SCIENZA E RICERCA

Quale politica della scienza per l’Europa? Le nostre domande a tre candidati e le loro risposte

Domenica prossima si terranno le elezioni europee. Non può (non deve) mancare una riflessione del ruolo della scienza nella prossima legislatura dell’Unione. Per una lunga tradizione: la scienza è stata, quasi un millennio fa, il collante culturale che ha consentito la nascita e lo sviluppo dell’Europa. Nei secoli successivi la ricerca scientifica ha consegnato al nostro piccolo continente la leadership culturale ed economica nel mondo. Oggi che viviamo nella società della conoscenza la scienza è la leva principale per lo sviluppo civile, sociale ed economico delle nazioni.

Dunque la politica della scienza è un elemento essenziale per far sì che l’Europa possa competere alla pari con le altre grandi aree geografiche del mondo in quella che è stata definita l’”era della conoscenza”.

Per questo abbiamo pensato di rivolgere alcune domande sulla politica della scienza che intendono perseguire tre candidati italiani alle elezioni europee. Non possiamo sentire tutti, per cui abbiamo seguito un criterio oggettivo: abbiamo scelto i rappresentanti dei tre primi partiti o movimenti alle elezioni politiche italiane dello scorso anno che sono anche espressione delle tre principali aree politiche culturali del paese. Segnatamente: il Movimento 5 Stelle, il Partito Democratico e la Lega.

Per il Movimento 5 Stelle ha cortesemente risposto il candidato Simone Contro; per il Partito Democratico il candidato Roberto Battiston e per la Lega la candidata Paola Ghidoni.


Le interviste:

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