SOCIETÀ

Neofascismo e antisemitismo: "Recrudescenza evidente in tutta Europa"

Fa riflettere il provvedimento assunto dal prefetto di Milano Renato Saccone di assegnare la tutela alla senatrice a vita Liliana Segre, vittima ancora oggi, a 89 anni, di insulti e minacce. La vicenda è spia di rigurgiti xenofobi e razzisti in aumento nel nostro Paese, al punto che solo negli ultimi mesi sono stati segnalati ben 190 episodi di antisemitismo. Se si allarga di poco l’orizzonte, in Europa la situazione non è molto differente. Nei giorni scorsi il Consiglio comunale di Dresda ha proclamato a maggioranza lo “stato di emergenza nazismo”, dopo che atteggiamenti e azioni antidemocratici e di estrema destra sfociati in violenza hanno iniziato a manifestarsi in maniera sempre più forte e aperta in città. E in Danimarca è stato profanato un cimitero ebraico risalente al 1807 a Randers, nello Jutland. Alcune lapidi sono state imbrattate con graffiti verdi, altre rovesciate.

“Stiamo assistendo a una recrudescenza evidente dei fenomeni di intolleranza, xenofobia e antisemitismo in tutta Europa e in particolare in Germania”, sottolinea Filippo Focardi. Lo storico ricorda che solo quest’anno si sono verificati almeno due episodi molto gravi di violenza finiti in omicidio. Lo scorso giugno un estremista di destra ha ucciso Walter Lübcke, politico tedesco di centro-destra del partito Unione Cristiano-Democratica di Germania (CDU), sostenitore della politica di apertura ai rifugiati della Merkel. A ottobre un giovane neonazista ventenne, dopo aver tentato di fare irruzione nella sinagoga di Halle, ha provocato la morte di due persone. L’obiettivo era di mettere in atto una strage nel giorno di Yom Kippur, la maggiore festività ebraica.

Il numero di persone arrestate per reati di estremismo di destra nel 2017 era raddoppiato rispetto al 2016

“È in questo clima – continua Focardi – che si colloca la decisione del Consiglio comunale di Dresda. Capitale della Sassonia, la città è ubicata in una delle regioni orientali della Germania in cui i fenomeni di antisemitismo, xenofobia e razzismo legati all’estrema destra sono particolarmente radicati per almeno due motivi. In primo luogo, i problemi economici e il disagio sociale che si riscontrano in queste zone alimentano il risentimento, l’odio e la violenza. In secondo luogo, mentre la Germania occidentale aveva fatto, seppure in ritardo, i conti con il proprio passato nazista, nella Germania orientale la resa dei conti con le colpe del nazismo era stata molto più problematica. La Germania orientale si era infatti sempre definita antinazista scaricando il peso di ogni responsabilità sull’altra Germania, ma per questa ragione non ha mai avuto alcuna spinta verso un vero e proprio esame di coscienza: in questo modo è venuta a mancare ad est una pedagogia democratica capace di produrre anticorpi contro l’estremismo”. Ed evidentemente le politiche promosse dopo la riunificazione da Berlino non sono riuscite a colmare questo gap culturale.

Il docente ricorda che già lo scorso anno, in realtà, era stato lanciato un “grido di allarme”: il 25 ottobre 2018 il Parlamento europeo aveva votato una risoluzione dal titolo Aumento della violenza neofascista in Europa, un documento di particolare significato che rivelava un’escalation degli episodi di odio antisemita, razziale e xenofobo in tutti i Paesi dell’unione europea. I dati sottolineavano, ad esempio, che il numero di persone arrestate per reati di estremismo di destra nel 2017 era raddoppiato rispetto al 2016; venivano messe in evidenza pericolose connivenze all’interno delle forze dell’ordine e delle forze armate nei confronti dei gruppi violenti di estrema destra (con particolare riferimento alla situazione francese). Si fotografava l’espansione dell’estrema destra xenofoba e razzista in tutta Europa, esaminando i casi della Polonia, della Grecia, dell’Italia, della Germania, della Scandinavia, dei Paesi Baltici.

L’ideologia fascista e l’intolleranza sono sempre associate a un attacco e a una minaccia per la democrazia stessa

Il documento – sottolinea Focardi – esprimeva preoccupazione per la crescente normalizzazione del fascismo, del razzismo e della xenofobia all’interno dell’Unione Europea; sottolineava come l’ideologia fascista e l’intolleranza fossero sempre associate a un attacco e a una minaccia per la democrazia stessa. E in questa stessa direzione va la risoluzione del Consiglio comunale di Dresda”.  

Il documento del Parlamento europeo sottolineava la necessità di difendere le minoranze che sono i bersagli diretti di quest’ondata di odio, fornendo un sostegno adeguato alle vittime di reati di stampo nazista. Tra le tante misure indicate per fronteggiare questa escalation di violenza si richiamava la necessità di una formazione interna obbligatoria destinata alle forze dell’ordine, “ispirata ai diritti umani e in un’ottica di servizio”; si invitavano in modo esplicito le società di calcio a contrastare razzismo, fascismo e xenofobia negli stadi  e nella cultura sportiva; si incoraggiava a predisporre una formazione specifica per chi lavora nelle emittenze radiotelevisive e in generale nei mezzi di informazione per sensibilizzarli a queste problematiche e in particolare alle discriminazioni a cui sono esposte le vittime dei gruppi neonazisti. E, non da ultimo, sottolineava che la conoscenza della storia costituiva uno strumento importante per prevenire questi crimini oltre che per formare le future generazioni.    

“Ho citato questo documento – osserva Focardi –, perché già alla fine dello scorso anno suonava come un campanello d’allarme rispetto a un fenomeno che non è solo tedesco, ma europeo”. Nel nostro continente il fenomeno deriva probabilmente da un lato da un disagio sociale causato da problemi economici non ancora adeguatamente risolti dalle politiche Unione Europea; dall’altro dalle reazioni soprattutto degli strati più bassi delle nostre società nei confronti di un’immigrazione che è stata ed è presentata per lo più dai media come un fenomeno pericoloso che mette a rischio gli interessi materiali e la stessa identità delle società europee. Tutto questo ha creato le condizioni perché si affermassero movimenti di estrema destra, che hanno cavalcato queste difficoltà sociali. Si sono così riesumati vecchi demoni legati a un nazionalismo di tipo etnico-culturale intollerante e xenofobo, che va a collidere con i valori costitutivi dell’Unione europea”.

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