Washington

4. Dorothea Lange. Negozio di campagna su strada sterrata. Domenica pomeriggio. Si noti la pompa del cherosene a destra e quella della benzina a sinistra. I pali di legno grezzi e non rifiniti sono stati usati come sostegno per il tetto della veranda. Uomini neri sono seduti sulla veranda. Il fratello del proprietario del negozio è in piedi sull’ingresso. Gordonton, North Carolina. 1939 The New York Public Library | Library of Congress Prints and Photographs Division Washington

5. Dorothea Lange. Casa di un lavoratore migrante messicano ai margini di un campo di piselli congelato. Imperial Valley, California. 1937 The New York Public Library | Library of Congress Prints and Photographs Division Washington

6. Rondal Partridge. Dorothea Lange, fotografa della Resettlement Administration. California. 1936 The New York Public Library | Library of Congress Prints and Photographs Division Washington

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