CULTURA

Piccole pagine: Orecchio acerbo

Per raccontare questa bella storia partiamo da un insolito bugiardino che, tra le tante voci, presenta anche dose, modo e tempo di somministrazione di un "farmaco" molto particolare e senza controindicazioni. Si legge: "12/15 libri l’anno, 1/2 volte al mese. Si consiglia di non superare le dosi indicate se non si vuole correre il rischio di trovarsi a leggere sempre lo stesso libro, in quanto l’azienda produttrice è fermamente determinata a non produrne di più". Il settimo episodio della serie Piccole pagine è dedicato a Orecchio acerbo.

C'è qualcosa di magico e sospeso, fuori dal tempo e dagli schemi nell'anima vivace di questa casa editrice romana, fondata nel dicembre 2001 da Fausta Orecchio, intervistata ora da Il Bo Live, e Simone Tonucci. Nel 2021 si festeggiano, quindi, vent'anni di storie e immagini, di sogni e invenzioni che si rinnovano, mese dopo mese, anno dopo anno, con nuove pubblicazioni.

"Orecchio acerbo nasce in modo un po' bizzarro - racconta Fausta Orecchio -. Eravamo uno studio grafico e a un certo punto si era deciso di allestire una mostra dei lavori fatti da noi con Fabian Negrin: erano lavori per il teatro e l'editoria. Ci siamo detti: per questa occasione pubblichiamo un libro! E Negrin ci inviò un libro per bambini, Il gigante Gambipiombo, lasciandoci molto perplessi: ci chiedevamo, ma perché mai un libro per bambini? Ma Fabian ci convinse. Da quel momento le cose sono andate molto, molto velocemente: è stato tutto burrascoso, un uragano. A quel libro ne son seguiti altri due, nel 2002. Con i primi tre libri siamo andati alla fiera di Bologna: il nostro stand era decisamente particolare perché avevamo davvero solo tre libri, e molto piccoli, a organetto".

Esiste un filo rosso in grado di unire i libri di Orecchio acerbo? "Forse i fili rossi stanno proprio nei nostri primi tre titoli, ne Il gigante Gambipiombo, una storia visionaria in cui tutto veniva rovesciato. Poi, La città bucata, illustrato da Yoshihiro Ono, che racconta di un grande buco che si apre in una città, dove le persone iniziano a buttare delle cose fino a che dal cielo si apre un altro buco che ributta tutto sulla stessa città. E infine Noialtri, che racconta dei bambini di strada in Brasile. In qualche modo, questi tre fili sono rimasti: raccontano infatti il disagio, l'attenzione verso quel che accade attorno a noi e la consapevolezza individuale e collettiva, la cura dell'immaginazione che rovescia i punti di vista. In questi fili mi riconosco, forse non mi riconosco esattamente in quei tre libri e non so se adesso li pubblicheremmo nello stesso modo, ma una casa editrice è come una persona, cambia nel tempo".

Il gigante Gambipiombo cammina sopra i cactus. È abituato. Di notte caccia le oche che si nascondono fra le spine per dormire tranquille. Ma ormai è l'alba e non ne ha beccata nemmeno una "Il gigante Gambipiombo", scritto e illustrato da Fabian Negrin

Montaggio: Elisa Speronello

C'è un libro a cui Fausta Orecchio è particolarmente legata: è Il libro sbilenco di Peter Newell, il primo libro d'arte per bambini del 1910, che ha anticipato i libri-oggetto di Munari e Depero, che la casa editrice scova in una biblioteca digitale, al tempo non immaginando la straordinarietà del titolo. Orecchio acerbo decide quindi di ripubblicarlo, non senza incontrare qualche difficoltà, perché Newell brevettava i suoi libri, curando ogni dettaglio: "Per esempio, abbiamo dovuto ridisegnare il carattere tipografico, quello che chiamiamo font".

"Siamo andati alla fiera di Bologna con il nostro progetto, cercando qualche editore disposto a stamparlo insieme a noi: a quel punto, alla fiera, si è sparsa la voce che un piccolo editore italiano stava ristampando il famosissimo The Slant Book, Il libro sbilenco. Da lì è nata la nostra prima grande co-edizione internazionale: tanti editori l'hanno pubblicato con noi. L'anno successivo è arrivata anche una menzione, sempre alla Bologna Children's Book Fair. Per noi è stata una sorpresa grandissima, uno stupore". 

Una carrozzina impazzita, sfuggita alla mano della tata, attraversa la città. Incontri - più spesso scontri - rocamboleschi, fanno conoscere al piccolo Bobby chi alla città dà vita "Il libro sbilenco" di Peter Newell

Fausta Orecchio è da sempre lettrice di libri per l'infanzia: "Attraverso il confronto con i bambini gli adulti possono ritrovare la loro infanzia, parte preziosa che va conservata perché è quella che permette di continuare a porsi delle grandi domande. Ne La pantera sotto il letto di Andrea Bajani, con illustrazioni di Mara Cerri, c'è una frase che dice: Gli adulti di fronte al buio cosa fanno? Accendono la luce. Così il buio non esiste più. Mentre i bambini riescono a immergersi nel buio per scoprirne il mistero, le possibilità, le paure. La condivisione di un libro permette anche ai grandi di trarne qualcosa e favorisce l'incontro tra due pianeti".

Negli anni Orecchio acerbo ha coltivato anche la relazione con le librerie: "Si tratta di un rapporto fondamentale. Durante la pandemia, Carla Ghisalberti, che lavora con noi, ha avuto un'idea molto bella e ha dato vita ad Affetti stabili”, nutrendo e rianimando il confronto tra le piccole librerie indipendenti e la casa editrice nel periodo del lockdown, in cui tutti eravamo chiusi in casa. E quanto conta invece la relazione con le scuole? "Anche in questo caso, conta tantissimo. Per i nostri vent'anni abbiamo scelto di realizzare un catalogo corposo, con alcuni nostri libri, che contiene percorsi per lavorare a scuola con bambini e ragazzi: libri non banali, che suscitano interrogativi, entrano a scuola, possono essere chiavi di crescita. E la presenza conta anche da un punto di vista commerciale: la fortuna di un libro dipende dalla scelta degli insegnanti di prenderlo per lavorarci con gli alunni".

libri dell'infanzia di Fausta Orecchio sono tanti e diversi tra loro: da Le nove vite del gatto Menelao - "titolo che mi fa pensare anche alle nove vite di Orecchio acerbo: forse ne abbiamo già sprecate quattro o cinque (ride). Ma ce ne restano altrettante" - ai classici, come Il richiamo della foresta, Tre uomini in barcaPiccolo donne. Su tutti, però, ne sceglie uno: Questa sera grande spettacolo, storia del circo italiano di Alessandro Cervellati: "Io sono rimasta proprio qui. Da bambina amavo il circo. Era il 1962, avevo cinque anni. Mio padre mi regalò questo libro, in gran parte scritto perché non è un libro per bambini, che mi ha accompagnato per tutta la vita: sono partita dalle immagini, dalla foto di Togni nelle fauci della tigre, dai manifesti del circo, io guardavo e riguardavo queste foto. Poi, negli anni, ho iniziato a leggerlo e ho capito una cosa fondamentale: l'arte è talento, ma anche rischio, fatica e allenamento e questa cosa mi riguarda, tanto. In questo libro io mi ritrovo".

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