SCIENZA E RICERCA

Parmitano guida un robot sulla Terra: si prepara il futuro dell’esplorazione spaziale

Dopo le prove generali della scorsa settimana, condotte per assicurarsi che tutta la strumentazione funzionasse, Luca Parmitano inanella un nuovo successo: il 25 novembre, dalla Stazione spaziale internazionale dove ora si trova, ha guidato a distanza il rover Interact sulla Terra, nell’ambito dell’esperimento Analog-1 dell’European Space Agency (Esa).

Parmitano era in collegamento da un lato con l’European Space Research and Tecnology Centre, nei Paesi Bassi, dove fisicamente si trovava il robot, e dall’altro con il team scientifico di Analog-1 all’European Astronaut Centre di Colonia che lo ha assistito durante le operazioni. Obiettivo del comandante era raccogliere dei campioni geologici attraverso il braccio robotico del rover che si muoveva in ambienti planetari simulati e, nel contempo, descrivere i tre siti in cui lo strumento si è trovato a operare. La prova è andata a buon fine e tutti i risultati attesi sono stati raggiunti.

Matteo Massironi, membro del science team di Analog-1, in collegamento dall’European Astronaut Centre di Colonia illustra l'esperimento condotto da Luca Parmitano

Analog-1 è un esperimento che vede il nostro futuro nell’esplorazione planetaria”, sottolinea Matteo Massironi, geologo dell’università di Padova e membro del science team, in collegamento da Colonia. È stato pianificato per preparare gli astronauti a operare in remoto su superfici planetarie ed è il primo passo importante verso questa direzione. In vista delle future missioni sulla Luna e Marte, infatti, gli astronauti dovranno essere autonomi nel riconoscere la geologia di superficie, guidare eventuali rover e prendere decisioni sui campionamenti da fare. Specie se si considera che la comunicazione tra la Terra e Marte avviene con un ritardo di oltre dieci minuti che impedisce di condurre operazioni in tempo reale. Attualmente i rover sono controllati da software pre-programmati o comandi inviati dalla Terra, che però richiedono un certo lasso di tempo prima di essere ricevuti e attuati. Consentire dunque agli astronauti di comunicare direttamente con i rover permetterebbe, evidentemente, di ridurre i tempi di reazione degli strumenti robotici.

L’esperimento condotto da Parmitano il 25 novembre ha messo in evidenza alcuni aspetti da migliorare, relativi in particolare alla parte tecnologica, alle camere e ad alcune procedure nelle operazioni”. Il passo successivo, anticipa Massironi, vedrà il rover muoversi in un ambiente naturale non ancora definito, forse Lanzarote o la zona etnea. Il robot potrebbe essere telecomandato dalla Stazione spaziale internazionale (sebbene questo non sia ancora stato stabilito con certezza) o da un’altra località a Colonia e gli itinerari e le traverse saranno dunque reali e non simulati. “Verosimilmente il rover in un primo momento sarà comandato da astronauti a terra su un ambiente naturale”. Per il futuro si prevede, dunque, che gli astronauti saranno in grado di guidare rover, lanciati da Terra, stando nella stazione spaziale che orbiterà intorno alla Luna. Obiettivo ultimo: prelevare campioni e riportarli sul nostro pianeta.   

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